Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

DOI Artikel:
Gàbrici, Ettore: Cuma
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0097

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
181

CUMA

182

di dimensioni notevoli (lungh. cm. 15 e 13). Gli altri
pozzetti presentano la medesima fìbula di dimensioni
minori, associata con l'altra ad arco rientrante, pic-
colo occhiello e largo giro di spirale, di proporzioni
medie, che è una derivazione da quella con arco a
gomito.

*

Al tempo in cui nell'Etruria meridionale, nel-
l'Umbria, nei Colli Albani, si andavano formando ag-
gregati di popolazione con usi funebri ben determi-
nati, risalgono le più antiche manifestazioni della
civiltà di Cuma. A chi paresse troppo remota questa
designazione cronologica, farei osservare che non bi-
sogna aspettarsi di trovare a Cuma uno sviluppo in-
dustriale molto simile a quello dell' Etruria. Bisogna
tener conto della differenza di popolazione e delle
condizioni in cui sorge la civiltà preellenica di Cuma,
che, in quanto alla industria ceramica, segue una evo-
luzione diversa da quella dell' Etruria. Nella Cam-
pania non si rinvennero, come pare, pozzetti (seguo
codesto, che gli Arii non arrivarono oltre i Colli Al-
bani) ma troviamo estese necropoli di inumati, fra
le quali la più antica è quella di Cuma.

La fibula del tipo di Tolfa arriva sporadicamente
ai Colli Laziali, al territorio falisco ed a Corneto ('),
a quel modo che la fibula ad arco intero e rigonfio,
propria di Cuma, non si estende al di là del territorio
capenate (8). Questa non è da confondere con la simile
fibula ad arco un po' compresso, che troviamo molto
diffusa nell'Etruria, nell' Umbria, nel Bolognese, e che
trae origine dalla fibula ad arco di violino. Nelle fibule
di Cuma dobbiamo anche tener conto della quantità di
metallo adoperato; sono massicce e pesanti, e si col-
legauo quindi ai più antichi prodotti dell' industria di

(') Mot. scavi, 1902, p. 157, fig 46 (Villa Cavalletti); 1907,
p. 236, fig. 41 (Corneto). Monum. ant. Lincei, XV, col. 341,
fig. 127 (Colli Albani); col. 343, fig. 128 (Velletri).

(a) Devo a questo proposito far notare, che la fibula ad
arco ingrossato, rinvenuta nelle tombe a fossa di Leprignano,
per la sua associazione con quella a sanguisuga e per molti
altri fatti, che saranno messi in evidenza da chi illustrerà quello
interessante materiale del Museo di Villa Giulia, non può risa-
lire oltre i principi del secolo Vili; una prova si ha poi dalla
fibula stessa, la quale ha due giri di molla. Molto più antiche
sono le simili fibule dei Colli Albani, contemporanee delle cu-
lmine, e alcune fibule delle necropoli di Roma. Le fibule ad arco
ingrossato delle tombe di Satricum (inedite), sono pur esse coeve
a quelle di Cuma, e lo stesso ò da dire di una fibula rinvenuta
in una tomba di Sermoneta (Roma), nel Museo Preist. di Roma.

questo periodo che studiamo. L'esemplare della ta-
vola XX, n. 1 ha una lunghezza di cm. 16 ed è fine-
mente graffito non solo alla superficie dell'arco, ma
anche sulla faccia anteriore della staffa, che ha la forma
triangolare. Questa particolarità della staffa l'avvicina
alle fìbule del ripostiglio di Tolfa. Ma la forma iden-
tica al tipo dominante di fibula nelle tombe preelle-
niche di Cuma trovasi rappresentata nei ripostigli di
Piediluco e del Goluzzo ('), ed aggiungasi che in ta-
luni esemplari l'arco presenta dei solchi anulari otte-
nuti a fusione, come in fibule dei ripostigli (2). La
stessa abbondanza di metallo si riscontra in alcune
massicce e grandi armille, in pendagli, in cuspidi di
lancia, lunghe fino a cm. 41. L'ascia della tav. XXVII, 1
con penna stretta ed alette molto sviluppate, che si
piegano assumendo quasi la curva e la forma di un
cilindro, è un tipo che bisogna collocare immediata-
mente dopo le asce dei grandi ripostigli. Queste brevi
note sopra i bronzi più salienti finora scoperti a Cuma,
e l'esame fatto nel precedente capitolo, devono pre-
disporci ad ammettere che Cuma ebbe uno svolgi-
mento indipendente da quello dell' Etruria meridio-
nale, ma la sua produzione industriale metallica ha
i medesimi caratteri di quella fase civile, di cui re-
stano tracce nei più antichi sepolcreti dell'Etruria.

Per ciò che riguarda l'indirizzo delle sue industrie,
l'impronta speciale della sua primitiva arte decora-
tiva, poco o nulla troviamo nel primo periodo della
sua esistenza, che la riconnetta all' Etruria. Taluni
prodotti hanno un aspetto lor proprio, per cui non sono
da ricercare i confronti con quelli di altre regioni
dell'Italia; ma nello insieme della olia produzione essa
è legata strettamente a quelle regioni dell' Italia, dove
fu in forte prevalenza l'elemento indigeno, rappresen-
tato dai discendenti dei neolitici. Clima sorge per il bi-
sogno, che gli abitanti non ariani dell'Italia meridio-
nale e centrale sentirono, di avere un grande sbocco
sul Tirreno, verso cui, per le ragioni addotte, rivol-
gevano ora le prore i naviganti egei.

La quantità grande di metallo nelle tombe di-
mane si spiega con la importazione per opera dei na-
vigatori greci, quegli stessi che importavano il bronzo
dalla costa toscana e dall'isola d'Elba alla Sicilia.

(') Montelius, Civilisation, tav. 120, 2; 123, 13.
(a) Mantovani, Museo di Livorno, tav. VI fig. 11, (Limone);
Montelius, op cit., 120,1 (Goluzzo).
 
Annotationen