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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0079

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CUMA

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tale, sormontata da bastoncelli, che si inclinano e si
incontrano, formando una specie di reticolato, che
mette capo ad un anello; ai fianchi dei due baston-
celli estremi, quasi come sopra un piano inclinato,
posano due figure di quadrupedi assai sommariamente
accennati. La targhetta è incorniciata e decorata di
cerchielli con foro centrale fatti a punzone; sul bordo
inferiore si aprono sette forellini, ai quali erano sos-
pesi altrettanti pendaglietti (due ne mancano), for-
mati da una verghetta cilindrica con due rigonfiamenti
piatti d'ognintorno. Il pendaglio centrale è più lungo.

Un altro pendaglio della figura 26 è degno di sin-
golare interessamento: due targhette a T capovolto,
con anelletto di sospensione, ed ornamenti di cer-
chielli con punto centrale a compasso ; negli spazi
laterali due assicelle ad angolo, con due volatili, sotto
ad uno dei quali sta un ornato a mezzaluna. Cinque
forellini stanno sul bordo inferiore della targhetta
orizzontale, da tre dei quali pendono tre figurine
umane. Come quella dei due quadrupedi precedenti,
la figura umana è ricavata da un'asticella perpendico-
lare, attraversata da due ardii paralleli, l'uno maggiore
esprimente le braccia, l'altro minore esprimente le
gambe, con due prolungamenti in opposte direzioni
che esprimono i piedi.

Eruditi confronti per istabilire un termine appros-
simativo dell' inizio di queste falere in Italia, sono
fatti, come dicevo, dal Colini, che compendia tutti
gli studi precedenti (1). Egli osserva, che se ne tro-
vano, oltre che in Italia, negli strati dell'ultima età
del bronzo, anche in necropoli della prima età del
ferro, fino a Torre del Mordillo. Se ne rinvennero
nella Sicilia al Molino della Badia, di passaggio al
terzo periodo, e nella necropoli del Finocchito. L'Orsi
crede che siano state introdotte colà dal commercio
greco; difatti ne hanno date i sepolcreti arcaici del
Fusco e di Megara Hyblaea. Se ne rinvennero pure
ad Olimpia (2). Quelli almeno della penisola italiana
io credo che siano prodotti d'industria locale, ispi-
rata da originali micenei.

Richiamo l'attenzione sulle ultime due falere, da
me descritte e segnatamente sulla seconda, che nella

(') Bull. Pai, XXXV, 1910, p. 122 sgg.
(2) Bull. Pai., XXIII, ]). 178, tav. VII, 18; Furtwangler,
Bronzen von Olympia, XXIV, 472.

Monumenti Antichi — Vol, XXII.

disposizione dei volatili ha una rassomiglianza con
noti ornamenti micenei d'oro ('). Giova pure ricordare,
che i due quadrupedi del pendaglio della tav. XXVI, 3
corrispondono perfettamente ad altri due di una falera
rinvenuta a Guriano Siculo (Aquila), e che le figure
umane dell'altro pendaglio si somigliano a quella di
una falera a giorno rinvenuta nei dintorni di Ra-
venna (2). La lavorazione a giorno degli ori di Egina,
è per lo meno assai significativa e corrobora i ri-
scontri fatti.

Richiamano i già descritti alcuni pendaglietti a
forma di quadrupede e di volatile, modellati da tutti
i lati, con anellino di sospensione, ed un altro for-
mato da ocherella superiore e due ocherelle sottostanti,
opposte l'una all'altra ed a corpo comune, (tav. XXV 4).
Un oggetto similissimo fu rinvenuto nei cumuli delle
Murge baresi (3).

La tomba 21 ha dato una fibula ad arco semplice,
a cui è infilata la prima catena di un tessuto ad
anelli, che aveva estensione maggiore ed aspetto forse
diverso da quello che oggi presenta. Gli anelli sono
contigui e paralleli, non già l'uno dentro dell'altro,
come potrebbe supporsi, Essi invece erano tenuti in-
sieme da fili di refe od altro, che li attraversavano
negli spazi interni, senza esser visti. Distrutti ora
i fili, gli anelli aderiscono per l'ossido; con tutto ciò
molti di essi devono essersi staccati. Simili avanzi di
tessuto ad anelli, furono scoperti in varie altre tombe
dimane, ma disgregati per la distruzione del tessuto,
in una di Terni (inedita), e a Novilara nel sepolcreto
più antico Molaroni (4).

Fra gli oggetti adoperati come ornamento della
persona hanno un posto notevole le armille, talune
a semplice cerchio aperto, altre avvolte in numerose
spire fino a raggiungere la enorme cifra di 38 (ta-
vole XIX, 1 e XXV, 6). In alcune il bastoncello è
cilindrico; in altre, e sono le più numerose, è a se-
zione semicircolare. Grande è la varietà degli ornati a

(J) Schliemann, Mykenae, fig. 423; Stais, Guide du JIJusée
d'Athènes, II, p. 15, n. 2G.

(a) Bull. Pai., 1909, p. 128, fig. 19; Montelius, Civilisa-
tion, I, p. 445. Simili figure umane schematiche vedonsi in
dischi a giorno della provincia di Perugia (Montelius, op. cit.,
251, 5) e di Rimini (ihid. 96, 10 a).

(») Jatta in Bull Pai, XXX 1904, tav. VII fig. 10.

(*) Brizio in Monum. ani. Lincei, V, 1895, p, 225.

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