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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0027

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CUMA

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fa poi ristampato (') ; e nei principii del secolo XIX
appariva l'atlante del Morghen con incisioni delle
migliori vedute di Clima, di cui qualcuna ho ripro-
dotta in questo libro (2). Il De Jorio, tutto compreso
dell' importanza degli studi di Cuma, pubblicava nel
suo atlante del 1822 la pianta dell'agro cumano,
opera non più ritentata fino ad oggi, precisa in ogni
sua parte, utilissima perchè molte tracce di monu-
menti da lui rilevati sono oggi scomparse. Lo sfrut-
tamento della necropoli era intanto avviato e nel
1829 vi scavava il Blacas (4), nel 1842 Luigi Cor-
reale (5) e Michele Santangelo (6), che immetteva
nella sua raccolta privata il frutto della sua esplora-
zione. La statua di Anubis del Museo di Napoli, che
è data come proveniente da Pozzuoli, fu scoperta
invece a Cuma nel 1836 (7); e tre statue di marmo
rinvenute presso « l'antico circo di Cuma », come scrive
il Bonucci, furono nel 1839 trasportate al Museo bor-
bonico; ma essendo troppo vaghe le indicazioni da
lui date, non mi riuscì di identificarle (8).

(') Paoli P., Antiquitatum Puteolis, Cumis, Bais existen-
tium reliquiae, Napoli 1768 (ediz. di Venezia con testo ita-
liano, a. 1768). Si aggiunga: Scotti, Dissertazione corografico-
istorica delle due antiche città di Miseno e Cuma, 1775.
Raccolta degli antichi monumenti esistenti fra Pozzuoli, Cuma
e Baia, luoghi nel Regno di Napoli, Roma, presso A. Franzetti
(verso il 1790).

(a) Gabinetto di tutte le più interessanti vedute degli
antichi monumenti esistenti in Pozsuolo, Cuma e Baia ecc.,
espresse in n. XXXXV rami ed elegantemente incise dal
celebre F. Morghen e disegnate da valenti professori, Napoli
1803. Ne conosco un'altra edizione del 1816. Vedi pure Paolini,
Memorie sui monum. antichi ch'esistono in Miseno, in Baoli,
in Baja, in Cuma, in Pozzuoli, in Napoli ecc. ; Napoli 1812.

(3) Ruggiero, op. cit., p. 204 (12 aprile 1816); Semmola,
Illustrazione di una collana egizia, in Mon. ined. di antich.
e Belle arti raccolti... da una società archeologica, Napoli
1820 (ristampato nel 1844). [È una collana di pastiglia trovata
in una tomba romana]. Gnaccarini, Vaso italo-greco, in Mon.
ined. (come sopra) 1820. [Si illustra un vaso di creta, romano,
a forma di maialetto, che è forse quello medesimo della Pace.
Cum. 84928].

(*) Bullett. Instit., 1829, p. 164; 1842, p. 8, notai.

(6) Ibid., 1812, p. 6, sono descritti i due vasi di Eos e
e Kephalos e di Trittolemo, pei quali vedi più oltre. Cfr. Doc.
ined. II, p. 33, a. 1840.

(°) Ibid., 1842, p. 8. Cratere a colonnette a f. r. = guer-
riero che si sta armando ed ha indossato la corazza e l'elmo;
donna che gli porge lo scudo e l'asta. Panofka, Arch. Ztng,
1848, pp. 224, 24 ; Heydemann, n. 700. Molti vasi della rac-
colta Santangelo sono di provenienza cumana.

Ci Docum. ined. IV, pp. 98 sg. ; Guida del Museo, n. 706.

(8) Bullett. d. Instit., 1839, p. 77; Docum. ined., II, p. 33
(9 luglio 1839).

Una fonte preziosa per la storia degli scavi di
Cuma è il Ballettino archeologico napoletano redatto
dall'Avellino e continuato dal Minervini, nel cui primo
numero si illustrano i due vasi del secolo V, l'uno col
soggetto di Trittolemo l'altro con quello di Aurora e
Keplialos, passati nella raccolta De Luj'nes, donde in
quella della Biblioteca Nazionale di Parigi Gli
scavi di Lord Vernon, sui cui risultati non si hanno
notizie, porgono materia ad un interessante articolo
circa la famosa lekythos di Tataie, oggi al Museo
Britannico (2). Di queste ed altre scoperte faceva cenno
in Germania VArchàologische Zeitung per opera del
Gerhard (3).

Il primo scavo condotto con una certa continuità
nella necropoli di Cuma fu quello del conte di Si-
racusa, ma coti assai scarso vantaggio della scienza,
date le condizioni generali della cultura nella metà
del secolo XIX. Cominciato verso la fine del 1852,
durò ad intervalli fino al 1857 ed ebbe ad illustratori
il Fiorelli e il Minervini. Il prodotto di questo scavo
forma la Raccolta Cumana del Museo di Napoli, la
quale sarà oggetto di studio speciale più. innanzi. Le
escavazioni del conte di Siracusa non tennero lontani
da Cuma gli sfruttatori del sottosuolo, che anzi furono
maggiormente invogliati a proseguire nelle loro ricer-
che. Nel 1854 il Minervini illustrava il sarcofago di
Pelope ed Enomao (''), nell'anno seguente il vaso dei
misteri che ora sta a Pietroburgo (5); nel 1856 dava
lo schizzo di una tomba di singolare struttura, stu-
diata a Cuma dall'architetto inglese Ashpitel (6).

(') Bullett. Instit., 1842, pp. 6 sg. (Schulz); Docum. ined.,

II, p. 33 (ottobre 1840); Bull. arch. nap., I (1842), p. 5, tavv. I
e II; aggiunta ibid., p. 35; II (1844), pp. 49 e 135 (Cavedoni);
III (1845) p. 62; Arch. Zeitung, 1843, 15, 59 (Gerhard);
De Pidder, Catalogue des vases peints de la Bill. Nat., nn. 423
e 424 (questi ne ignora la provenienza).

(2) Bull. arch. nap., II, 1844, p. 20, tav. 1, 2. Di questo
vaso parlerò più innanzi.

(s) Per altre scoperte vedi Bull. arch. nap. dell'Avellino,

III, 1845, p. 62; IV, 1846, pp. 49, 51, 140; V, 1847, p. 116
(Garrucci); VI, 1848, p. 89. Bull. arch. nap., del Minervini,
I, 1853, p. 130 (Garrucci); VI, 1858, p. 65 (Minervini); Bull.
Instit., 1847, p.242; 1857, p. 110; 1858, p. 143; 1863, p. 105;
Ruggiero, Scavi in terraferma, pp. 209 sg. (1, 31 maggio;
9 giugno 1850 = statua di marino); p. 211 (29 nov. 1852).

(<) Bull, arch nap., II, 1853, tav. I, fig. 2; vedi col. 21.
(6) Ibid., Ili, 1855, pp. 73 e 177, tav. VI.
(«) Ibid., V, 1857, p. 101, tav. Vili, 2-4. Ashpitel in Ar-
chaeologia XXXVII, 1857, p. 316 seg.
 
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