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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

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Taramelli, Antonio: La necropoli punica di Predio Ibba: a S. Avendrace, Cagliari (scavi del 1908)
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https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0068

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115

LA NECROPOLI PUNICA DI PREDIO IBBA ECC.

116

Prevale la forma tipica della lampada a piattello
bilione, cioè con l'orlo piegato in modo da dare due
beccucci non perfettamente chiusi, talora decorati con
tocchi di colore bruno e rossastro (fìg. 22, 8, 10, il),
come nelle più recenti lampade di questo tipo. Spesso,
nel caso di tombe intatte, si ebbe la prova che la
lampada posata sul piattello, era stata accesa all'atto
della cerimonia funeraria, uso che si incontra nelle
più antiche necropoli e che viene abbandonato più
tardi('). La lampada bilione, che è esclusiva nei vecchi
cimiteri di Nora, a Dermech, si fa più rara ad Ard-el
Morali e Ard-el Kharaib, e sparisce quasi del tutto a
S. Monica; nel predio Ibba essa tiene ancora il primo
luogo ; accanto ad essa si affaccia la lampada piatta,
circolare, a beccuccio appena sporgente (fìg. 21, 7),
che si rinvenne nello strato votivo del santuario sopra
il nuraghe di Luglierras (2), e della quale in queste
tombe possiamo constatare senza dubbio la origine
punica. Si affacciano anche i prodotti rodii e pestani,
benché, come vedremo, non in quella grande quantità
che è data dal sepolcreto cartaginese di Ard-el Khera'ib.

Z) Prodotti di imitazione sono le hydriae mono-
ansate a ventre cilindrico, collo stretto e bocca a col-
letto conico, talune semplici (tomba n. 128, fig. 16, 1),
altre invece decorate da linee rosee (tomba n. 132,
fìg. 26, 2).

Fra i prodotti locali, per quanto sporadici, si deb-
bono collocare alcuni vasi, che, pure essendo rappre-
sentati da scarsi esemplari, per la tecnica dell'im-
pasto sono analoghi ai tipi della ceramica caralitana.
Tali sono le belle ciotoline prive di ansa della tomba
n. 52 (fig. 20,9); l'elegante vaso tronco-conico, a
larga bocca, pure sprovvisto di anse, simile ai vasi
da pennelli, usati dai pittori (tomba n. 1 fig. 20, 7),
e qualche vaso guttario globare, dalle ause verticali
e dal collo stretto (fig. 21, 3), riproduzione di modelli
sicelioti 0 campani.

In complesso, nella ceramica di predio Ibba per-
mangono, con abbastanza frequenza, alcuni tipi molto
primitivi e taluni di quelli antichi e si mostra un

(') Tombe nn. 20, 86bis; efr. Gauckler, Marche de service,
1900, p. 7; Rev. Archeol. 1902, li, p. 373; Merlin, op. cit.,
p. 16, tav. VI, 57, 58. A Tharros cfr. Crespi, p. 81, 11. 240, E, 23.

H Taramelli, 77 Nuraghe Lugherras, presso Paulilatino,
in Monum. deWAccad. dei Lincei, voi. XX (1910) p. 51,
fig. 17, 3,7, 8, 9.

attaccamento a certe forme tradizionali; meno inva-
denti e generalizzate sono le forme nuove della cera-
mica dipinta, dei vasi ad obice, dei balsamarii; in-
somma abbiamo una facies generale di qualche poco
arretrata che, ricorda la ceramica del cimitero carta-
ginese di Ard-el Khera'ib ; e tale impressione ci è con-
fermata dalla ceramica di importazione, non copiosa,
ma abbastanza espressiva.

Mancano completamente gli ariballi, gli alabastri
protocorinzii, abbastanza frequenti negli antichi cimi-
teri cartaginesi di Dermech e di Dou'imes e che si
hanno anche in talune tombe di Tharros e di Nora;
mancano anche i vasi a figure nere che ancora si tro-
vano in queste due necropoli; mancano del pari i vasi
di bucchero che in Sardegna si ebbero a Tharros ed
a Cartagine pure scompaiono già nelle parti recenti
del cimitero di Dermech ('). D'altra parte non ab-
biamo ancora la ceramica a fondo nero e figure rosse
a motivi rialzati da colori bianchi e rosei, di origine
italiota e che si diffonde nei cimiteri più recenti di
Cartagine, a cominciare da Ard-el Khera'ib (2) e da
Ard-el-Morali (3).

Invece sono abbondanti le piccole coppe a piat-
tello, a vernice nera brillante, generalmente di pic-
cole dimensioni, messe nelle tombe in numero di una
0 due, e talora sino a quattro (4). Abbastanza fre-
quenti sono anche le coppe a vernice brillante, deco-
rate internamente da impressioni a palmetta ionica,
che si affacciano ad Ard-el Khera'ib e si faranno
molto frequenti nei cimiteri recenziori (fig. 28, 1) (5).
Del pari copiosi sono i piatti larghi a bordo rovescio,
con incavo semicircolare al centro, coperti di vernice
brillante (fig. 28, 2) (6), detti dal Patroni « piatti da
pesce » e che furono, come dissi, largamente imitati
dalla produzione locale; alcuni hanno una vernice
brillantissima e regolare, in altri invece la vernice fu
inegualmente fusa nella cottura ; in qualche vaso essa

O Patroni, Nora ecc., p, 99 e sg. fig. 30; Gauckler, Rev.
arch. 1902, II, 370.

(a) Merlin, op. cit., p. 12.

(3) Gauckler, Marche du service, 1903, p. 7 ; Berger, Ca-
talogne du Musée Lavigerie, p. 149.

(*) Le coppe sono frequentissime. Tombe nn. 1,2 11,24,
49, 51, 66, 76, 98, 105, 108, 118, 137, 140.

(s) Merlin, op. cit., tav. V, 55. Tombe nn. 39, 85.

(") Tombe nn. 1, 2, 25, 27, 24, 34, 39, 49, 51, 66, 73, 87,
98, 121, 128, 150.
 
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