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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0196

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379

COMA

380

L'altra, di provenienza a me ignota, ma sicura-
mente campana, è nn poco più larga della precedente
alle spalle e più stretta alla base (fig. 138). Sul collo
e sul ventre si ripete, salvo lievi divergenze, la stessa
decorazione della precedente. Sulle spalle: figure di
uccelli, ottenute a semplice contorno, clic si alternano
con bande di linee a reticolato. Alt. cui. 33.

Fig. 137. — Oinoclioc di S. Valentino (Agro pompeiano).

Dinanzi a questi due monumenti si può discutere,
se essi sieno stati importati da Clima o lavorati da
artisti dimani in Campania. La questione sarebbe
molto secondaria e non mi riguarda per ora, bastan-
domi solo di poter dimostrare, con la semplice esibi-
zione di essi, che la ceramica geometrica di Clima
si diffuse nella Campania meridionale in una forma
inalterata.

Posso fare un semplice accenno ad un saggio di
scavo, da me eseguito presso Teano ('), che riuscì alla

i,1) Lo scavo ebbe luogo nell'anno 1909 nel fondo del ba-
rone Frane. Zarone in contrada S. Croce, c di esso non ho
potuto fare la relazione. Si scavarono parecchie grandi fosse,
contenenti ciascuna gli avanzi del cadavere con numerosa sup-

scoperta di una necropoli dei secoli VIIT-VII. La ce-
ramica è quasi tutta d* impasto nero con superficie
levigata di color rosso-cupreo, senza ornati di sorta.
La forma prevalente per numero di esemplari è quella
della oinochoe, di pretto tipo cumano. L'età approssi-
mativa della necropoli si rileva da una lekvthos cuori-
forme finissima con animali correnti, di fabbrica greca.

Fig. 13,y. - Oinochoe campana.

Conosco ben poca altra ceramica geometrica di
tipo cumano nel resto della Campania e nel Lazio.
Quella raccolta nell'abitato, nelle tombe e tra la stipe
votiva arcaica del tempio di Satricum, non è ancora
pubblicata. Uno sguardo sommario al vasellame di
quello importantissimo scavo, esposto nel Museo di
Villa Giulia, ci ammonisce che i capaunicoli di Sa-
tricum (i quali avevano una civiltà affine a quella
sviluppatasi fra le popolazioni discendenti dai neoli-
tici al tempo dei primi contatti con i popoli ariani

pellettile, quasi tutta d'impasto nerastro a superfìcie cuprea.
S-arsissimo era il vasellame di argilla figulina: in una tomba
si rinvenne una lekythos cuoriforme, finissima, sicuramente im-
portata, con zona di animali correnti.
 
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