Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 21.1912

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: La necropoli sicula di M. Dessueri
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9317#0193

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
353

LA NECROPOLI SICULA DI M. DESSUERI

354

bero oggi ancora eccellente carattere difensivo contro
una avanzata dalla pianura gelese verso Mazzarino:
ma più e certamente lo ebbero nei tempi remoti,
quando i Siculi occupavano poderosamente, e non senza
un deliberato proposito, tutti i varcbi per i quali dalla
regione costiera si accedeva ai colli ed ai monti dello
interno. Di questo rude concetto difensivo, appoggiato
ad eccellenti posizioni naturali, io ho altra volta di-
scorso illustrando il villaggio siculo di M. Sette Pa-
rine, e la città siculo-greca di M. S. Mauro ('); quello,
posto avanzato al margine della pianura; questa, assai
più arretrata suH'aito corso del Maroglio, ma ambe-
due facenti parti del sistema difensivo, dirò così,
della vallata del Gela.

L'unito schizzo topografico non è che l'ingrandi-
mento della eccellente carta a 50 m. dello Stato Mag-
giore italiano ; al piede orientale del Dessueri vedesi
incassato il fiume, che prosegue lasciandosi a sinistra
la lunga cortina di rupi frastagliate di Canalotto, ed
a destra la massa conicodeprossa di M. Ficari (464 m.),
meno vasta e meno alta del Gibiliscemi, da cui è
separata per un'ampia depressione, attraversata dalla
ruotabile Terranova-Mazzarino. Ora, la designazione
di M. Ficari raccolta dai topografi militari, se non è
inesatta, è, certo, quasi inusitata. Perchè, in bocca ai
contadini, Dessueri chiamasi il monte, il fiume, il va-
lico di triste fama per le sue ripetute aggressioni:
in altri termini, tutta la piccola regione colle uniche
due fattorie che contiene, quella Cammarata a SE,
e quella Alberti a NO del Ficari.

Dalla vetta del Gibiliscemi si ha un panorama
grandioso; tirando una diagonale dall'Etna a Licata,
si domina un terzo dell'isola; a settentrione la vista
si protende sui monti oltre Caltanissetta. Del resto, è
il solito panorama monotono, ondulato ed arido, illu-
minato da luci meravigliose all'aurora ed al tramonto,
ma che non assurge mai alla grandiosità e varietà
dei panorami alpini.

Mentre la vetta ed i vasti rampanti del Gibili-
scemi non contengono tombe siculo, se ne vedono a
centinaia lungo le falde orientali del Dessueri dalla
vetta fin quasi giù in fondo al fiume. Altri gruppi

(') Bull. Paletnol. Rai., a. XXXVI, p. 177; Di una ano-
nima città siculo-greca a M. S. Mauro presso Caltayirone,
col, 124 (in Mon. antichi dei Lincei, voi. XX).

fittissimi si svolgono attorno ai due isolotti rocciosi,
che serrano il fiume in una morsa e che si denomi-
nano Fastuccheria. E parecchie altre centinaia sono
aperte nel fronte occidentale, e talune anche in quello
opposto, della lunga cortina o parete rocciosa deno-
minata Canalotto, lunga oltre un chilometro, e che,
colla sua calva vetta di m. 311, forma il contraf-
forte SE al Gibiliscemi, mentre il Dessueri forma
quello di SO.

Di tutti questi vasti gruppi sepolcrali, corrispon-
denti ad un estesissimo abitato, diviso, come a Pan-
talica, in una quantità di frazioni disposte sulle cre-
ste e sulle terrazze, dirò partitamente nella presente
monografia.

Singolarmente tristi sono le condizioni di que-
sta deserta regione, dove vi hanno appena tre mo-
deste fattorie (due attorno al Dessueri, ed una, mise-
rabile, a Canalotto): dove la popolazione permanente
si riduce forse ad una dozzina di persone sopra una'
ventina di chilometri quadrati; dove gli agricoltori
vengono da enormi distanze, fino da Mistretta in pro-
vincia di Messina, attraversando a piccole carovane
l'interno dell'isola in autunno per seminare con me-
todi primitivi, ed in grosse frotte a mietere nel giu-
gno ; dove molti dei proprietari latifondisti non hanno
mai messo piede, concedendo il suolo in gabella per lo
più alle stesse famiglie ; dove l'unica strada ruotabile
godeva, un decennio addietro, una trista fama per le
continue aggressioni, che vi subivano le lunghe co-
lonne di carrettieri ascendenti e discendenti fra Ter-
ranova e Mazzarino; in così fatta regione, isolata e
spopolata, era naturale che nessun archeologo avesse
mai messo piede. La necropoli di M. Dessueri era
perciò, sino al 1902, completamente ignota al mondo
scientifico ('), nè mai vi si erano tentati scavi di sorta.
A me, durante gli scavi di Gela, era stata segnalata
da più parti l'esistenza di centinaia e centinaia di
grotte funebri sicule; e della grande importanza scien-

(') Nemmeno un ricordo qualsiasi ne trovo negli scritti
dello Schubring e del Cavallari (I,e città e le opere di esca-
vazione in Sicilia anteriori ai Greci, Palermo, 1877), i quali
prima delle ricerche sistematiche da me eseguite negli ultimi
24 anni, tentarono almeno di segnalare le principali necropoli.
Lo Schubring (Rheinisches Museum, N. F. XXVIII, p. 121)
si limita solo a dire che a Dessueri vi sono nicchie nelle roccie
e grotte di abitazione.
 
Annotationen