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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0068

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CUMA

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decorazione primitiva, quale è quello a cordoni con
steccature, che è proprio dell'età neolitica e quindi
delle grotte e dei villaggi a capanne, va associato il
riscontro della forma. Simili confronti possono farsi
col materiale di stazioni dell' Italia superiore, riferi-
bili all'età del bronzo; ma le somiglianze col mate-
riale del sud hanno per me maggior valore, trattan-
dosi di una necropoli dell' Italia meridionale.

La ciotola della tav. IX, 10 è ornata di tre cor-
doni arcuati con intaccature; altre (tav. IX. 9), hanno
stilature oblique a guisa di fune sull'orlo. È notevole
la grande olla della lig. 40, di creta giallo-rossa con
molte anse anulari e coperchio ; gli ornati consistono
in cordoni su questo e sulle spalle, con numerose im-
pressioni oblique a stecca. E questo il maggior vaso
che siasi trovato nella necropoli indigena di Cuma, ed
è sorprendente come esso, senza l'aiuto del tornio, sia
stato eseguito con tanta simmetria e precisione. Ciò
prova che la tecnica ceramica era ivi già di molto
progredita. Un simile vaso del Museo di Napoli, dello
stesso impasto, ma di assai minori proporzioni, proviene
anch'esso dalla necropoli di Cuma. Ne conosco un altro
molto simile nel Museo di Villa Giulia, proveniente
dal territorio falisco (n. d'inv. 3856).

Le forme finora menzionate sono comuni fra il
materiale delle tombe dimane che più si accosta a
quello delle stazioni di fondo neolitico dell'Italia me-
ridionale. Altri vasi, meno frequenti, molto somigliano
a questi per la loro esecuzione alquanto grossolana.
Alcune ollette ovoidali poggiate su stretto ed alto pe-
duccio a guisa di pisside (tav. X, 5), o addirittura
senza base (lig. 45), hanno forellini attorno all'orifìzio,
che corrispondono a quelli del relativo loro coper-
chietto conico munito di una presa centrale (tav. X.
nn. 4,6); uno di questi ha una decorazione plastica
e due creste elevantisi sul bordo (tav. X, 1). Tali
coperchietti non sono dissimili da quelli rinvenuti
nella necropoli di Palombari Sabina, dei Colli Albani
e di Allumiere, dove per lo più sono destinati a co-
prire gli ossuarii (').

Un vaso che è per lo più di una rozza esecuzione
e senza ornati, ma solo con qualche intacco eseguito
a larga stecca o con rudimentale decorazione plastica,
è quello che chiamiamo askos (tavv. IX, 2; XIII, 3).
L'orifizio, e talvolta anche il breve collo, non sono
disposti sull'asse verticale del vaso, ma alquanto late-
ralmente, in guisa che il manico deve inclinarsi più
o meno a seconda dello spostamento dell'orifizio, per
saldarsi al labbro. Talvolta in luogo dell'ansa presenta
una linguetta rettangolare forata (rig. 31). L'askos è
un tipo di vaso che ha forme svariatissime in tutta
la ceramica dell'Italia e della Sicilia. Quelli della
Etruria meridionale hanno una particolare foggia, che
non ha nulla da vedere con questi di Cuma. perchè la
loro evoluzione, pur essendo locale, seguì sotto l'in-
flusso di originali diversi da quelli, sotto la cui in-
fluenza si formò l'askos cumano. Nei tre askoi delle
antichissime tombe di Allumiere, che non sono iden-
tici fra loro, si vede lo sforzo di imitare un vaso a
corpo allungato in senso orizzontale, ed uno di essi
è di sagoma tondeggiante che si appiana di sotto per
l'appoggio ; ma tutti e tre concordano nell'avere la
presa anulare distinta dal collo ('). Gli askoi dimani
hanno l'ansa saldata al labbro, verso cui è inclinata,
ed il loro corpo è sempre sferoidale (tavv. IX, 2;
XIII, 3). Gli askoi dell'Etruria procedono da origi-
nali ciprioti dell'età del bronzo, a forma di uccello o
di quadrupede: forma che troviamo perfettamente
imitata nella posteriore ceramica dei pezzetti di Cor-
neto ed in quella dipinta di Bisenzio. L'askos cumano
non ha mai la forma cipriota, e per l'attaccatura del-
l'ansa al collo somiglia alla forma troiana che si svi-
luppa sotto l'influenza della brocca con becco a car-
toccio, che è propria delle Cicladi e che trovasi male
imitata nella ceramica dell'età del bronzo nella Grecia
continentale. L'askos della Sicilia imita più fedelmente
la forma micenea e si distingue da quello di Cuma,
il quale non presuppone l'askos miceneo, ma la brocca
cicladica. quale si presenta nella ceramica dell'età del
bronzo premicenea della Grecia continentale. L'askos

(') Palomb ira sabina (Not. scavi, 1902, p. 21; Monumenti
aut. Lincei, XV, tav. XVIII, 18); Grottaferrata {Not. scavi, 1902,
p. 187. flg. 33); Cdli Albani (Monum. ant, XV, tav. XX. 3;
Bull. comm. comun. diRvma 1900, tav. XI 13; Mon. ant. Lincei,
XV, tav. XVIII, 7); Allumiere (Bull. Pai, XXXVI, 1910, ta-

vole VII, 2, 3, 7; Vili, 1, 5, ecc). È ancora inedito qualche
simile coperchietto di tombe scoperte a Conca (Museo di Villa
Giulia), il cui materiale è affine a quello dei Colli Laziali.
Questi coperchietti sono puro a forma di tetto di capanna.
(*) Bull. Paletti., XXXVI, 1910, tav. VI 9-11.
 
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