Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

DOI Artikel:
Gàbrici, Ettore: Cuma
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0022

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
31

CUMA 32

dei secoli V e VI. La zona dove i Sanniti trovarono lasciandovi il seme di quelle masnade che Napoli
il terreno quasi vergine, fu quella dei fondi di Sta- nel 1205 cacciò di nido e soppresse. Così chiudevasi
nislao Palumbo, Esposito, Giovanni Palumbo. Ivi lo per sempre la storia di Clima. Se non che su quelle
Stevens scavò per parecchi anni, frugò in tutti gli strati, zolle alitava sempre lo spirito del grande poeta latino ;
scendendo alle maggiori profondità, ma non gli riusci e la tradizione locale fin dal secolo IV raccolta dallo
di scoprire altro che tombe greco-sannitiche e tombe pseudo-Giustino, nel secolo VI da Agathias e da Pro-
romane copio, era incerta nell'additare la sede della Sibilla.

Ma dopo che la rocca ben munita diede ricetto alle

soldatesche di predoni, dopo che essa fu devastata

§ II. dalle milizie regolari di Napoli, la tradizione, che

prima aveva esitato fra l'Acropoli e l'Averno nel de-

Storia degli scavi e delle scoperte. signare la sede della sacerdotessa ministra di Apollo,

pare che si localizzasse nella grotta sulle rive dei-
La narrazione virgiliana dell'arrivo di Enea sulla l'Averno. Nell'opera del Braun, che è della fine del
spiaggia cumana, dei lieti presagi della sacerdotessa secolo XVI ('), questa è descritta come la grotta della
di Apollo, della discesa nel regno dei morti, foggiata Sibilla, senza alcuna menzione dell'altra; ed in una
sul ricordo omerico di Ulisse e della terra dei Cini- carta geografica dei territorii di Napoli e di Pozzuoli,
merii, contribuì moltissimo a mantenere in vita, nelle che è di poco posteriore alla eruzione di Monte Nuovo
età successive, certe tradizioni locali che avevano un (anno 1538), le rovine di Clima sono indicate fra certi
profondo significato religioso. Quale che fosse la loro scogli di rincontro alla spiaggia di Baia (2). Molto dovè
origine, egli è certo che dallo pseudo-Giustino (') fino conferire al prevalere di questa tradizione falsa la
al Sannazzaro (2) il nome di Clima richiamò sempre decadenza e l'abbandono di Clima. Ai principi! del se-
alla mento l'Averno, l'entrata agli Elisi, l'antro della colo XVII rimontano le prime scoperte di Clima. Destò
Sibilla. Oggi ancora un velo di mistero si stende su molto interesse quella di parecchie statue di marmo
quella parte della Campania, ed anche le persone colte rinvenute nel lGOu in un terreno della mensa arcive-
non sanno sottrarsi alla suggestione di una tradizione scovile di Napoli, cui era stata aggregata la Chiesa
dotta che fa restare perplessi e, come sirena amma- di Clima. Era allora arcivescovo di Napoli Ottavio
liatrice, distoglie dalla indagine storica. Troppo a Acquaviva, cui si rivolse il viceré don Alfonso Pimentel
lungo ebbe agio di sbizzarrirsi la fantasia leggendaria per ottenere il consenso di scavare nel nominato ter-
degli antichi per la mancanza di una tradizione scritta, reno, sapendosi che le statue erano state viste dai
che cominciò assai tardi per l'Italia, quando già la contadini durante i lavori agricoli, e poi sepolte,
colonizzazione greca in Occidente aveva compiuto da Antonio Ferro, che le illustrò in un opuscolo, ne
secoli l'opera sua di civiltà. I Romani stessi, che nella enumera e descrive tredici con due grandi medaglioni
età imperiale, costruendo le loro ville presso il lido di marmo (3). Di che natura fosse l'edifizio donde
cumano, vi rintracciavano le reliquie della Clima le statue furono tolte, e in qual parte della città si
ellenica, e che, scavando le dimore sotterranee ai trovasse, poco si preoccupano di farci conoscere gli
loro defunti, raccoglievano gli oggetti dalla pietà degli _

antichi abitatori depositati nelle tombe, non erano (lj Civitates orbis terrarum> lib. ra> p< 57 (edizione del

certo in grado di valutarne l'importanza e non erano 1612).

mossi dallo spirito di ricerca. Discesero i barbari di , e) A^ di caHe geografiche, faglio 110 (da me con-

saltato nulla biblioteca nazionale di Firenze; colloca/.ione 12-44).
Totila, che fecero scempio della città romana e dei (»} A. Ferro, Apparato delle statue nuovamente trovate

miseri cittadini riparati fra le mura dell'acropoli, nella dialrutta Cuma, Napoli 1606. L'opuscolo del Ferro fu

inserito nel Thesaurus del Grevio al voi. IX nella traduzione

- latina. Circa i particolari del trovamento, sui' quali non sono

d'accordo gli scrittori, v. Capaccio, Il forastiero, p. 515;
(•) Cohort. ad Geni. 35, A, ediz. De Otto (Corp. Apologet. id., La vera antichità di Fazzuolo, p. 236 (a. 1607) ; Mormile,
Christian, saec. secundi, tom. II, Jenae 1879, p. 120). Descrittione della città di Napoli, pp. 222 sgg. ; Capaccio,

C) Libro II, Elegia IX. Historiae neapolit., p. 239 (ediz. del 1771).
 
Annotationen