Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

DOI Artikel:
Gàbrici, Ettore: Cuma
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0099

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
185

CUMA

186

biamo ancora tali elementi di studio a nostra dispo-
sizione, da poter decidere se esista uno strato archeo-
logico parallelo alla più antica fase delle citate necro-
poli sul Tirreno. Lascerebbero supporlo le proporzioni
colossali delle fibule di Basciano (lunga cm. 33), di
Ancona (lunga cm. 15), di Ascoli Piceno (lunga circa
cm. 20; Mus. Preist.) ('); ma non è sufficiente questa
ragione, perchè già queste fibule dimostrano una
molto avanzata tecnica di laminare il bronzo. Ad ogni
modo, se consideriamo la fisionomia, che fin dalle ori-
gini assume la civiltà di tutta la costa adriatica del-
l' Italia centrale, vi scorgeremo una impronta sua pro-
pria per la evoluzione della fibula, per le forme dei
vasi, per il rito del rannicchiamento. Molta affinità
con essa dimostrano le poche necropoli conosciute
delle regioni interne, come 1' Umbria, e si può avere
pure per indubitato, che la più antica fase della ci-
viltà del ferro in tutte queste regioni dell' Italia cen-
trale trova una corrispondenza nella necropoli di Cuma.
Ciò dipende, come dicevo, da affinità di stirpe e dallo
sviluppo dei commerci interni.

Sarebbe difficile oggi il determinare un luogo
preciso nelle regioni di qua e di là dall'Appennino
centrale, dove le fibule a scudetto laminato abbiano
avuto origine, come si può fare per le fibule di Tolfa
e di Cuma. Uno dei luoghi dell' Umbria più antichi
da designare, è certamente Terni ; ma pare che, in
generale, nelle regioni appenniniche siasi protratto
ancor più che non in Toscana il periodo di transizione,
e che sia stato ivi più difficile il formarsi di cospicui
centri di popolazione. Questa sarà forse la ragione
della mancanza colà di necropoli primitive, in luogo
delle quali si annoverano rinvenimenti isolati. Laonde
non v' è dubbio, che anche in quelle regioni si svolse
un periodo di civiltà con vita meno intensa e meno
progredita, contemporaneo a quelli attestati dalle ne-
cropoli di Tolfa, Allumiere, Cuma, e dei Colli Albani. E
ciò sarebbe d'accordo con la persistenza di fibule gran-
diose negli Abruzzi e nel Piceno, ricche di metallo e
pesantissime, come quelle dei ripostigli, anche per i
tipi di fibule a navicella vuota, a sanguisuga, a rombo
con bottoncini laterali, che nelle regioni del Tirreno,

(') La fibula di Ancona è quella edita in Noi. scavi, 1910,
p. 335, fig. 3; quella di Ascoli del Museo Preist. di Roma ha
l'arco a foglia, con anellini ai bordi ed ampio scudetto.

dove era avvenuta l'ellenizzazione, sono rappresentati
da esemplari di piccole dimensioni.

Le esposte considerazioni ci permettono di stabi-
lire la successione delle più antiche necropoli della
primissima età del ferro, e quindi una cronologia rela-
tiva, secondo la quale quella di Timmari occupa il
primo posto ed è parallela, in certo modo, alla necro-
poli di Crespellano. Ma poiché la fibula ad arco di
violino è già associata, in quei pozzetti, alla fibula ad
arco semplice o torto, ma depresso, bisogna collocare
queste necropoli alquanto più tardi degli strati di
Punta del Tonno, di Fontanella, delle terremare e
della Sicilia, dove la fibula ad arco di violino a ba-
stoncello cilindrico o appiattito trovasi nella sua forma
più semplice. Un criterio cronologico alquanto preciso
possono fornirci quelle stazioni e necropoli della pe-
nisola balcanica, della Grecia continentale, di Creta,
di Cipro, dell'Asia Minore, ecc., dove tale fibula com-
pare. Questi strati, considerati con uno sguardo sin-
tetico, si possono collocare verso gli ultimi tempi
della civiltà micenea, quando l'elemento ariano erasi
affermato sul continente greco, ed aveva preso a dif-
fondersi nelle isole dell'Egeo, a Cipro e sulle coste
dell'Asia Minore. I criterii cronologici, che oggi si
seguono, fanno coincidere questo periodo col sec. XII ;
talché la necropoli di Timmari potrebbe esser datata
verso la seconda metà del secolo XII, insieme con altre
dell' Italia superiore, che hanno punti di contatto col
sepolcreto di Crespellano. La discesa dei popoli ariani
dalle loro sedi nell' Etruria, nel Lazio e nell'Umbria
interrompe i commerci nei paesi lungo il versante
adriatico e crea nuovi rapporti fra le popolazioni in-
digene dell'Italia e quelle sopravvenute, aprendo nuovi
sbocchi al commercio coi navigatori che d'allora in
poi trassero alle coste del Tirreno. Studiando, per
mezzo dei ripostigli, la evoluzione degli arnesi metal-
lici, in particolar modo poi della fibula e dell'ascia,
si può stabilire che questo periodo di sconvolgimento
nell' Italia durò sino alla formazione di aggregati
etnici, la cui esistenza è indicata nell'Emilia dal se-
polcreto di Bismantova, nell' Etruria da quelli di Tolfa
e di Allumiere, nella Campania da quello di Cuma.
Una certa precedenza bisogna darla ai primi pozzetti
dell'Etruria meridionale, che farei risalire alla metà
del secolo XI, collocando le prime origini di Cuma
piuttosto verso la fine del secolo XI. Quasi allo
 
Annotationen