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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0169

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325

COMA

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motivo ornamentale, triangolo che può pure conside-
rarsi come sostegno di tutto l'insieme di triangoli e
volute, perchè con la sua base poggia nella parte in-
feriore del campo decorativo e da esso traggono ori-
gine le due grandi volute. La novità dei due descritti
vasi sta negli ornati sul ventre, dove sono in gioco
due elementi, il nastro a volute ed uu boccinolo o
fiocchetto a due triangoli, che nella seconda oinochoe si
apre e dà posto a un terzo triangolo. L'associazione
dei triangoli con le volute e con la doppia spirale
trovasi in altri vasi dimani (tavv. XLV, 1; XLVI, 4;
XLIX, 8), in vasi del Phalerou ('), in vasi beotici (2)
e precorinzii (3). Si confronti con questi ornati la spi-
rale semplice e doppia con palmette su vasi beotici (4),
protoattici (r'), sopra un frammento di vaso attribuito
dal Bohlau alla fabbrica di Mileto (6). A me sembra
che i nastri con fiocchetto rappresentino la forma pri-
mitiva del ramo con palmetta alla estremità, espresso
in una maniera molto più sviluppata nella ceramica
protoattica (7) e precorinzia (8). A conoscere la evolu-
zione di questo motivo ornamentale giova una pisside
dello Heraeum di Argo (9), spiacevolmente danneg-
giata, dove è espresso in varie guise tale motivo di
palmette e volute con le sue appendici, ripetuto in
serie sul giro esterno con le volute che formano ca-
tena; sul coperchio e sul fondo sono dipinte e graffite
le volute in forma di cordoncini ricurvi desinenti in
un bottone, da cui esce la palmetta che è espressa da
più triangoletti contigui.

Si distingue da tutte le altre la oinochoe della
tav. XXXII, 1, di tecnica molto raffinata, perchè, oltre
ad avere un elegante manico a fune, ha sul bordo
del labbro un solco e alla metà del collo due anelli
rilevati. Il tortiglione è quivi espresso in fogge di-

H Arch. Jahrbuch, li, 1887, p. 46, fig. 5; p. 52, fig. 14.
(2) Ibid., Ili, 1888, p. 333, fig. 5; p. 337, fig. 10.
(aJ Ath. Mitt., XXII, 1897, tav. VII, n. 1 (skyphos del
Museo Britannico).

(4) Arch. Jahrbuch, III, 1888, p. 332, fig. 3.

(5) Ibid., II, 1887, tavv. 3 e 4.

(6) Aus ìonischen u. italiscken Nekrop., p. C7, fig. 38.
(') Arch. Jahrbuch, II, 1887, p. 38, tav. 3,4.

(8J Ath. Mitt., XXII, 1897, tav. VII, fig. 3.

(9) tioppin ap. Waldstein, The Argine Heraeum, II,
pp. 137 sgg., n. 69 a-f. Su due frammenti di una oinochoe dello
Heraeum sono espresse due spirali col triangolo e con appen-
dici lineari, dove si riconoscono gli stessi elementi delle deco-
razioni che studiamo. Ibid., tav. LIX, nn. 1 a e 1 b.

verse : quello attorno al collo consta di uu fascio di
quattro linee, e l'occhio centrale è attraversato da
linee diagonali, laddove quello sul ventre è formato
dalle curve parallele di due linee alquanto scostate
fra loro. Attorno alla base sono dipinti raggi maggiori
che si alternano con altri minori, e i cui contorni
sono a linee accoppiate. Le figure degli animali occu-
pano la zona delle spalle (tav. XXXIII), e sono di-
stribuite col criterio dei contrapposti, che fu molto in
voga nell'arte cretese e micenea. Il disegno, special-
mente dei leoni, è schematico; la figura consta di
varie parti unite, ma che restano indipendenti l'una
dall'altra; non c'è quindi fusione di sorta e passaggio
dall' una all'altra. Un solo contorno vale per tutte e
due le gambe ; le doppie linee delle zampe esprimono
la duplicità. La criniera è fatta a squame con punto
centrale, e la zampa risulta dalla unione di linee
curve e di una linea spezzata formante quattro denti
di lupo. I particolari interni del corpo sono limitati
con lo stesso colore del contorno esterno ed espressi con
rosso-marrone o a zone riservate. 11 disegno dei cavalli
dimostra uno studio diretto dal vero ed una maggiore
disinvoltura e perizia nel rendere i diversi piani, poiché
di ogni cavallo sono espresse le quattro gambe. Nelle
figure dei leoni, insomma, il convenzionalismo è mag-
giore che non in quelle dei cavalli; il che è provato
dai mezzi diversi adoperati per ritrarre le due coppie
di animali e dalla maniera con cui sono resi alcuni
particolari della stessa natura. La criniera dei cavalli
è ottenuta con linee ondulate in campo riservato;
quella dei leoni si sarebbe potuta ottenere con lo
stesso mezzo semplice. Voglio dire che i mezzi ado-
perati per esprimere queste figure rispecchiano lo stato
di un'arte industriale, che non sa liberarsi ancora da
certe convenzioni, ma che si dimostra più progredita
e più vera allorché muove dalla osservazione diretta,
convenzionale e riflessa allorché deve limitarsi a ri-
produrre ciò che non era per essa oggetto di osserva-
zione. Il modesto decoratore di questo vaso aveva
accresciuto il repertorio dell'arte sua, introducendovi
la figura del leone, che esso non aveva mai vista, e
conosceva solo per monumenti, che egli studiavasi di
imitare. Non esito a ridurre questo bel vaso entro
la cerchia dello stile geometrico beotico e delle isole
dell'Egeo, particolarmente di Tera, di cui conosciamo
parecchie anfore (attribuite a fabbrica beotica) con rap-
 
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