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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0028

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43

Con la pubblicazione di tanti monumenti staccati
eransi molto estese le cognizioni intorno alle anti-
chità dimane (') ; ma uno scavo sistematico, il solo
da cui possa trarre vantaggio la scienza, non erasi
ancor fatto. Questo merito e questo sacrifizio insieme
era riserbato ad un uomo che non era uno scienziato,
ma dello scienziato possedeva la fede ed in parte il

cdma 44

Nel 1884, dovendosi intraprendere i lavori per
l'opera di bonificamento del lago di Licola, la impresa
assuntrice acquistò una buona parte del fondo Cor-
reale, quello a monte della via di Licola, e ne fece
lo splateamento per ricavarne il terreno occorrente a
disseccare la palude. Molte tombe furono scoperte,
fra le quali quella che aveva una iscrizione arcaica

Fig. 7.

metodo, ad Emilio Stevens. Se oggi la scienza è in con- incisa sul tufo ('). E nel 1892, in occasione di lavori

dizione di dire una parola nuova e sicura sopra uno di pubblica, utilità, scoprivasi nel fondo Correale, presso

doi più ardui problemi risguardanti la origine della le mura della città, la tomba che diede il dipinto

civiltà in Italia, deve saper grado a quell'uomo, che della donna intenta alla toletta (2). In questo ultimo

con fermezza e scrupolosità di vero ricercatore non si ventennio gli scavi clandestini nella necropoli non

risparmiò disagi e spese per la ricerca del vero. ebbero limite, e giovò assai poco la energia spiegata

Salvo alcune parentesi, le sue esplorazioni durarono dalla Direzione del Museo di Napoli nel reprimere

dal 1878 al 1893, con una breve ripresa nel 1896. questo contrabbando a danno degli studi. Verso il 1900

Lo studio della raccolta Stevens rappresenta il più il prof. Paolo Orsi, allora commissario governativo

sostanziale e vitale nucleo di questa mia pubblicazione. al Museo Nazionale di Napoli, fece un acquisto im-

- portante di vasi d'impasto e bronzi di tombe preel-

(') Le principali scoperte di Cuma fino agli scavi del conte leniche, messi in commercio da scavatori che, sulle

di Siracusa sono sommariamente annoverate da Jahn, Beschrei- tracce dello Stevens, avevano ripreso gli scavi nella

bang, p. lix. Di alcuni vasi scavati a Cuma nell'area di un

tempio (forse dedicato ad Hera) dal principe Emilio de Sayn -

Wittgenstein dà notizia il Minervini, in Bull. arch. nap., N. (') Sogliano, in Not. scavi, 1884, pp. 352 sgg. ; Helbig,

S., Vili, 1860, p. 25; della collezione del W., formata in Ilom. Epos2 p. 430, nota 5; Beloch, Campanien* p. 467.

grande parte col prodotto di scavi cumani, fa cenno il von Kaibel, Inscr. Sic. et It. 871. Vedi col. 27 n. 1.

Dulin, in Bull. Instit., 1878, p. 156, n. 1. (») Vedi col. 28 n. 2.
 
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