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pertìcie semplicemente a ingubbiatura rossa; in seguito d'impasto. Questo è evidentemente un progresso, che
vi fu sovrapposta una certa ornamentazione geometrica dev'essere considerato alla stessa stregua dell'altro
biancastra, e finalmente prevalse la incamiciatura progresso avvenuto nella industria metallica della
biancastra alla superficie del vaso, con ornati lineari Etruria marittima, almeno due secoli avanti. Allora
rossi. Le forme principali sono due: a calotta emi- era incominciata l'arte di laminare il rame, che tro-
sferica (fig. 151), (') e ad olla sferica alquanto coni- viamo perfezionata negli elmi e nelle coppe tarqui-
pressa, con orlo rovesciato in fuori (2). Da questa niesi; in questo secondo momento incominciava la
si sviluppò il vaso a seme di papavero con piode industria della ceramica dipinta. Non deve passare
imbutiforme (fig. 152) (;i). Gli ornamenti sono sempli- inosservato, che questo progresso avviene tutte e due
cissimi: linee spezzate, fascette in serie, linee decussate; le volte in regioni marittime, e che perciò, se vogliamo
nessun elemento, insomma, che non si trovi nella cera- spiegarcelo, non dobbiamo trascurare il fattore com-
mica incisa e striata dei pozzetti, e sugli scudetti
graffiti delle fibule appartenenti ai più antichi pozzetti
tarquinesi; solo che la tecnica è diversa, e rappresen-
tano i primi saggi di una industria ceramica nuova
che ebbe poi larga diffusione. Non devo però trala-
Fig. 151. — (Tarquinii;. Fig. 152. 1:4. — (Tarquinii).
sciare, che sì l'ima come l'altra forma si trovano con- merciale. Sono quasi tutti a pozzetto i sepolcri che
temporaneamente adoperate per i vasi di metallo lami- hanno dato questi vasi, alcuni dei quali di età bene
nato. E poiché è già acquisito alla scienza, essersi avanzata, come quello dell' 8 marzo 1883 con cintu-
avute le prime manifestazioni di questa industria rone di bronzo e fibula a sanguisuga con corta staffa,
metallica nei territorii di Tolfa e di Allumiere, in Ma per quanto si facciano scendere nella scala ero-
forme riproducenti quelle dei vasi d'impasto, riferi- nologica, i più tardi pozzetti non possono abbassarsi
bili ai secoli XI-X, è ovvio che questa primitiva ce- oltre i principii del secolo Vili. Abbiamo quindi tutte
lamica dipinta di Corneto rappresenta una fase più le buone ragioni per far rimontare i più antichi alla
avanzata nella industria tarquiniese rispetto ai vasi seconda metà del secolo IX.
A questa categoria di pozzetti tarquiniesi appar-
tengono pure quelli contenenti, insieme con la ceramica
(') Montelius, Civilisation, II, tav. 283, 2; alt. cm. 6 (nel d'impasto, certe coppe di argilla figulina che hanno
Museo di Corneto). Una coppa assai caratteristica è quella di ,
" ' „ ; ,. . , , 1Qn, Q, p • per lo più una zona riservata nel mezzo, con metopa
una tomba a fossa, scoperta negli scavi del 1904 al Poggio " "
Gallinaro presso Corneto (Not. Scavi. 1907 p. 342 tomba 9) e centrale, entro cui un uccello, 0 con la zona attra-
da me studiata nel Museo di Firenze. versata verticalmente da lineette serpentine. Di simili
(a) Di queste olle nessuna, come parmi, è stata pubblicata,
ma parecchie ne furono scoperte negli scavi del 1904-06. Da coppe, le quali non hanno precedenti in tutta la
miei appunti risulta che la superficie di tali olle è di colori-osso- produzione ceramica dell'Etruria, conosco due esein-
cupo (Not. scavi, 1907, p. 231, dove si richiamano, a propo- . • m ina „ ic/t\ /n
sito di queste olle, le tombe 33, 34, 107, 147, 178, 189, 192, P1*" della necropoli tarquiniese (figg. 153 e 154) (>),
193, 200). _
(3) Tomba degli 8 marzo 1883 (Monum. Instit., XI, ta-
vola LIX, fig. 18). Not. scavi, 1885, tav. XVI, 6; 1907, p. 231, (') Not. scavi, 1907, p. 231, fig. 33; l'originale della fig. 154
figura 32; quest'ultima è riprodotta alla nostra fig. 152. sta nel Museo di Corneto (alt. mm. 66).
