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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0103

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193

COMA

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ornato a fasci di linee spezzate, frequente sui vasi
nelle citate stazioni della Sicilia.

Le esplorazioni nell'Italia meridionale stanno an-
cora agli inizii, ma le scoperte fatte sono sufficienti
per sostenere la tesi, che l'Italia meridionale ebbe
nell'età neolitica uno sviluppo assai precoce sulla costa
dell'Adriatico (villaggio di Molfetta, ceramica di Ma-
tera) e che risentì pure l'influsso della civiltà micenea
(Coppanevigata, Taranto), mentre i paesi interni e
quelli sulla costa tirrena protrassero la loro civiltà delle
grotte dall'età neolitica fino al tempo della civiltà
preellenica di Cuma, innestando sul fondo neolitico
pochi elementi della civiltà della costa adriatica e
della Sicilia, e ricevendo in modo assai limitato, ma
in tutti i tempi per via dei commerci interni, qualche
elemento della grande industria metallica che si svol-
geva nell'Italia settentrionale.

Sotto le medesime influenze si svolge nell' Italia
meridionale la civiltà parallela a quella preellenica
di Clima. Riserbando ad un'altra parte del lavoro di
indagare, donde derivino i cumuli delle Murge e
quelli di Matera, il rito costante della inumazione
(eccezione fatta per Timmari, di cui già si è parlato)
è una nota comune a tutti i sepolcri dell'Italia me-
ridionale. Lo sviluppo della fibula è ugualmente pa-
rallelo, se si fa eccezione di qualche tipo sporadico,
penetrato col tempo. Le fibule di Timmari, di Spez-
zano, si aggirano intorno a due tipi fondamentali:
quello cioè a due occhielli, che a Spezzano si mani-
festa pure in una forma più antica con l'arco ad ogiva,
e quello a due o quattro dischi di filo a spirale. La
fibula a grande disco ha riscontro nella Sicilia ('), e
non è più il luogo di insistere sulla numerosa serie
di fibule a due occhielli, uscite in abbondanza da
varii strati del 2° periodo siculo. Qualche riflesso del-
l' Italia centrale pure vi perviene, come dimostra la
fibula a spillone di Spezzano (2); ma in genere lo
sviluppo della fibula, del rasoio, che è quasi sempre
rettangolare, della cuspide di lancia con fori alle coste,

(') La fibula a grande disco od a lamina rettangolare si
conosce a Torre del Mordillo (Not. scavi, 1888, p. 465, tombe
LXI e LXIII) ed a Spezzano (Not. scavi, 1902, p. 34, fig. 3).
Per la Sicilia ved. Orsi, in Bull. Paletti., XX, p. 52; XXIII,
p. 38. Gli esemplari di Lucerà (Montelius, Civilisation, ta-
vole XI, 152; XII, 160), e delle provincie di Reggio e di
Parma (ibid. tav. 98, 14 e 113, 6), sono tardi.

(2) Not. scavi, 1902, p. 34, fig. 2.

Monukmnti Antichi — Vox. XXII.

dell'ascia ad occhio, prova una origine indipendente
dall' Italia centrale, connessa per molti rispetti con la
Sicilia e con la penisola ellenica, donde penetrò, in-
sieme con molti altri elementi, la fibula con dischi
a spirale, ed in genere l'ornamento spiraliforme, che
troviamo su tutta la costa adriatica, per la durata
della civiltà del ferro, come dimostrano le tombe di
Ordona e la necropoli di Alfedena

*

Tornando a Cuma, dopo la rassegna fatta del suo
materiale, non è difficile lo scorgere, che i suoi principii
sono assai più connessi con l'Italia meridionale e con
la Sicilia, che con quella del centro, e molto meno
con 1' Etruria. La sua fibula ad arco rigonfio, se da
una parte ha una tendenza alla piegatura a gomito,
presso la staffa, è più affine a quelle della Sicilia,
come si è visto ; la fibula a due occhielli e quella a
dischi di filo a spirale rientrano senz'altro nella zona
del sud e della Sicilia. Allo stesso modo, se l'ascia
ad alette si ricollega a quella dei ripostigli, essa per
altro è rara di fronte all'ascia ad occhio di tipo me-
ridionale, che è più abbondante. Il rasoio rettango-
lare e la cuspide di lancia con due fori alla base
delle coste, sono egualmente del sud. Lo stesso è da
dire di alcuni pendagli, come quello a corpo di vo-
latile contrapposto.

Il complesso della, sua ceramica è poi di tipo
prettamente meridionale, sia nelle forme, come la cio-
tola tronco-conica, la tazza ad ansa bifora, il vaso
conico-ciliudrico ad ansa elevata, l'olletta a beccuccio
cilindrico e ponticello ecc., sia nelle decorazioni, come
a dire i cordoni attorno al labbro dei vasi, le lin-
guette di presa forate, le incisioni a triangoli e linee
spezzate, ecc., sia nella qualità dell' impasto, che
spesso è di colore giallo-rosso, o giallo-verde come
quello delle grotte. Vero è che certe forme e ornati
della ceramica cumana si trovano pure in quella delle
terremare (es. il vaso tronco-conico, l'ornato a cordoni,
l'appendice cornuta che per il sud si vorrebbe spiegare,
come una specie di atrofizzazione di quella, molto più
sviluppata, del nord) ; ma credo che sia insostenibile
la teoria di una emanazione della civiltà del sud da

(') Angelucci, Gli ornamenti spiraliformi in Italia, in
Atti Accad. Se. Torino, 1876.

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