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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Galli, Edoardo: Avanzi di mura e vestigia di antichi monumenti sacri: sull'acropoli di Fiesole
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0485
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909

AVANZI DI MURA ECC.

910

neofiti inutile ad essere conservato e dannoso alla
salvezza delle anime. I molti avanzi di ossa di ani-
mali (piccoli mammiferi come conigli, agnelli ecc.
e volatili) che vi furono raccolti, potrebbero essere con-
siderati come una prova degli ultimi riti celebrati
intorno alla cisterna.

Un antico edificio sacro
nel luogo della Basilica di S. Alessandro.

Un altro edificio sacro sull'acropoli fiesolana sor-
geva dove è ora la Basilica di S. Alessandro, a destra
dell'odierna via che mena al convento dei francescani.
La scoperta delle fondazioni di detto edificio fu fatta
nel 1815 dall'architetto Del Rosso, al quale era stato
affidato l'incarico di ridurre a spianata il terreno di-
nanzi alla Basilica, allo scopo di renderne più age-
vole l'ingresso, perchè fino a quel tempo vi si acce-
deva scendendo alcuni gradini dalla parte più alta
della salita.

L'esistenza di un antico edificio già destinato al
culto pagano era quivi generalmente ammessa anche
prima di questo tempo, perchè ognuno poteva vederne
le vestigia, rappresentate da colonne e da capitelli,
nella Basilica anch'essa molto antica di S. Alessandro.
Quando si mise mano a spianare il terreno dinanzi
all' ingresso, si scoprirono, oltre alle fondazioni del-
l' antico edificio preesistente e ad alcune povere tombe
dei primi tempi cristiani ('), segnate in pianta, anche
tre pozzetti sacri o favissae con suppellettili vo-
tive, che confermarono in modo assoluto l'opinione
corrente.

L'architetto prof. Del Rosso pubblicò, in una sua
memoria inserita nel Giornale Arcadico del 1819,
la lista completa degli oggetti che si rinvennero in
tali favissae. lo credo opportuno di ripubblicarla in-
tegralmente, sapendo che la monografia del Del Rosso
è abbastanza rara.

(') Tali tombe per struttura, per forma e per l'orientazione
e l'aggruppamento debbono assegnarsi al VI-VII sec. d. C, rite-
nendole simili a quelle di un sepolcreto barbarico appunto di
questo tempo esistente nel Tempio etrusco-romano presso la
via di Riorbico e finito di esplorare ai primi del corrente mese
di luglio 1911.

1. « Primieramente in tutte tre le cisterne dopo di
averne estratta la terra, ed i sassi, di che erano state
colmate, e giunti ad un certo punto, si è trovato una
gran quantità di cenere mista con frammenti di car-
bone aggrumata ed impastata con sangue (?), ed altre
sostanze animali, spugnose, friabili, e di quasi ninna
consistenza. Confusamente con queste materie erano :

2. Corna di Capra, e di montone segate dal cranio.
Denti di Verro, denti di Lupo, e parte di ossamenta
di grossi quadrupedi del genere Vaccino.

3. Un pezzo di ferro lavorato che rappresenta una
lancia, o qualche dardo, o simile strumento, quasi
intieramente ridotto in un ossido giallo per effetto
di avere soggiornato lungamente sotterra.

Una grande quantità di ferri, e legni di varie
figure, rivestiti di Ocra gialla.

4. Una specie di arme di bronzo di ottima con-
servazione, lunga sette pollici, e mezzo, che termina
a guisa di coltello da mettersi in asta, o in manico,
probabilmente per uso dei Vittimarj.

5. Un Idoletto votivo in bronzo della specie dei
Lari Domestici, e alcune Medaglie di bronzo inco-
gnite, perchè consunte.

6. Un'Olla di rame alta nove pollici, di diametro
nella bocca otto pollici.

7. Altra di terra cotta con manichi alta dieci
pollici, e sette di diametro.

8. Vaso di terra per libazioni beli conservato,
mancante solo del manico, con collo, ed apertura
stretta due pollici.

9. Altri frammenti di Olle, e di vasi di terra di
più figure.

10. Duo gran frammenti di vasi lacrimatorj.

11. Frammento di una tazza con manico di terra
con spessi fori nel fondo, che si riuniscono in un tubo
prolungato.

12. Quattro lucerne di terra cotta, una delle quali
ben conservata con caratteri Etruschi (?) nel disotto,
e nella parte superiore la testa di Apollo radiato.

13. Frammenti di belle terre lavorate con finis-
sima arte patinate in nero ('), e in rosso (*), una delle
quali rappresenta il fondo di una patera con carat-

(') Vasi campani ?
(*) Aretini?
 
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