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pertìcie semplicemente a ingubbiatura rossa; in seguito d'impasto. Questo è evidentemente un progresso, che
vi fu sovrapposta una certa ornamentazione geometrica dev'essere considerato alla stessa stregua dell'altro
biancastra, e finalmente prevalse la incamiciatura progresso avvenuto nella industria metallica della
biancastra alla superficie del vaso, con ornati lineari Etruria marittima, almeno due secoli avanti. Allora
rossi. Le forme principali sono due: a calotta emi- era incominciata l'arte di laminare il rame, che tro-
sferica (fig. 151), (') e ad olla sferica alquanto coni- viamo perfezionata negli elmi e nelle coppe tarqui-
pressa, con orlo rovesciato in fuori (2). Da questa niesi; in questo secondo momento incominciava la
si sviluppò il vaso a seme di papavero con piode industria della ceramica dipinta. Non deve passare
imbutiforme (fig. 152) (;i). Gli ornamenti sono sempli- inosservato, che questo progresso avviene tutte e due
cissimi: linee spezzate, fascette in serie, linee decussate; le volte in regioni marittime, e che perciò, se vogliamo
nessun elemento, insomma, che non si trovi nella cera- spiegarcelo, non dobbiamo trascurare il fattore com-
mica incisa e striata dei pozzetti, e sugli scudetti
graffiti delle fibule appartenenti ai più antichi pozzetti
tarquinesi; solo che la tecnica è diversa, e rappresen-
tano i primi saggi di una industria ceramica nuova
che ebbe poi larga diffusione. Non devo però trala-
Fig. 151. — (Tarquinii;. Fig. 152. 1:4. — (Tarquinii).
sciare, che sì l'ima come l'altra forma si trovano con- merciale. Sono quasi tutti a pozzetto i sepolcri che
temporaneamente adoperate per i vasi di metallo lami- hanno dato questi vasi, alcuni dei quali di età bene
nato. E poiché è già acquisito alla scienza, essersi avanzata, come quello dell' 8 marzo 1883 con cintu-
avute le prime manifestazioni di questa industria rone di bronzo e fibula a sanguisuga con corta staffa,
metallica nei territorii di Tolfa e di Allumiere, in Ma per quanto si facciano scendere nella scala ero-
forme riproducenti quelle dei vasi d'impasto, riferi- nologica, i più tardi pozzetti non possono abbassarsi
bili ai secoli XI-X, è ovvio che questa primitiva ce- oltre i principii del secolo Vili. Abbiamo quindi tutte
lamica dipinta di Corneto rappresenta una fase più le buone ragioni per far rimontare i più antichi alla
avanzata nella industria tarquiniese rispetto ai vasi seconda metà del secolo IX.
A questa categoria di pozzetti tarquiniesi appar-
tengono pure quelli contenenti, insieme con la ceramica
(') Montelius, Civilisation, II, tav. 283, 2; alt. cm. 6 (nel d'impasto, certe coppe di argilla figulina che hanno
Museo di Corneto). Una coppa assai caratteristica è quella di ,
" ' „ ; ,. . , , 1Qn, Q, p • per lo più una zona riservata nel mezzo, con metopa
una tomba a fossa, scoperta negli scavi del 1904 al Poggio " "
Gallinaro presso Corneto (Not. Scavi. 1907 p. 342 tomba 9) e centrale, entro cui un uccello, 0 con la zona attra-
da me studiata nel Museo di Firenze. versata verticalmente da lineette serpentine. Di simili
(a) Di queste olle nessuna, come parmi, è stata pubblicata,
ma parecchie ne furono scoperte negli scavi del 1904-06. Da coppe, le quali non hanno precedenti in tutta la
miei appunti risulta che la superficie di tali olle è di colori-osso- produzione ceramica dell'Etruria, conosco due esein-
cupo (Not. scavi, 1907, p. 231, dove si richiamano, a propo- . • m ina „ ic/t\ /n
sito di queste olle, le tombe 33, 34, 107, 147, 178, 189, 192, P1*" della necropoli tarquiniese (figg. 153 e 154) (>),
193, 200). _
(3) Tomba degli 8 marzo 1883 (Monum. Instit., XI, ta-
vola LIX, fig. 18). Not. scavi, 1885, tav. XVI, 6; 1907, p. 231, (') Not. scavi, 1907, p. 231, fig. 33; l'originale della fig. 154
figura 32; quest'ultima è riprodotta alla nostra fig. 152. sta nel Museo di Corneto (alt. mm. 66).