Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

DOI Artikel:
Gàbrici, Ettore: Cuma
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0210

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
407

coma 408

due del territorio falisco (figg. 155,158; entrambi Per via di questo ragionamento si arriva alla con-
stanno nel Museo di Villa Giulia), uno della necropoli clusione, che nella seconda metà del secolo IX co-
capenate (Le Saliere; nel Museo di villa Giulia) (•). La mincia a Tarquinii una ceramica dipinta, di manifat-
decorazione corrisponde a quella delle coppe geome- tura indigena, che troviamo accanto alle coppe geo-
triche greche ; e gli esemplari più simili a questi metriche importate con maggior probabilità dal com-
dell' Etruria ebbi la fortuna di rinvenirli fra il ma- mercio ciprioto, con minore probabilità da quello egeo,
teriale della collezione Cesnola, e provengono quindi Così l'una come le altre si trovano anche nei territori
da Cipro (2) (figg. 156, 157). Esemplari anche si- falisco e capenate; ma in queste due zone la ceramica
mili si rinvennero a Tera (tìg. 159) (3) e a Tirinto indigena dipinta è di gran lunga più abbondante che non
(fìg. 160) ('); ma la somiglianza di fabbrica è più a Tarquinii. Bisogna però osservare, che a Corneto
evidente per le coppe cipriote. L'esemplare come- tale ceramica indigena si mantiene allo stadio primi-
tano rinvenuto negli scavi del 1904-05 appartiene tivo a decorazione prettamente geometrica, laddove
al corredo di un sepolcro a ziro che non ha carat- nelle citate regioni interne essa fa sfoggio di una
teri cronologici troppo evidenti; ma quello delle Sa- maggiore varietà di forme, e di una ricchezza ornamen-
liere fa parte di un insieme che possiamo con sicu- tale che mancano a Tarquinii. Difatti colà alle poche
rezza riportare almeno alla prima metà del secolo forme tarquiniesi si aggiungono vasi di tipo Villanova,
ottavo. Questa designazione cronologica coincide con situle, coppe e piatti ad alto piede di svariate sagome,
la cronologia che si suole assegnare ai sepolcri a sostegni di olle. Le decorazioni sono pure molto più
ziro tarquiniesi, i quali, per la loro suppellettile, complesse. Triangoli con reticolato o punteggiati,
vanno considerati alla stregua delle tombe a pozzo rombi, raggi, linee decussate, linee spezzate formano il
tarde (5). fondo di questa decorazione ; ma spesso vi si aggiunge

Allargando la cerchia della nostra visuale, ci vien la croce meandrata, il meandro, 1' uccello, la figura
fatto di ritrovare il vaso a seme di papavero in una umana. Sono insomma quasi tutti gli stessi elementi
tomba a cassa di Vulci, relativa all'età di passaggio decorativi della ceramica d'impasto incisa, di tipo indi-
dai pozzetti alle fosse, la quale coincide con quella geno, come quella di Clima e dei Colli Albani, espressi
dei sepolcri a ziro (ll). Ma se ci estendiamo al torri- mediante la tecnica a pennello. Certi vasi di forme
torio falisco, troveremo che la ceramica d'impasto a speciali rappresentano l'ultima fase di questa indù-
superficie rossa e quella a superficie chiara dipinta stria ceramica, in cui essa si spoglia di quel pesante
fanno la loro apparizione nei sepolcri più antichi e ci si fardello ricavato dal repertorio della ceramica indigena
presentano nelle medesime forme di Corneto e di Vulci. dell' Italia, e tratta le figure del cervo, del cavallo, del
Ivi troviamo infatti il vaso a seme di papavero con pegaso, del leone, ecc. La industria di cui parliamo,
ornati di fascette a zig-zag (fig. 161); ivi troviamo tenuto conto della sua abbondantissima produzione,
la ciotola emisferica (fig. 162) con la stessa decorazione ebbe centro nel territorio falisco, e si estese anche
di quella cornetana, ed associata a coppe figuline di a quello capenate. Nella Etruria trovasi estesa spe-
importazione cipriota od egea (figg. 155, 158) (7). cialmente a Vulci, Pitigliano, Bisenzio, Toscanella;
- in ciascuno di detti centri ebbe manifestazioni diverse

m t. • • i tur 1kc ! -, !>• - „ a secon(ìa delle influenze, sotto le quali essa si svi-

(*) L originale delle fig. 155 ha il n. d inv. 5666, e alto ^

imi. 65 ed ha un diametro della bocca di mm. 115; l'origi- luppò ('). Alcune di queste forme di vasi e decorazioni

naie della fig. 158 ha il n. d'inv. 5643 ed è alto mm. 53; le troviamo anche nel Bolognese, come è dato di ri-
provengono, a quanto pare, dalla medesima tomba.

C) Cesnola Collection,Uv.CXLYl, mi. 1082 (prov. Idalium) levare dalle necropoli del predio Benacci, ma per

e 1087 (prov. Maroni).

(3) Theràische Gràber, p. 51, fig. 162: -

(J) Tiryns, Ergebnisse, tav. XVIII, 17.

(') Uudset, L'antichissima necropoli tarquiniese, in An- od ha un diam. alla bocca di min. 145. Quest'ultimo vaso

nah Instit., 1885, p. 10. appartiene, conio pare, alla medesima tomba che diede le due

(6) Gscll, Vulci, tav. I, fig. 3. coppe delle figg. 155 e 158.

(') Il vaso a seme di papavero (fig. 161, n. inv. 2895) è alto (') In altri luoghi dell'Etruria (Chiusi, Caere, Veio). questa

cm. 21 ; l'altro a calotta (fig. 162, n. inv. 5581) è alto cui. 7 ceramica si rinvenne in misura scarsa. Di queste propaggini,
 
Annotationen