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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Galli, Edoardo: Avanzi di mura e vestigia di antichi monumenti sacri: sull'acropoli di Fiesole
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0483

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905

AVANZI DI MURA ECC.

906

inservibile l'antica e grandiosa cisterna sull'acropoli
fiesolana, furono impiegati in massima parte gli ele-
menti costitutivi di un edifìcio dell'epoca classica,
senza negare per altro che forse vi furono anche but-
tati, in minima parte però, materiali tolti da qualche
altra fabbrica di tempi più recenti.

In questa riempitura infatti, oltre alle innume-
revoli pietre informi o lavorate che si ottennero dalla
demolizione dei muri, vi sono rappresentate anche le
parti accessorie ed ornamentali, come gli embrici
della copertura del tetto, i marmi delle pareti, i la-
strichi dei pavimenti, perfino gli ornamenti esterni
di terracotta. Vi è insomma un po' di tutto, ma non
in quantità sufficiente, e con caratteristiche tali da
farci ritenere che codesto fosse un edificio etrusco più
tosto che romano. Tuttavia per quanto si può giudi-
care dai frammenti di colonne e dai pochissimi avanzi
delle ornamentazioni fittili, io propenderei a credere
che esso poteva risalire al periodo etrusco-romano,
mentre etnisca ritengo la cisterna nella quale fu ri-
versata una gran parte del materiale che lo compo-
neva, ed etruschi altri monumenti dell'acropoli di
cui si ha notizia.

Dai frammenti architettonici ricavati dalla ci-
sterna, e da altri esistenti in altri punti dell'acro-
poli, i quali con ogni probabilità debbono riferirsi
pure alla medesima costruzione, si può argomentare
anche il genere e lo scopo di un tale edilìzio, il
quale doveva sorgere non molto lungi dalla cisterna
stessa.

Nella parte nord-est dell'acropoli, nel terreno pro-
spiciente sulla valle del fiume Mugnone, al disotto
dell'uscio che mette in comunicazione il terreno dei
frati con la proprietà comunale, ho potuto identifi-
care due altri pezzi di colonna, pure in pietra serena
come gli altri avanzi già descritti, coi quali probabil-
mente erano associati. Il maggiore è lungo m. 1,25, ed
essendo restremato ha i diametri rispettivi di m. 0,63
e 0,57 ; presenta inoltre, come il frammento maggiore
estratto dalla cisterna, una parte del fusto spianata
per circa un sesto della totale circonferenza. I dia-
metri presi dal punto medio di tale piano corrispon-
dono a m. 0.43 e 0,40. L'altro pezzo, rotondo, è lungo
0,42 ed ha il diametro di 0,40. Entrambi poi esibi-
scono un incavo rettangolare sul fusto (profondità
rispettiva centimetri 4 e 8, larghezza 9 e 8).

Altri due rocchi di colonne in pietra serena si
vedono murati sotto l'orto dei frati, dalla parte della
legnaia (diam. 0,34 e 0,37).

Tenuto conto del frammento di colonna più grosso
(cfr. fìg. 17), l'edificio a cui apparteneva doveva
essere di proporzioni assai considerevoli. È impossibile
però, con gli elementi che si hanno a disposizione,
stabilire la forma e le sue dimensioni precise. Quello
che si può dire con buon fondamento, ammesso che
anche i più piccoli pezzi come i frammenti di decora-
zioni fìttili, di marmi, di embrici furono, come io sup-
pongo, tolti da quel solo edificio, si riduce a questo.
Doveva essere un edificio molto solido, con basamento
a grandi massi accuratamente squadrati ('), con i muri
costruiti di piccole bozze di pietra serena e calcina
finissima, adorno al di fuori e al di dentro con colonne
di varia grandezza; con le pareti forse coperte di marmi
bianchi lunesi, con i pavimenti lastricati ili coccio pesto
e ricoperti di uno strato di battuto alla veneziana, col
tetto formato da embrici grandi e rossi, con la facciata
adorna di decorazioni e forse anche di figure fittili
dipinte. Vi sarebbe abbastanza per convincerci che un
siffatto edificio doveva essere dedicato al culto. Sarà
stato quindi un tempio di una divinità a noi ora ignota,
o forse anche qualche fabbrica annessa ad un tempio,
a fornire il materiale necessario per rendere inser-
vibile l'antica cisterna dell'acropoli fiesolana.

Date poi le colonne con una parte del fusto spia-
nata, si potrebbe anche supporre che esse appartenes-
sero ad un tempio del genere pseudoperiplero, e che
almeno la colonna maggiore aderisse con la parto
piana ad una parete esterna della colla.

Una tale formn di tempio non era del resto sco-
nosciuta in Etruria, perchè Vitruvio (2) ricorda che
nell'architettura templare presso gli Estrusela era
usata anche la forma pseudoperiptera.

Circa il tempo a cui poteva risalire codesta co-
struzione, nulla di concreto si può dire. Un elemento
per giudicare della sua antichità potrebbe essere for-
nito dalla chiave di volta (fig. 19); ma non si può
dimostrare che essa fu tolta dallo stesso fabbricato al
quale appartenevano le colonne, e la maggior parte
delle bozze lavorate di pietra serena.

(') Infatti i più grandi massi non subirono l'azione del-
l'incendio, che probabilmente distrusse solo le soprastrutture.
(■) IV, 7.
 
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