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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0163

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313

CUMA

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presentata dagli esemplari piccoli, i quali per la na-
tura degli ornati e per la qualità dell'argilla scendono
fino alla ceramica corinzia (tav. L, 6 e col. 278/)). Nel
periodo del suo massimo fiorire la lekythos a ventre
conico è uno dei vasi più finemente eseguiti. La in-
gubbiatura giallo-verde o giallo-rossa non manca quasi
mai, e la filettatura del ventre, praticata sulla ruota,
non potrebb'essere più precisa. Il grande meandro trat-
teggiato e continuo nella sua forma più semplice _n_n_
come pure il serpe, sono i motivi dominanti ; 1' uno o
1' altro non manca quasi mai ; il serpe trae seco spesso
la croce gammata tra le curve del suo corpo o la linea
spezzata z , S . Sono pure frequenti i rombi o i trian-
goli con reticolato, le piccole losangbe in più ordini
con punto centrale, la serie di linee spezzate orizzon-
tali, l'ornato a s-\ rari sono gli uccelli in serie
(tav. XXXV, 1), che trovansi più volentieri a coppia sul
labbro, ed i pesci (tav. XLVIII, 2). Anche per la le-
kythos conica, come per la oiuochoe, si annoverano
esemplari di fattura andante con ornati lineari che
rappresentano lo stile tradizionale (tav. XXXV, 3, e
col. 277 m), dai quali si passa agli esemplari ultimi di
piccole dimensioni, come dicevo, che rientrano nel
genere corinzio (tav. L, 6; LII, 7, 9; col. 278p).

Passando allo aryballos globare, conviene anzitutto
distinguere due tipi fondamentali: l'uno, abbondantis-
simo, a collo corto; l'altro poco frequente, a collo
lungo. Il primo comprende tre varietà:

a) a ventre ovale ed ansa cilindrica ;

b) a ventre molto espanso nel mezzo ;

c) a spalle ampie e ventre che si restringe in
basso a cono.

La serie b) ha la prevalenza numerica sulle altre
due ed una maggiore ricchezza e novità di motivi or-
namentali, che troviamo variamente espressi ed asso-
ciati. Ma una distinzione vera e propria fra gli ornati
delle tre suddette categorie di aryballoi non è possibile
farla, poiché almeno le due prime coesistettero lunga-
mente insieme. Fra i quadrupedi troviamo espresse la
cerva pascente, ed in un sol caso alcune figure di qua-
drupedi fantastiche (tav. XLV, 2) ; fra i volatili l'ai-
rone (XLII, 2, 3), la colomba (?) (XLVIII, 1), uccelli
acquatici (XLIII, 4; XLVJ, 2); fra' pesci alcune
specie non definibili. Ricorre di frequente il serpe
come sulle lekythoi a ventre conico. Le figure di
animali occupano quasi sempre 1* zone principali ; in

quelle secondarie o negli spazii tra figura e figura
trovansi triangoli a reticolato, stelle, tortiglione, lo-
sanghe con linee decussate, rosette, doppie spirali,
tentacoli o raggi adunchi, circoli con tangenti, in
serie, croci semplici e croci gammate, le quali ultime
d'ordinario accompagnano il serpe. Molti aryballoi si
limitano alla semplice filettatura con elementi geo-
metrici (petali, ovuletti, linee decussate in serie oriz-
zontale, linee spezzate, ecc.). I più perfetti esem-
plari della categoria b) sono, quello della tav. XLI, 3,
cui fa degno riscontro l'altro della tav. XLVII, 2,
trovato nella medesima tomba; quelli della tavola
XLII, 2, 3, anch' essi accoppiati in una tomba, e
quello della tav. XLVI, 4.

Non deve confondersi col tipo, di cui ho finora
parlato, l'aryballos panciuto a collo lungo. Esso ci pre-
senta una maggiore parsimonia di ornati ed è meno
frequente. Sono due tipi paralleli, che durano in Grecia
fino alla più tarda ceramica geometrica, mantenen-
dosi distinti anche nel loro passaggio alla ceramica
corinzia; ma la loro ornamentazione non è sempre la
stessa, talché si può facilmente stabilire anche per
essi una classificazione cronologica. Il più antico esem-
plare che io conosca, per la sua associazione con altri
vasi, è l'aryballos della tav. XL, 2 con figure di uc-
celli stilizzati, triangoli e spina di pesce. Altri esem-
plari, come quelli delle tavole XXXVI, 2 e XLI, 0,
e come quelli di una delle tombe a inumazione del
fondo Artiaco ('), hanno il triangolo a reticolato, la
spina di pesce e i circoli concentiici. A questi, che
sono gli esemplari più antichi, si riannodano quegli
aryballoi, più volte menzionati, di argilla alquanto
friabile, da cui spesso si staccò la tinta degli ornati
(tav. XLIX, 3) e che si conservò maravigliosamente
nell'esemplare della tav. XLII, 4. Se non vado errato,
il tipo s; continua in certi aryballoi del genere co-
rinzio, come quelli delle tavv. LII, 1 e LV, 7.

Le coppe o skyphoi sono di due specie: l'una, con
larga gibbosità all'altezza delle anse, è munita, all'ori-
fizio, di un breve collarino, ed alla base restringesi,
assumendo forma conica con sagoma lievemente con-
vessa; l'altra ha il corpo conico a pareti leggermente
rigonfie. Le coppe del primo tipo hauno quasi sempre
due anse orizzontali, più di rado verticali ad orec-

(') Monura. ant. Lincei, XIII, col. 76, figg. 55, 56, 57.
 
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