Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

DOI Artikel:
Gàbrici, Ettore: Cuma
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0113

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
213

COMA

214

CAPITOLO TEEZO
La più antica civiltà dei Calcidesi di Cuma

SEC. ÌX-VI av. Cr.

§ I.

Le tombe greche più antiche.

1. Scavi di E. Stevens. — Le tombe arcaiche
menzionate o descritte dallo Stevens nei suoi tac-
cuini sono molto più numerose di quelle, la cui sup-
pellettile mi riuscì di ricomporre in tutto od in
parte. I 68 sepolcri che ora illustro rappresentano
tutte le varietà che la necropoli cumana offre per
questo genere di sepolture, e in essi sono comprese
le più tipiche forme ed associazioni di oggetti (1).
Lo stesso metodo seguirò per le tombe delle età
posteriori. Ma se la scelta delle tombe più interes-
santi dispensa me e gli studiosi dall' incubo di
una lunga, interminabile descrizione di centinaia di
tombe, non può fornire tanti elementi di giudizio che
una larga esposizione delle scoperte, anche talvolta
con risultati negativi, mette in grado di raccogliere.
Bpperò stimai utile aggiungere in appendice una sta-
tistica delle scoperte fatte dallo Stevens, secondo
l'ordine cronologico e topografico.

Fondo di Michele Maiorano.

(Tombe I-XXXIX).

Si cominciò a scavare ai primi di aprile del 1886,
proseguendo tino al 9 giugno di quell'anno e ripi-
gliando i lavori il 3 novembre. Il 7 giugno 1887,
questi furono di nuovo sospesi. Ottenuta una nuova
licenza, lo Stevens ripigliò lo scavo il 14 novem-
bre 1887, e continuò senza interruzione tino al 15

(') Gli oggetti, alla cui descrizione 6 premesso un asterisco,
sono quelli da me identificati.

giugno 1888. Furono scoperte 227 tombe, non tutte
dell'epoca arcaica, fra le quali ho fatto una scelta
di 39, che meritano di essere pubblicate.

Sep. I. (19 aprile 1886). Dal piano di c. m. 2,60;
ricettacolo di tufo a forma di parallelepipedo (me-
tri 0,90 X 0,85 X 0,51 alt.), con coperchio circolare
dello spessore di cm. 1S, a sezione di sfera; questo
ultimo aveva un incavo per dar posto alla parte su-
periore del lebete. Nel ricettacolo era racchiuso un :

★Grosso lebete di bronzo, a forma emisferica, con
coperchio di bronzo ad orlo ripiegato e saldato con
un chiodo sull'orlo del lebete; diam. cm. 51.

★Dentro a questo stava un'urna d'argento emisferica,
di lamina sottilissima (munita di coperchio d'argento,
che era saldato all'orlo dell'urna con una bulla a ca-
pocchia larga) contenente avanzi di ossa umane com-
buste ; diam. cm. 23. Per la forma, ved. Monumenti
antichi Lincei, XIII col. 44 fig. 16.
Fra le ossa si rinvenne:

★Una fìbula d'argento ad arco serpeggiante, con ba-
stoncelli, aventi sei sferette agli estremi (alcune delle
quali disfatte); l'arco è distinto dallo spillo per mezzo
di un cerchio rigonfio; lungh. cm. 9 (fig. 65).

Presso la faccia del ricettacolo rivolta ad est fu-
rono raccolti gli avanzi di tre cuspidi di lancia di
ferro, conficcate nella terra con la punta in giù.

Sep. IL (28 aprile 1886). Dal p. di e, m. 2,05 ;
ricettacolo di tufo parallelepipedo (0,70 X 0,66 X 0,43
altezza), con coperchio formato da una lastra di tufo,
spessa cm. 20 (fig. 66). Il ricettacolo racchiudeva un:

Lebete di bronzo, a ventre emisferico (alt. cm. 26;
diam. della bocca cm. 21), che sull'orlo della bocca
 
Annotationen