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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0086
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CUMA

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tifici oggi esistenti. Ma ciò non sento di poter fare,
perchè le cresciute nostre cognizioni sulla civiltà del
bronzo e del ferro in Italia, e le recenti scoperte nella
Grecia continentale ed insalare, messe in rapporto con
la civiltà dell' Italia, aprirono nuovi orizzonti alla mia
indagine, e dimostrarono insufficienti le teorie, con
le quali oggi si spiega lo svolgimento della civiltà del
bronzo e del ferro nella nostra penisola. Questo mio
apprezzamento non deve sonare rimprovero o critica
a chi consacrò la miglior parte dell'attività scienti-
fica alla soluzione di così ardui problemi. I sistemi
scientifici, ai quali alludo, hanno il difetto di essere
fondati sui risultati di scavi fatti nell'Italia setten-
trionale, perchè l'archeologia preistorica del resto
d'Italia era poco o nulla conosciuta. Questo stato di
fatto favorì il preconcetto della precedenza dei paesi
nordici dell' Italia rispetto a quelli del sud nel cam-
mino della civiltà; preconcetto che con le nuove con-
quiste della scienza non più si regge e deve cedere
il campo a ipotesi nuove.

Le scoperte riferibili alla età del bronzo in varii
punti della Grecia continentale, o specialmente le stra-
tificazioni archeologiche della Tessaglia e della Beozia,
hanno dimostrato che ad una civiltà molto avanzata,
di cui si possono studiare i prodotti industriali a Di-
mini e Sesklo, seguì in tutta quella penisola un'era
di decadenza, e, si direbbe, di barbarie. La durata di
questo periodo di decadenza fu assai lunga; gli strati
di Zerelia e di Tsani Maghoula, dove fu ben consta-
tata, sono poco meno della metà di tutto il deposito
delle stazioni, arrivando fino allo strato ultimo che
dà ceramica micenea tarda. Gli scavi non sono finora
così estesi, da mettere in chiaro le fasi della industria
ceramica iu questo periodo di decadenza, il quale, per
essere durato a lungo, e per la sua estensione a tutta
la Grecia continentale, andò soggetto a diverse vi-
cende ed ebbe manifestazioni svariate a seconda delle
condizioni diverse di vita nelle varie regioni. Il ma-
teriale ceramico scoperto nel mezzo dell' Altis ad
Olimpia è certamente anch'esso dell'età di decadenza,
ma tende a scendere verso la fine. Questa decadenza
deve dipendere da una causa generale, da una inva-
sione di popoli di civiltà inferiore, che arrestarono
quella fiorente dei paesi prossimi alle coste dell'Egeo (').

(') Le scoperte fatte in questi ultimi anni nella Tessaglia.

Dando una scorsa alle varie forme di vasi che la
ceramica di questo periodo presenta, e considerandone
la materia e le particolarità tectoniche, non isfugge
la grande affinità di essa con quella di Troia. L'ansa
rudimentale forata o a forma di lingua con due pro-
minenze all'estremo, l'ansa ad arco rilevato sul corpo
del vaso e forata, l'ansa a semplice cilindretto attra-
versato da più fori verticali, e in ispecial modo la
tazzina a due anse molto sviluppate, per tacere di
tante note comuni, bastano a richiamare l'attenzione

Beozia, Focàie, Attica e Peloponneso, hanno avviato alla sua
soluzione il problema della discesa degli Ariani. Così a me
pare dopo di avere studiato le relazioni di scavo contenute
in numerosi scritti, ohe citerò in fine di questa nota. Le stra-
tificazioni di Zerelia. Lianokladhi. Tsani Maghoula, Tsangli,
Rachmani hanno accertato che in un periodo antichissimo, in
cui erano in uso gli arnesi di pietra, si usò una ceramica di
creta rossa monocroma o con ornati rossi su fondo bianco, alla
quale seguì una ceramica ad ornali neri su fondo rosso o anche
bianco, che si trovò in abbondanza a Dimini. Gli strati supe-
riori ciano occupati quasi esclusivamente da avanzi di vasel-
lami; grossolano monocromo (grigio, rosso o bruno) e di creta
nera levigata. Nello strato superficiale si trovarono pure fram-
menti di vasi di color grigio lavorati alla ruota, di vasi mi-
cenci tardi dipinti, e tombe a fossa rivestite di lastroni di pietra
con scheletro rannicchiato. Questa decadenza della civiltà in
epoca prcmicniea fu constatata dallo Tsountas a Uimini e
Sesklo. La durata di questo perìodo di decadenza della Tessaglia
fu assai lunga; gli strati di Zerelia e di Tsani Maghoula, che
la attestano, sono potyi meno della metà di tutto il deposito
delle stazioni. Queste scoperte dilla Tessaglia conviene met-
terle in rapporto cui quelle di Orchomenos, con alcuni trova-
menti sporadici di tombe a Corinto e ad Aphidna, col vasel-
lame di creta monocroma rinvenuto a Tirinto dallo Schliemaun
sotto al palazzo, quello scoperto nel mezzo dell'Altis ad Olim-
pia, ecc. Questo periodo di decadenza è dunque esteso a tutta
la Grecia, e lo studio degli strali, fatto in rapporto con la ci-
viltà dell'Egeo, servirà a determinare l'epoca della discesa
ariana. Non posso qui dilungarmi su questo argomento, tanto
più che la pubblicazione della ceramica di Orchomenos non è
stata fatta: ma accetto le vedute degli archeologi inglesi, quali il
Thompson e il Wace, i quali ripoitano al 2000 all'incirca questo
cambiamento nella civiltà della Tessaglia. Tsountas, Dimini e
Sesklo, Atene, 1908 ; Wace, Droop, Thompson, Excavations at
Zerelia in Thessaly, in Brit. School at Athens, XIV, 1907-08,
pp. 107 sgg. ; Wace, Thompson, Early Civilization in North
Greece in Annals ofArnh. and Anthropol., II, 1909, p. 149 (ved.
altra relazione di questi scavi in Brit. Sch. at Athens, 1909-10.
pp. 297 sg.) ; Wace, Thompson Prehistoric Thessaly, 1912;
Sotiriadis, Untersuchungen in Boiotien und Phokis, in Athen.
Mitt., XXX, 1905, p. 120; Wollgraff, Fouilles d'Argos, in Bull,
de corr. heli, XXVIII, 1904, p. 361; Weege, Einzelfunde von
Olympia 1907-9, in Athen. Mitt., XXXVI, 1911, p. 163; Bulle,
Orchomenos, in Abhandl d. Bayer. Akad. d. IViss., Miìnchen,
1907; S.Wide, Aphidna in Nordattika, in Athen. Mitt.,XXI,
1896, p. 388; Heermance and Lord, Premycenaean Graves in
Corinth, in Amer. Journ. of Arch., I, 1897, p. 313. È utilissimo
l'opuscolo del Fimmen, Zeit un Dauer der kretisch-mykenischen
Kultur, 1909.
 
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