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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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CUMA

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immensa quantità di metallo, che nei mercati pri-
mitivi dell'Italia riversavasi allo stato di oggetti ne-
cessari alla vita quotidiana o allo stato di rozze e pe ■
santi scorie, pigliò pure le vie del nord, come attesta
il ripostiglio di poderose bipenni scoperto a Madriolo
presso Cividale (Udine).

Ma la discesa degli Arii lungo il versante adria-
tico rimase appena agli inizii. Sulle coste della To-
scana cominciava intenso lo sfruttamento delle mi-
niere di rame, alle quali trassero i popoli delle ter-
remare, occupando tutta la Toscana ed arrivando fino
ai Colli Albani. Ma non in tutti i punti essi diedero
segni precoci della loro presenza. I monti metalliferi
della Tolfa e delle Allumiere hanno fornito sinora le
prove di una industria metallica assai remota, che
questi nuovi abitanti esercitarono. Il ripostiglio di
Tolfa (') contiene l'ascia ad alette del tipo delle ter-
romare, alcune tazze di bronzo laminato e sbalzato,
che sono da ritenere come i più antichi prodotti di
questa industria in Italia, e due tipi di fibule che
meritano di essere qui ricordati:

a) fibule ad arco di violino che è appiattito
nel mezzo ad ogiva o a scudetto, con bottoncini sbal-
zati e puntini incavati, formanti un ornato semplicis-
simo a testa e collo di oca. La staffa, fatta di una
piastrina tirata a martello e ripiegata, in alcuni
esemplari è semicircolare, in altri è a canaletto, cioè
più lunga che larga, ed è spesso decorata a sbalzo;

b) fibule ad arco un po' depresso, formato da
un bastoncello cilindrico assottigliato agli estremi
con costolature che cingono l'arco simmetricamente a
punti equidistanti dal centro. La staffa è larga e
quasi semicircolare; in alcuni esemplari ha delle bui-

stipe, ma io li riterrei con maggior probabilità i più antichi rap-
presentanti della moneta. Sono essi dei veri e propri tesori,
il cui carattere monetale neppure viene a mancare con rite-
nerli stipe. È troppo significativa la rottura intenzionale delle
cuspidi e delle asce, opportunamente riconosciuta dall'Orsi,
checché ne pensasse il Mantovani {Museo arch. e numism. di
Livorno, p. 19), pel ripostiglio di Limone, e confermata dai
ripostigli di Piediluco e di Siena. La rottura degli oggetti può
mettersi in rapporto con l'uso dei romani, di rompere i pezzi
di aes signatura, per avere a disposizione frazioni più facil-
mente utilizzabili nei piccoli scambi. Consulta Pigorini, in
Bull. Paletn., XI, p. 89; XVIII, p. 109; XXI, p. 37. Vedi
pure Colini, in Bull. Paletn., XXXVI, 1910, p. 116; Milani,
in Not. scavi, 1907, p. 665.

(') Colini, in Bull. Paletn., XXXV, 1909, pp. 104 sgg. ; ivi
la bibliografia.

letto sbalzate. Un particolare immancabile consiste
nella curvatura brusca dell'arco più in su della staffa;
particolare che associa queste con le fibule a gomito.

I due tipi di fibule descritti si riannodano ai due
tipi fondamentali micenei, quello ad arco di violino
e quello a gomito, i quali si manifestarono in strati
delle terremare e in sepolcreti della primissima età
del ferro lungo il versante adriatico. Il primo tipo,
con arco ad ogiva, si trovò nella palafitta di Peschiera,
nella terramara della Gaggiola e di Castanaso, alla
Punta del Tonno ; esemplari sporadici provengono da
Fermo e da Ortucchio (Aquila). L'altro tipo, con arco
sottile molto sviluppato, trova riscontri in esemplari
sporadici rinvenuti nel territorio di Aquila e del Pi-
ceno, in altri due ripostigli di Montenero (Livorno) e
di Casalecchio, della necropoli di Bismantova e della
terramara di Villa Cappella (Mantova); ma trovasi
localizzato nei territori di Tolfa e di Allumiere, esten-
dendosi, come vedremo, fino al Lazio ed a Roma.

Lasciando da parte alcuni altri prodotti metallici
del ripostiglio di Tolfa, che ne attestano pure l'alta
antichità, la evoluzione della fibula già dimostra, che
lo stadio di civiltà in esso rappresentato segue im-
mediatamente a quelli dell'ultima fase della età del
bronzo nelle regioni del versante adriatico; e poiché
nulla di simile a queste fibule trovasi nelle Puglie
e nell'Italia settentrionale, resta dimostrato che la
civiltà in queste due parti d'Italia fu come strozzata
dal grande avvenimento, che è la rinnovata industria
del bronzo nelle regioni metallifere della Toscana per
opera del popolo delle terremare, ivi trapiantatosi,
perchè attratto dai nuovi miraggi del commercio ma
rittimo.

Di questa grande abbondanza ebbe a risentire i
vantaggi anche la Sicilia, pel tramite dei navigatori,
forse ciprioti, i cui approdi alle coste della Toscana
e dell'arcipelago omonimo avevano dato l'impulso alla
industria metallica. Le necropoli di Pantalica, di Cas-
sibile, di Cozzo Pantano, riferibili alla ultima fase
del secondo periodo siculo, ed il ripostiglio di Tre
Canali (presso Caltagirone) hanno dato belli esemplari
di fibule ad arco di violino con nodi, a gomito o con
occhiello anteriore, ad arco sottile ma molto svilup-
pato. Tali fibule offrono le stesse peculiarità di quelle
della penisola, già menzionate; e ci sorprende la loro
grossezza, specialmente di quelle a gomito, che sono
 
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