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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0084

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c0ma

156

la più affine alle grandi asce dei ripostigli di Tolfa,
Allumiere, Piediluco, Golu/.zo, Mandano, Casalecchio;
l'ascia della tomba di Valentauo può competere con
quelle di Clima per avere la penna stretta. Più ab-
bondante a Cuma è l'ascia ad occhio, che è propria
dell'Italia meridionale e della Sicilia e che si disporde
quanto più si rimonta la penisola. Difatti il ripo-
stiglio di Reinzano (Lecce) contiene ben 19 grandi
asce ad occhio, e nessuna ad alette; e così quelli di
S. Angelo in Grotte (Campobasso), e di Manduria
(Bari); quello di Piediluco ne contiene solo quattro
contrapposte a un numero grande di quelle ad alette;
il ripostiglio di Allumiere ne contiene 3 di fronte
a 15; mancano nel ripostiglio di Urbiio e di Mace-
rata. L'ascia ad occhio fu trovata in sepolcri non solo
a Clima, ma anche a Crichi e nella necropoli di Torre
del Mordillo, dove per altro è di ferro. A maggiore
conferma di quanto ci risulta, la Sicilia, che non co-
nosce l'ascia ad alette, dette un numero considerevole
di quelle ad occhio nelle stazioni e necropoli contem-
poranee al periodo di civiltà dell' Italia che stiamo
studiando. E la forma rara cumana a costole e bot-
tone (tav. XXVIII, 1 /;), è conosciuta nel villaggio di
Canuatello e, per trovamenti isolati, a Licodia Eubea,
Spaccaforno (nel Museo di Siracusa). Circa le asce
a cannone con appendici rostrate o falcate (tavola
XXVIII, 2 b e 3 b), possiamo citare gli esempii di
Valentauo, di Piediluco, che si riannodano ad un'ascia
piatta del ripostiglio di Monte Rovello (Allumiere),
e a qualche tipo della Sicilia e Sardegna (').

Ferro. II ferro trovasi largamente adoperato per
ribuie. armi, come si è visto, fra cui le cuspidi di
lancia, per strumenti agricoli o coltellacci. Nella col-
lezione Stevens esiste un fascio di circa dieci ver-
ghette di ferro rastremate e aderenti per forte ossido,
lunghe circa 40 cm. in media. Mi si assicura dagli
scavatori, essere stato rinvenuto in una tomba indigena.
Pare che sieno un fascio di giavellotti. Richiamo la

(l) Lo studin più completo sulle asce dell» prima età del
ferro è quello dui Clini in Bull. Pai. XXXV", 1909, p. 200 sgg.;
XXXVI, I910,p. 110. Per l'ascia di Valentauo v. St. De Rossi,
Secondo rapporto, p. 25, tav. II. Per l'ascia con bottone sul
dorso Bull. Pai., XXIII, tav. V, n. 2. Asce con appendici fal-
cate in Monum. ani. Lìncei, XV, tav. XXII, 10. Montelius,
Clvìlisation, 11,142, Il (Valentauo); Montelius, Givilisatìon,
tav. II, 122, 9 (Piediluco); ibid 11,308, 7 (Falerii); 11,180,4
(Vetulonia); ibid., I, 67, 14 (Bologna, S. Francesco), ecc. Per
l'ascia di Allumiere, v. Colini in Bull. Pai, XXXVI, 1910, p. 113.

attenzione sul ribulone della tomba V. d'i proporzioni
insolite (lungh. min. 297), per il quale trovo a fare
un solo riscontro con un simile tibulone falisco (Museo
di V. Giulia N. Iqv. 5486) anch'esso di ferro.

§

Lo spostamento (lei collimerei in Italia e
le origini di Cuma.

Sec. XI-X (principii)

Per quanto estesi, i confronti fatti nuli'altro ci
attestano se non i rapporti commerciali tra la Cam-
pania e le diverse regioni dell'Italia; ma nulla ci
illumina intorno al modo come queste relazioni si
svolsero, e molto meno circa i rapporti di antecedenza
e di conseguenza che legano Cuma al resto d'Italia.
Come si manifestò la civiltà preellenica di Cuma?
Ecco il quesito cui mi propongo di rispondere in questo
paragrafo. E si osservi che il còmpito sarebbe stato
alquanto più agevole, se il materiale descritto pro-
venisse da scavi eseguiti con ogni cura o che ci aves-
sero fatto conoscere la stratificazione delle sepolture
e l'associazione della suppellettile in ciascuna di esse.
Nè mi sento invogliato a tentare uno studio compa-
rativo fra le sepolture dello scavo Osta, essendo che
i giornali di scavo non furono redatti o mancano, e
risultando a me, nel modo più sicuro, che esse sono
prive dei migliori oggetti di bronzo, come a dire asce,
spade, ecc., (avendo gli scavatori stessi tralasciato
di raccoglierli in tempo opportuno) la cui associazione
con altri oggetti sarebbe stata utile. Mi limiterò
a dire che, esaminando i corredi di queste 36 sepol-
ture, riesce facile distinguerne alcuni piii antichi,
altri più tardi per il loro complesso e per la natura
stessa degli oggetti. Le sepolture III, XXIX, XXXVI
sono fra le più tarde per la presenza dei vasi di ar-
gilla figulina, del pendaglio di elettro, dello scarabeo,
dell'idolo egizio, i quali oggetti le fanno scendere
quasi al livello cronologico delle più antiche sepol-
ture greche. La sepoltura XIV sembra anch'essa re-
cente per l'abbondanza degli oggetti di ferro, fra cui
il pugnale a foglia e il morso di cavallo corrispon-
dono perfettamente a simili arnesi scoperti in una
delle sepolture greche arcaiche del fondo Artiaco (').

(') Mori. ani. Lincei, XIII, 19u3, p. 62, flg. 31 ; p. 66, fìg. 41.
 
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