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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Taramelli, Antonio: La necropoli punica di Predio Ibba: a S. Avendrace, Cagliari (scavi del 1908)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0050

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79

LA NECROPOLI PUNICA DI PREDIO IBBA ECC.

HO

antiche necropoli di Dermech e Douimes e presenta
generalizzato l'uso delle celle ipogeiche, scavate in
fondo al pozzo, senza però presentare ancora le grandi
e belle camere delle necropoli dei Kabs e di S.te Mo-
nique. Per questo carattere formale, che ha mia note-
vole importanza nel concetto della tomba, la necropoli
dovrebbe trovare cronologicamente il suo posto tra i
grandi sepolcri a fossa di Dermech e di Douimes dal
VI al V secolo av. Gr. e quelli dei Kabs e di S.te Mo-
nique dal IV al II secolo, distinti per i pozzi pro-
fondi e le ampie e spaziose camere, con nicchie e fosse
per due, tre e sino a quattro sarcofagi semplici od an-
tropomorfi.

La maggior parte degli ipogei accolse e conservò
un solo deposito funebre, non solo nelle tombe chiuse da
un lastrone a posto, ma anche in talune tombe chiuse
da lastrone spezzato (') o da macerie di blocchi (2) ; e
sono appunto quelle die meglio ci illuminarono intorno
al rito funebre degli antichi coloni; ma sono abba-
stanza numerose le tombe che conservarono le traccie
di deposizioni multiple : non solo le tombe bisome già
ricordate, che dettero per lo più i due cadaveri dei
coniugi, ciascuno al suo posto, e talora tre o più ca-
daveri (3); ma anche le semplici cellette ricevettero
successive inumazioni, talora a distanza di tempo dalla
prima; ciò si comprende dalla distruzione completa,
o quasi, degli avanzi del primo ospite ammantati di
terra di filtrazione. In qualche caso le deposizioni più
antiche e la loro suppellettile furono tratte in disparte
e sconvolte. In frequenti casi furono accertate due depo-
sizioni: in pochi altri casi tre al più. al massimo sette (*);
siamo quindi lontani dal numero talora grande degli
inumati che si accolgono nelle tombe cartaginesi di
periodo avanzato, massime in quella di S.te Moni-
que (5).

(') Un solo deposito nelle tombe nn. 10, 13, 71, 74, 78, 81,
102, 107, chiuse da lastrone spezzato.

(a) Tombe nn. 77,83,87,92, 96, 101, 110, 119, 129, 130
e 181.

(3) Tomba bisoma con 3 cadaveri, n. 66; coi resti di più
di tre cadaveri, n. 36.

(4) Tombe con due cadaveri: nn. 22, 25, 64, 73, 108, 135,
147, 150; con tre cadaveri: nn. 2,39,124; cor. numero mag-
giore, 128 (7), 132. Le deposizioni multiple possono essere
state alquanto più numerose di quanto si potè scorgere, perchè
l'umidità di taluni ipogei dovette distruggere quasi completa-
mente gli avanzi umani, e le suppellettili si confusero.

(s) Delattre, La necrop.punique voisine de S.te Monique,

Dalle tombe intatte si potè conoscere che il cada-
vere era deposto avvolto nel lenzuolo, disteso coi piedi
verso l'uscita; gli avanzi del tessuto non furono con-
servati che in un solo caso, nella tomba n. 56, che
dette un lembo di tessuto a grossa trama; ma l'im-
pronta della trama del tessuto si ebbe iu quasi tutti
gli oggetti di bronzo e specialmente sui rasoi e sulle
monete che accompagnavano il defunto. La disposizione
coi piedi verso l'uscita, la più rituale e razionale in
tutte le necropoli, tanto di Cagliari ('), quanto di altre
città puniche, ed in special modo di Cartagine, non è
abbandonata che in un solo caso, nella tomba n. 128,
che presentò il cranio presso la lastra di ingresso.

Osservando attentamente il fondo delle tombe che
non avevano subito alcuna violazione, si notarono le
traccie di un graticcio o stuoia fatta di canne intrec-
ciate, rinforzate alla costa con un orlo di argilla, spesso
colorata di rosso; di questo semplice letticciuolo fu-
nebre non era rimasta che l'impronta, tuttavia assai
chiara, nel pavimento della cella, ed i frammenti della
costola di argilla colorata. Questo modesto letticciuolo
funebre doveva servire per facilitare la discesa del
cadavere nel pozzetto e la deposizione nell'ipogeo, e
sostituiva i letti funebri e le barelle di tombe più
ricche. In qualche caso si ebbero traccie di legno di
tali barelle (tombe 56 e 58); in una tomba poi (n. 50),
rimasero per qualche tempo visibili, dopo la rimozione
del lastrone, i resti delle traverse lunghe del letti-
ciuolo con trafori a forma di cuore e la colorazione
in rosso vivo. Sotto a questa barella, che doveva avere
i pieducci alquanto rialzati, era deposta una grossa
lampada a piattello che fu rinvenuta sotto gli avanzi
del legno (z).

Nelle varie serie di tombe esplorate si alternavano
i depositi di uomini e di donne: si ebbero alcuni
ipogei esclusivamente riservati a donne, talora sole

2e sem.. p. 2, ad Ard el Khera'ib; Merlin, op. cit., p. 7; cfr.
Gauckler, Rev. Archeolog , 1902, II, p. 375.
(') Elena, op. cit., p. 15.

(2) Nelle tombe puniche, oltre a vere e proprie casse, si
ebbero dei coperchi in legno che coprivano il deposito funebre,
deposto direttamente sul suolo dell'ipogeo: se ne ebbero esempì
a S. Louis (Delattre, op. cit., p. 23) ; a S.te Monique (op. cit.,
p. 9); a Douimes 2me, pp. 35, 47, 115). Credo che in molte delle
traccie di legno che si vedono nelle tombe cartaginesi si debba
riconoscere una barella, sulla quale erano posati i resti del de
funto, mentre la suppellettile era deposta in parte al di sotto.
 
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