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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Taramelli, Antonio: La necropoli punica di Predio Ibba: a S. Avendrace, Cagliari (scavi del 1908)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0053

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85

quelle nelle quali si avevano di tali deposizioni (');
ma non mancarono tombe con molto materiale cera-
mico fra quelle di uomini (2). Povero è il corredo delle
tombe dei bambini, massime di quelli inumati nelle
anfore: appena qualche orcioletto o guttario a beccuccio,
del tipo detto a biberon dagli scavatori cartaginesi, e
piccoli orecchini in bronzo od in argento nel caso di pic-
cole femmine (3); però in qualche tomba infantile non
mancarono amuleti varii, chicchi di collane, specchi
in bronzo, statuette e scarabei (4), mostrando come
all'affettuosa cura con cui venne scavata anche per
il piccolo defunto la colletta ipogea, corrispondeva
anche la pietosa deposizione del corredo funerario.

L'indagine della suppellettile può suggerirci l'os-
servazione che nelle stesse file di sepolture si alter-
narono quelle di maschi e di femmine, di fanciulli e
di adulti; e che in genere si tratta di modeste depo-
sizioni di individui o di famiglie appartenenti alle
classi meno ricche della città, al popolo minuto, ma
non è però possibile farsi un'idea della professione e
della condizione dei singoli defunti. È probabile che
appartenessero a soldati le tómbe ohe avevano armi
in ferro, come lancio o coltellacci (5), per quanto il
Delattre abbia esposto l'opinione che il coltellaccio
possa essere semplicemente il ricordo di un sacrificio,
talora anche umano, in onore del defunto ; a pescatori
appartennero forse le tombe che avevano accanto alla
suppellettile ciottoli levigati provenienti dai greti ma-
rini, analogamente a quanto fu osservato a Cartagine
in tombe che dalla presenza di armi in ferro od in
bronzo furono ritenute di pescatori (6).

Quanto alla tomba n. 130, che dette un orecchino
d'oro a croce isea, con altra suppellettile meno povera,
ed una lastrina in arenaria, con scarse traccie di iscri-
zione punica, è facile appartenesse ad una sacerdo-
tessa; ma tali determinazioni, in mancanza della chiara
indicazione epigrafica, sono così ipotetiche che non
è prudente insistervi maggiormente.

(*) Esempio tombe nn. 32, 39, 81, 108, 130, 147, 150.

(2) Esempio tombe un. 59, 87, 98, 125,132.

(3) Esempio le tombe con anfore nn. 31, 91.

H Esempio le tombe nn. 38, 53, 73, 88,109,125 bis.
(•) Tombe nn. 11, 125, 146.

(«) Nn. 118, 91, 128; cfr a Douimes, Delattre, Ann. 1895-
1896, pp. 19, 39, 111, fig. 68.

86

Quanto alla giacitura della suppellettile entro la
tomba, nei casi in cui questa rimase intatta, si potè
notare che le anfore, le anforette, i prefericoli, in ge-
nere i vasi di ceramica, si raccoglievano attorno al
capo; al loro posto stavano gli orecchini, gli anelli,
i braccialetti, gli elementi della collana, gli amuleti
e gli scarabei, gli aghi crinali e gli spilloni ; presso
al bacino gli specchi, le accette-rasoio, le monete;
ai piedi, presso la lastra di chiusura e deposta talora
sul piatto, la lampada, che assai spesso veniva accesa
prima della posa della lastra.

In qualche caso di tomba perfettamente intatta,
si rinvenne la suppellettile con qualche parte troncata
(tomba n. 59), così che si potrebbe pensare ad una
rottura intenzionale.

Solo in via eccezionale si ebbe suppellettile de-
positata intenzionalmente nel pozzetto ; ed in un caso,
nella tomba 128, si ebbe il modesto corredo di una
sepoltura ivi deposta, lasciando intatta la lastra che
chiudeva nella celletta precedenti depositi. Altre volte
si ebbero alcuni oggetti evidentemente depositati in-
nanzi alla porta intatta (') ; in altri casi, in cui la cella
era stata riaperta per depositi secondari, si ebbero
oggetti, per lo più vasi, di precedenti seppellimenti (2),
il che avvenne anche in caso di tombe rinvenute con
la porta aperta e la celletta violata (3).

Fra gli oggetti caduti occasionalmente nel pozzo
e che non hanno alcun rapporto con l'età punica, è
da notarsi una mezza testa di mazza in portìrite,
assai robusta ed a foro biconico, del genere di quelle
trovate a centinaia nei dintorni di Cagliari, e che è
un testimonio della presenza di antichi abitanti in-
digeni sul colle di Tuvixeddu, anteriormente alla sede
ed alle tombe cartaginesi {*).

(') Nelle tombe 76, 77, 100, 139. Deposizioni intenzionali
nel pozzetto si ebbero anche a Cartagine: es. alla necropoli
dei Rabs (Delattre, Trois. Ann., p. 7) e a Douimes (Pouill. de
1895-1896, p. 35).

(a) Nelle tombe nn. 2, 23, 47, 74, 108, 130.

(») Nelle tombe nn. 1, 3, 4, 62, 63, 72, 135.

(*) Tomba n. 87. Si noti che poco lontani dal predio Ibba
sono i lembi di strato preistorico con avanzi di pasto, della
Polveriera e di altri punti di questo gruppo di alture che ter-
minano al nord la collina di Cagliari. Accennai ai varii punti
dove si fecero osservazioni di avanzi preistorici nelle colline
caralitane nella Memoria sulle esplorazioni fatte al Capo S. Elia,
Notizie degli scavi, Anno 1904 p. 19 e seg.

LA NECROPOLI PUNICA DI PREDIO IBBA ECC.
 
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