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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0110
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207

COMA

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Pare così dimostrato ciò che da principio enun-
ciavo, che cioè l'abitato preellenico di Clima deve la
sua origine ad un risveglio dei commerci delle popo-
lazioni indigene dell' Italia, le quali, dopo la discesa
dei terramaricoli in Toscana e nel Lazio e l'impulso
grande da essi dato ai commerci marittimi, sentirono
il bisogno di aprirsi una via sul mare. Potrebbe op-
porsi che, in sostanza, non riscontriamo tracce palesi
dell' influenza di navigatori greci sulle coste del Tir-
reno durante questa antichissima fase di civiltà, la
quale si può anche spiegare ammettendo una evolu-
zione interna. A questa obbiezione si risponde, che

10 sviluppo della fibula in Sicilia, così strettamente
legato a quello della penisola italiana, non si può
spiegare senz'ammettere i commerci marittimi. Trovo
saggio l'avviso di chi enuncia in tesi generale, che la
penetrazione di nuovi elementi di civiltà e di arte in
un paese è preceduta da un periodo in cui, per via di
scambi commerciali, tali elementi influiscono nello svi-
luppo delle industrie locali senza lasciar tracce visibili,
ma non se ne possono negare gli effetti. Il perfeziona-
mento dell'industria ceramica a Clima, la forma del-
l'anforetta, per la quale non possiamo non pensare ai
simili esemplari di Dimini e Sesklo e di Phylakopi ('),

11 tentativo di esprimere con forme geometriche la
figura umana, i pendagli che richiamano alla mente
quelli del tesoro di Egina, il meandro, devono conside-
rarsi come tanti segni dei primi contatti che gì' indigeni
di Clima ebbero coi navigatori egei, i quali, essendosi
spinti fino alla costa toscana per il commercio del rame,
si fermarono anche sulle isole dei golfi di Napoli e di
Gaeta. Ho già esposto le ragioni per cui ritengo, che
questi naviganti sieno stati i ciprioti, i quali ben
conoscevano la costa toscana fin dall'età eneolitica. Ma
poiché in epoca storica troviamo stabiliti a Cuma i
Calcidesi, dobbiamo ammettere che anche prima di quel
tempo questi arditi navigatori abbiano cominciato
a solcare questi mari, e forse i loro commerci rimon-

(') Tsountas, op. cit., col. 135 fig. 36; 138 fig. 39 (in
tombe dell'età del bronzo) ; Edgar, Excavations at Phylakopi
in Melos, tav. XI, 3. Lo stesso possiamo dire della ciotola per-
fezionata, la cui sagoma trovasi nella ceramica di Phylakopi
dal periodo geometrico in poi {Phylakopi §. 15, bacini con
becco) e nella Sicilia (a Tantalica, Monum. ant. Lincei IX 1899
tav. XI fig. 8). Non sarà forse casuale la somiglianza di un
coperchio con presa centrale, trovato nelle tombe di Salamina
(Ath. Mitt. XXXV 1910 p. 30 fig 19), simile ai coperchietti
cumani e laziali.

tino al periodo preellenico di Cuma. D'altronde è logico
il pensare così, stante che sulla costa toscana avevano
la precedenza secolare i ciprioti. E dell' influenza di
questi a me pare che sia indizio la forma, che ebbero
certi vasi nella primitiva ceramica indigena sulle
coste della Toscana e l'assenza di alcuni di essi sulla
ceramica cumana. L'askos di Tolfa, che poi si deter-
mina meglio nella forma dell'uccello, non è quello
di Cuma, il quale, insieme con quello dell' Italia me-
ridionale e della Sicilia, si attiene alla forma micenea.
Nei pozzetti cornetani e simili, molti vasi hanno la
forma di quadrupedi, ed essi mancano assolutamente
alla ceramica cumana. Or queste due caratteristiche
favoriscono l'ipotesi mia della influenza cipriota, la
quale si accentuerà sempre più nelle età successive
in Etruria.

Coi commerci marittimi ci spieghiamo la precoce
evoluzione della Campania col centro a Cuma e della
Etruria meridionale, emergendo ancor più spiccato il
carattere della civiltà laziale, la cui origine non esito
a mettere allo stesso livello cronologico della civiltà
antichissima sviluppatasi in queste due zone geogra-
fiche. Bisogna però fare una riserva per ciò che ri-
guarda lo sviluppo della civiltà laziale, che è men
rapido di quello degli altri due centri, essendo gli
abitanti dei colli albani poco a contatto dei commerci
marittimi. Ciò si dimostra considerando che, con ce-
ramica identica, i primitivi pozzetti di Tolfa e Allu-
miere hanno le fibule, laddove quelli di Grottaferrata
e di Marino non ne hanno ; ed in genere tutti i poz-
zetti dei Colli Albani hanno scarsità di oggetti me-
tallici. Credo che le popolazioni dei Colli Albani ab-
biano avuto una evoluzione indipendente, la quale
dapprima si giovò in gran parte dei commerci di-
mani, data l'affinità etnica originaria, e in minima
parte dei commerci ariani dell'Etruria; di poi questi
ebbero la prevalenza, che si accentua sempre più nelle
posteriori necropoli di Roma. Fin dalle origini adunque
si delinea la fisionomia speciale della civiltà laziale,
quale civiltà dell'elemento indigeno dell'Italia, con-
servando questo suo carattere a preferenza di Cuma
stessa, che ben presto divenne centro ellenico. Questa
indipendenza di fronte alla Campania ed all'Etruria
meridionale è rivelata dal cinerario a capanna. L'urna
a capanna si è rinvenuta pure a Creta, epperò l'ori-
gine della concezione del cinerario quale abitazione
 
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