903
AVANZI DI MURA ECC.
904
minato dal Gamurrini in Arezzo, « fra la fortezza e il
rotondo prato di fronte alla cattedrale » nel 1898 (')
Anzi codesto pozzo in cui si rinvennero pure parecchi
frammenti architettonici, messo in luce in occasione
di certi lavori ordinati dal comune di Arezzo « per
ridurre a pubblico passeggio le terre di quella loca-
lità » ha con la nostra cisterna molta analogia.
poli fiesolana, lo stesso autore parla nella dotta mo-
nografìa intitolata: Volsinii etrusca in Orvieto (').
Anche questi ultimi menzionati dal Gamurrini erano
scavati nella roccia tufacea, e per di più intonacati
internamente per renderli del tutto impermeabili.
La nostra cisterna, sebbene non coperta d'intonaco
nella parte interna, fu per lungo tempo un vero e
Oltre a ciò, in una pregevole memoria (2) lo stesso
Gamurrini ricorda « un pozzo (3) scavato a campana
(ma che stringerà ad anfora come i pozzi etruschi)
largo in bocca m. 1,26, a cui un enorme lastrone
(lungo m. 2,12 e largo m. 0,73) serviva di coperchio »,
e scoperto proprio nei pressi del foro di Fiesole.
Di altri parecchi pozzi o cisterne pure etnische,
che presentano dei lati comuni con quella dell'acro-
C) Not. Se. di quell'anno, p. 238 e sgg.
(2) Bull. delVIst., 1879, p. 179.
(3) Il Gamurrini, seguendo la denominazione comune,
ma non esatta, chiama pozzo ciò che si dovrebbe chiamare
più propriamente cisterna, perchè, mentre il pozzo è alimen-
tato dalle acque sorgive, l'altra è solo un deposito d'acqua.
proprio deposito d'acqua, la quale vi lasciò copiosi
sedimenti calcarei nelle fenditure del masso e sul fondo.
La sua forma e la sua vasta capacità escludono l'ipo-
tesi che avesse avuto destinazione sacrale in un recinto
sacro dinanzi a un tempio. I pozzi sacri erano sempre
più piccoli e per lo più di forma cilindrica, come quello
scoperto presso Bolsena nel recinto della Dea Norda,
che è un esempio assai tipico del genere (*).
Dall'esame sia pure sommario di tutto il mate-
riale di riempitura risulta subito che, per rendere
(l) Ann. Ist, 1881, p. 51-55.
(a) E. Cabrici, Mon. Ani. dei Lincei, voi. XVI, 1906,
p. 185-186.
AVANZI DI MURA ECC.
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minato dal Gamurrini in Arezzo, « fra la fortezza e il
rotondo prato di fronte alla cattedrale » nel 1898 (')
Anzi codesto pozzo in cui si rinvennero pure parecchi
frammenti architettonici, messo in luce in occasione
di certi lavori ordinati dal comune di Arezzo « per
ridurre a pubblico passeggio le terre di quella loca-
lità » ha con la nostra cisterna molta analogia.
poli fiesolana, lo stesso autore parla nella dotta mo-
nografìa intitolata: Volsinii etrusca in Orvieto (').
Anche questi ultimi menzionati dal Gamurrini erano
scavati nella roccia tufacea, e per di più intonacati
internamente per renderli del tutto impermeabili.
La nostra cisterna, sebbene non coperta d'intonaco
nella parte interna, fu per lungo tempo un vero e
Oltre a ciò, in una pregevole memoria (2) lo stesso
Gamurrini ricorda « un pozzo (3) scavato a campana
(ma che stringerà ad anfora come i pozzi etruschi)
largo in bocca m. 1,26, a cui un enorme lastrone
(lungo m. 2,12 e largo m. 0,73) serviva di coperchio »,
e scoperto proprio nei pressi del foro di Fiesole.
Di altri parecchi pozzi o cisterne pure etnische,
che presentano dei lati comuni con quella dell'acro-
C) Not. Se. di quell'anno, p. 238 e sgg.
(2) Bull. delVIst., 1879, p. 179.
(3) Il Gamurrini, seguendo la denominazione comune,
ma non esatta, chiama pozzo ciò che si dovrebbe chiamare
più propriamente cisterna, perchè, mentre il pozzo è alimen-
tato dalle acque sorgive, l'altra è solo un deposito d'acqua.
proprio deposito d'acqua, la quale vi lasciò copiosi
sedimenti calcarei nelle fenditure del masso e sul fondo.
La sua forma e la sua vasta capacità escludono l'ipo-
tesi che avesse avuto destinazione sacrale in un recinto
sacro dinanzi a un tempio. I pozzi sacri erano sempre
più piccoli e per lo più di forma cilindrica, come quello
scoperto presso Bolsena nel recinto della Dea Norda,
che è un esempio assai tipico del genere (*).
Dall'esame sia pure sommario di tutto il mate-
riale di riempitura risulta subito che, per rendere
(l) Ann. Ist, 1881, p. 51-55.
(a) E. Cabrici, Mon. Ani. dei Lincei, voi. XVI, 1906,
p. 185-186.