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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0023

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CUMA

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scrittori contemporanei. Il Capaccio, che ebbe incarico
di recarsi sul luogo insieme con l'ingegnere regio
Domenico Fontana, dice essere il podere appartenente
a Carlo Spinelli, e narra di una fabbrica sotterranea
che egli giudicò essere una « loggia lunga e larga, e
vi si scorsero due porte, che al sicuro aveano due
altre incontro; dentro poi in varii nicchi ch'avea in-
torno, erano statue...» ('). Con maggiore esattezza
il Ferro riferisce, che l'edilìzio antico era un tempio
con colonne, cornici di marino bene scolpite, statue,

fu portato in Palazzo, e il Cardinale Acquaviva se ne
adirò pretendendo che fossero sue quell'antichità... lo
l'ho sempre vedute in Palazzo per che il Viceré non
volse portarsele. Dopo partito il duca d'Alba, non l'ho
più vedute. Si veggono alcune ne gli Studi nuovi (')
dove alcune furono comprate da D. Gabriel Sances,
altre dal Principe di Avellino, le vedrete con due
tondi che vi detto (sic) di Agiippa e del figlio ».
I due tondi a cui accenna, sono i duo grandi meda-
glioni marmorei, ciascuno con figura tognta ad alto

l'iG. 5.

che trovavasi « non lungi dalle mura di Cuoia, per rilievo nel mezzo di una cornice, che si conservano

quanto può giudicarsi dalle reliquie apparenti del nel Museo di Napoli (fìg. 5). Ben lungi dall'essere

corpo della Città e della collina vicino la strada Appia di Agrippa e del figlio, essi rappresentano le immagini

[via Domitiana] che dall'Arco Felice discende al piano di due persone della famiglia Satri a, come si desume

e molto vicino al Lago volgarmente chiamato Lago dalle iscrizioni che loro stavano di sotto. Questi me-

morto o Foce di Patria ...» (2). Con tutto ciò resta daglioni, di cui si è sempre ignorata la provenienza,

molto incerta la ubicazione dei ruderi che, secondo sono due pregevoli monumenti- decorativi del primo

il Capaccio, non appartenevano solo ad un tempio, secolo dell' Impero, che ornavano un edilìzio civile,

ma ad un tempio e ad una basilica. Probabilmente quello forse che fu ritenuto essere la Basilica di

il luogo designato è la parte piana della città, dove Clima (2). La ricerca delle tredici statue, che rappre-

sorgeva pure il tempio di Giove. Quale sorte abbiano -

avuto tanti pregevoli monumenti di scultura, non è (') Palazzo degli Studi nuovi chiamavasi al tempo del Ca-

dato Conoscere appieno. 11 Capaccio (3) dice Che « tutto Paccio " fabbricato, dov'è oggi il Museo Nazionale di Napoli,

essendo allora sede dell'Università degli studi.

(3) Guida del Museo di Napoli, n. 1051, riprodotto alla

(') Il forastiero, p. 515. fìg. 5; sono di restauro le dita della mano sin., il rotolo e il

(2) Op. cit., p. 11; Capacius, /list, neapolit. p. 239: «in naso; il diametro mass, è di m. 1,54, la sporgenza della fronte
media illa planitie, in qua sementes factae fuerant ». di cm. 16. (V. Ferro, op. cit., p. 98). L'altro medaglione, n. 1052,

(3) Il forastiero, ibid. ha di restauro l'antibraccio destro e il profilo del naso; il

Monumenti Antichi — Vol. XXII. 3
 
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