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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0071

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129 cuma 130

ma prima di essere adottato nella Toscana meridio- stazione di Punta del Tonno e da buona parte degli

naie, dov'è più antico che non altrove, non è lecito di oggetti della grotta di Pertosa. Gli esemplari dimani

considerarlo come tale. E se fosse vero, che i primi derivano senz'altro da questi prototipi, avendo tutti

ariani discesi nell' Italia tirrena avessero portato con sè i caratteri della età in cui erano fabbricati e for-

bell' e fatto il vaso biconico dalle pianure bolognesi, nendo un altro punto di contatto fra Cuma e il mez-

nou si spiegherebbe come mai gli arii del territorio zogiorno d'Italia (').

falisco, i cui cinerarii associati alla fibula del tipo i vasi eseguiti con maggior cura, e più riccamente

Tolfa ed Allumiere sono fra i più antichi della pe- decorati, sono le tazze e le anforette, che assumono

nisola, e gli Arii dei Colli Albani, adottassero, gli uni forme svariate. L'impasto di questi vasi minori è

una specie di piccolo dolio a corpo allungato, che quasi sempre molto epurato, e il colore offre varie gra-

troviamo nella ceramica dei discendenti dei neolitici dazioni, dal grigio-scuro o grigio-giallognolo al nero,

in tutta l'Italia, gli altri l'urna a capanna e l'olla secondo il grado di cottura; la superficie, sempre le-

biansata. Ed a Cuma preellenica, dove la civiltà pa- vigata, è in alcuni esemplari lucidissima. Le anfo-

rallela a quella dell' Etruria meridionale dopo la di- rette hanno sempre due piccole anse ad anello piatto

scesa ariana ebbe uno svolgimento indipendente, che impostato sul labbro e sulle spalle ; il ventre è fatto

è legato a quello di tutta l'Italia meridionale e della per lo più con tre o quattro prominenze, che, viste

Sicilia, le forme stesse di vaso che più si accostano dall'alto, danno al vaso forma quadrata o triangolare.

all'ossuario villanoviano hanno caratteristiche meri- La parte inferiore, ora è conica e finisce a stretta

dionali. Certo è che l'unico vaso villanoviano di Cuma base, ora è emisferica. Si osservi bene che il collo

(tav. XI, 8) risente un'influenza della Toscana; ma di queste anforette dimane è brevissimo, e che il

è pur vero che, a prescindere dagli ornati affatto di- corpo è alquanto tozzo, meno alcuni rari esemplari

versi da quelli dei cinerarii tipici, esso non ha alcuna che lo hanno slanciato. Le decorazioni sono disposte

ansa, e per questa particolarità trova i suoi precedenti attorno alle sporgenze del ventre, e consistono di

in molti cinerarii di Timmari. Nelle necropoli dei striature a semicerchio o di incisioni lineari paral-

Colli Albani il vaso a cono superiore ebbe uguale svi- lete, che vanno ad incontrarsi sopra le bugne. In altri

luppo che a Cuma, rimanendo accanto all'ossuario fra esemplari l'ornato gira attorno al ventre, formando

i vasi secondarii e di piccole proporzioni ; meno fre- linee spezzate (tav. XVIII, 5). GÌ' intervalli tra le

quente è nelle necropoli dell' Italia meridionale. A prominenze sono anche decorati di striature a doppia

Torre del Mordillo (') ha l'ansa verticale, impostata spirale (tav. XVII, 1, 2), che troviamo anche sopra

sul labbro e sul ventre, come a Timmari e a Terni; altri vasi (tav. XI, 5). L'anforetta della tav. XVIII, 2

egual forma presenta a Taranto (2). Alla grotta di Per- ha sulle spalle un giro di dischetti impressi ; altre

tosa fa capolino in modo assai sporadico (3). hanno impressioni fatte con mezze cannucce. Una

Una forma biconica e corpulenta hanno due ollette anforetta notevole è quella della tav. XVIII, 6, che

di Cuma con beccuccio cilindrico e ponticello fra reca sn\ ventre una zona, limitata da due giri di

questo e il labbro (tav. XIII, 5). Di simili vasi usci- ijnee dentate, nella quale è ottenuta, con lo stesso

rono dalle grotticelle di Matera e dalle tombe di mezzo, una serie di meandri a~i_, tratteggiati inter-

Thapsos e di Cozzo Pantano; con la differenza che namente.

questi esemplari della Sicilia hanno una tecnica molto

progredita, laddove quelli di Matera rispecchiano le

,...,„.,,. . , j. C1) Patroni, in Uonum. ant. Lincei, Vili, col. 482, fìgg. 71,

condizioni della industria ceramica durante la fase ?3; 0rsii jn Mm mt Lincei> U n 22. VI> tav>IV>

della civiltà del bronzo, rappresentata nell'Italia me- 17; Colini, in Bull. Pai, XXIX, 1903, p. 93. Non è senzava-

ridionale dagli strati medi di Coppanevigata, dalla ^ l'osservare, che,nna olletta co„ beccuccio saldato al labbro

& rr u del genere di qUeste dell'Italia e della Sicilia, si rinvenne a

- Phylakopi nello strato più antico con ceramica incisa contera-

l1) Not. scavi, 1888, p. 248, n. 14. poranea di quella ad ornati geometrici dipinti (Edgar, Exca-

(2) Id., 1902, p. 586, &gg. 10, 11; p. 587, fig. 12. vations at Phylakopi in Melos, tav. IV, 131 Qualche esem-

(») Patroni, in Monum. ant. Lincei, IX, col. 576, fig. 28; piare di questo tipo di vaso, riferibile all'età del bronzo,

Carucci, op. cit., tav. XXIX, 5. conserva nel Museo di Bari.

Monumenti Antichi — Vol. XXII

si
 
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