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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 20.1910

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Galli, Edoardo: Avanzi di mura e vestigia di antichi monumenti sacri: sull'acropoli di Fiesole
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https://doi.org/10.11588/diglit.9319#0491
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921

AVANZI DI MURA ECC.

922

lina in Roma, che si faceva risalire agli etruschi
Tarquini, e alla costruzione del quale avevano lavo-
rato maestranze raccolte da tutta l'Etruria ('), confer-
merebbe tale opinione. Poiché le favissae non erano
frequenti neanche nel loro paese d'origine, sorge il
sospetto che esse fossero (non si sa in che numero
però) come un attributo particolare di certi determi-

perta a p. 117 e sgg. della sua citata monografìa. In
essa il Del Rosso pubblica anche un disegno (pianta
e spaccato) delle favissae; ma, sebbene non tra-
scuri di descrivere nel testo la posizione esatta del
trovamento rispetto alla Basilica di S. Alessandro, non
pensò di riprodurre detta posizione in una tavola più
completa. A questo difetto ho cercato di supplire io

Fig. 32. — Quattro estremità di falli in marino bianco trovate nel 1815 nelle favissae dinanzi alla Basilica di S. Alessandro,

ed ora nel Museo fiesolano.

nati templi, non potendo considerare perciò come fa-
vissae i pozzi sacri, con cui esse potevano avere solo
delle affinità di costruzione e di forma, e i depositi di
acqua di qualsiasi altra specie che si trovavano presso
ogni tempio antico, coli'unico scopo di fornire un ele-
mento così comune e necessario al culto pagano.

I pozzetti scoperti sull'acropoli di Fiesole al prin-
cipio del secolo scorso, e che il Thédenat (2) ripro-
duce come l'unico esempio di vere e proprie favissae,
dovettero davvero fare esultare l'animo del De Rosso
che dirigeva i lavóri dinanzi alla Basilica di S. Ales-
sandro, perchè egli parla minutamente di tale sco-

con la fig. 33, che potrà servire anche di scorta per
eventuali future investigazioni in quel punto. Per la
descrizione delle favissae ripeto senz'altro le sue pa-
role (')•

« I tre incavi circolari restano iscritti in una
produzione affossata di quattro piedi, e due pollici
(m. 1,25 circa) nella parte più alta, e di cinque piedi
e dieci pollici nella parte inferiore (m. 1,75 circa),
da dove sembra che si avesse l'accesso a detta pre-
cinzione. La differenza dei due piani è ricongiunta
con tre scalini intermedi ». E un po' più oltre : « I tre
incavi circolari esistenti in detta precinzione sono stati

(») Tito Livio, I, 55-6.
(") Op. cit., 1. c.

(*) P. 117.
 
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