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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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369

COMA

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Non esiterei menomamente ad affermare che la
lavorazione degli oggetti d'argento venisse compiuta
a Clima stessa, dal momento che non possiamo scon-
venire essere di manifattura locale le fibule. Questo
oggetto del corredo personale era proprio delle popo-
lazioni barbariche, e non ebbe fortuna presso le po-
polazioni greche: anzi, dove la civiltà di queste pre-
vale, ivi la fibula decade o scompare del tutto. E
poiché la fibula non manca nelle sepolture cumane più
antiche, abbiamo un'altra conferma della presenza del-
l'elemento indigeno in Cuma al tempo della coloniz-
zazione calcidese. I tipi di fibule adoperati sono due
fondamentali, a cui si possono ridurre tutte le varietà,
cioè ad arco rigonfio e ad arco serpeggiante, entrambi
con lunghissima staffa. Quando l'arco non è molto
espanso, o di bronzo o d'argento che fosse, è massic-
cio, con due prominenze or più or meno accentuate;
nel caso opposto l'arco è vuoto (fig. 125) o è a navi-
cella con due pomelli laterali (fig. 98) se di bronzo,
ed è di sottile lamina a due pezzi saldati longitudi-
nalmente, se di argento (figg. 70, 71 ; sep. Àrtiaco,
fig. 44). A questa categoria appartengono le fibule
con l'arco formato da sezioni di ambra (fig. 133 e
sep. Artiaco, fig. 45). Il secondo tipo di fibula, ad
arco serpeggiante, presenta una certa varietà nel nu-
mero delle verghette o spunzoni reggenti le piccole
sfere o dischi. Taluni esemplari sono muniti di un
tubetto trasversale, cui era certamente affidato qualche
ornamento di materia distruttibile (fig. 121 e sep.
Artiaco, fig. 9). Per queste fibule non trovasi mai ado-
perato il bronzo, ma l'argento o addirittura 1' elettro
(sep. Artiaco, fig. 7) o l'uno e l'altro metallo (fig. 105).
Esistono fra gì' innumerevoli avanzi di argento della
collezione Stevens talune spranghe, curve ad uno degli
estremi, cui è adattata una capocchietta ovale di elet-
tro; l'altro estremo a punta è fortemente ossidato

della Fenicia); Cesnola, Gypern, tav. LXIII (cerchi con scara-
beo), tavv. LV1, LXIIi, LXIV (anelli ellittici). Questi amuleti
si trovano d'ordinario di dimensioni più piccole nella Sicilia
e nell'Etruria che non a Cuma. Karo, in Studi e materiali, II,
p. 129, fig. 114. Il pendaglio di Canino lavorato a granula-
zione è di proporzioni simili a quelli di Cuma, però il disco è
di oro; Studi e materiali, I, p. 277, fig. 44; II, p 138, fig. 130,
tav. II, 3. Un anello d'oro di Vulci con scarabeo (Montelius,
Civilisation, tav. 262, 1), altri di Siracusa {Not. scavi, 1893,
p. 469). di Megara Hyblaea (sep. 321), e di Leontini (Róm.
Miti., XV, 1900, p. 84, fig. 29), sono di grandi dimensioni. V.
pure Orsi, Gela p. 201.

Monumenti Antichi — Vol. XXII.

(fig. 122). Trattasi di avanzi di fibule a spranghe,
simili a quello, finora unico, della tomba Artiaco.
Tutti questi tipi di fibule trovano i loro riscontri nella
civiltà che parallelamente si svolgeva in Italia. La
fibula a sanguisuga durante il secolo Vili fu molto
in voga nel Lazio, nei territorii capenate e falisco o
nelle regioni dell'Appennino centrale; conserva però
la staffa cortissima, che troviamo invece di molto
allungata nell' Etruria e nella Campania ('). È rara a
Cuma la grande fibula di bronzo ad arco gonfio e graf-
fito, con lunga staffa (fig. 125). Se ne rinvennero di
simili nell' Etruria e nel Lazio (2).

Risulta, dall'esame delle tombe, che la moda della
fibula ad arco rigonfio cominciò prima di quella delle
altre, e che nel corso del secolo Vili furono tutte se-
guite indistintamente. Pare, inoltre, che la fibula d'ar-
gento ad arco pieno, con due lievi rigonfiamenti alla
metà di questo, insieme con l'altra a bastoncelli, gua-
dagnasse il predominio verso la fine del secolo Vili
e nella prima metà del seguente. Ed essendo stata
contemporaneamente adoperata nelle colonie di Sira-
cusa, di Megara Hyblaea, ed in altri centri greci della
Sicilia (3), bisogna ammettere che essa sia stata una
merce di scambio fra Italioti e Sicelioti, mancando
ogni termine di confronto con la Grecia continentale.
Fibule somiglianti si ebbero ad Olimpia (4) ; ma poiché
esse non si trovano ugualmente nelle regioni della pe-
nisola greca bagnate dall' Egeo, sono ben guardingo dal
dare troppa importanza ai riscontri con Olimpia, per
la quale potrebbe sostenersi la tesi di una influenza
ivi esercitata dalla cerchia della civiltà d'Italia e
della Sicilia.

L' uso di cingere la fronte del defunto con un na-
stro d' argento o di oro o di argento placcato d'oro,
è perfettamente greco (tombe XVIII, XXXIII, LVII,
LXVII), e greca è la provenienza di queste laminette,

(') Tra le fibule della necropoli in vocabolo « Saliere » nel
territorio capenate sono in buon numero quelle a sanguisuga
(Museo di Villa Giulia) con corta staffa.

(2) Si rinvenne a Volterra, ad es. Ghirardini, in Monum.
Aut. Lincei, Vili, col. 167,. 195; a Satricum (stipe).

(3) Cfr. la fig. 102 del testo e la fig. 46 dei Monum. aut.
Lincei, XIII, col. 71, con Not. scavi, 1895, p. 148, fig. 30;
Bull. Pai, 1896, p. 31, fig. 1, e Ròm. MiU., XXIV, 1909,
p. 97, fig. 25. Per la fibula siccliota si consulti Patroni, in
Bull. Pai, XXII, 1896, pp. 30 sgg. ; Orsi, in Ròm. Mitt., XXIV,
1909, pp. 96 sgg.

(*) Cfr. la fig. 124 con Bronzai v. Olympia, tav. XXI, n. 349.

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