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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0223

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CUMA

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tradiscono la loro origine straniera, principalmente a
causa delle forme. Più antica fra questi pochissimi
vasi sporadici è una olletta della tomba XXXIV a
ventre schiacciato, che per la sua associazione con
diversi aryballoi globulari dell'ultima fase, quella cioè
a ventre conico, non può scendere più in basso della
fine del secolo Vili. Questa olletta la troviamo di
bucchero nell'Etruria e nella Campania L'unico
esemplare databile, per quanto a me consta, è quello
di una tomba a fossa cornetana che non è anteriore
al secolo VII (2). Con ciò non intendo riconoscere
punto ai buccheri dimani un'anteriorità rispetto a
quelli dell' Etruria, che non sarebbe ammissibile,
tanto più che l'olletta, di cui stiamo parlando, si man-
tiene nella ceramica italo-corinzia dei secoli VII e VI
in tutta 1' Etruria. Bisogna per altro esser molto pru-
denti nella cronologia del bucchero campano, il quale,
come lo etrusco, solo a la fine del secolo Vili ebbe
le sue prime manifestazioni ; ma può ben dirsi che
esso abbia avuto cominciamento ai principi del se-
colo VIT, durando per tutto il VI e anche nel V.
I buccheri più antichi pubblicati dal Patroni, non
escluso il tipo di quest'olla cumana, sono tutti del
secolo VII. La collezione Spinelli contiene oinochoai
a ventre conico (tipo prettamente cum;ino) o globu-
lare o molto espauso (tipo corinzio e rodio) ; contiene
skyphoi decorati a linee di punti disposte a ventaglio;
calici simili a quelli del territorio capenate, falisco
e dell'Etruria, di pieno secolo VII; aryballoi sferici
od ovoidali; kantharoi; coppine di tipo corinzio, ecc.
Anche Clima ha dato, ma in misura scarsissima,
qualche kantbaros (fig. 108), un aryballos sferico del
tipo corinzio (fig. Ili), ecc.

Dopo le osservazioni che ho avuto l'opportunità
di fare più volte nel corso di questo lavoro, ricorderò
solamente che la somiglianza di stoviglie e di pro-
dotti dell'arte industriale non è ragione sufficiente per
ricavare conclusioni etnografiche. A quel modo che il
commercio interno fra la Campania e le regioni a
settentrione di essa aveva introdotto a Cuma le ore-
ficerie e i bronzi laminati di tipo etrusco, allo stesso

(') Not. scavi 1907 p 337, fossa 4 (Tarquinii); Patroni,
Buccheri campani, in Studi e materiali, tav. TTII fig. 15;
conosco altri esemplari di Suessula nel Museo Spinelli.

(2) Not. scavi 1907 p. 337.

Monumenti Antichi — Voi.. XXII.

modo aveva diffuso la tecnica di fabbricare i buc-
cheri. Capua e Suessula esistevano certamente prima
del secolo Vili quali abitati indigeni, che sviluppa-
rono le loro industrie sotto la doppia corrente del
commercio cumano ed etrusco, il quale finì per faro
tacere l'altro. È più che evidente la miscela di ele-
menti etnici in Campania ed a Cuma stessa, mediante
la quale progredirono e si perfezionarono parallela-
mente le industrie nelle indicate regioni. Ma l'esi-
stenza dell'elemento etnico etrusco in Campania verso
la fine del secolo Vili non deve confondersi con la
occupazione di Capua per opera degli Etruschi, circa
la quale accetto l'opinione più accreditata, che l'as-
segna alla seconda metà del secolo VI.

Con i buccheri, i quali attestano ancor una volta
l'influenza della civiltà del continente a Cuma, non
bisogna confondere certi vasi di argilla figulina grigia,
qualche volta coperti di una vernice nera in gran
parte staccata, i quali appartengono alla industria
ceramica greca specialmente della costa dell'Asia
Minoro e di Rodi. Un esemplare antichissimo di questo
genere di vasi è l'aryballos a collo lungo, trovato in
una delle tombe ad inumazione del fondo Artiaco, che
credo anch' io lavorato a Cuma stessa. Quest' argilla
cinerea si riconosce specialmente in molti vasi del
secolo VII rinvenuti in numero considerevole nelle
necropoli siceliote (')• Questi vasi a velatura nera
sono diversi dai buccheri veri e proprii, specialmente
i kantharoi, pei quali accetto l'opinione dell'Orsi circa
la loro importazione dall'Etruria (2) nella Sicilia.

*
* *

È così grande l'affinità del materiale archeologico
fra le tombe primitive greche di Cuma e di Siracusa,
ed è così spesso invocata per le deduzioni cronolo-
giche, riguardanti la più antica influenza dei coloni
greci in Occidente, che è per me indispensabile di dare
uno sguardo sommario alle necropoli siceliote, prima
di avviarmi alle conclusioni di questa prima parte
del mio studio.

(') A Siracusa, Not. scavi 1893 p. 473; a Megara Hyblaea,
Monum. aut. Lincei, I, col. 807, sep. 21 ; a Gela, ibid. XVII
coli. 35, 45 ecc.

(2) Gela, col. 253. Si consulti, sull'argomento, Pottier, Ca-
talogne des vases antiques, I, pp. 152 sgg.; Bull. Pai. XXX,
1904, p. 10; Not. scavi 1903 p. 527.

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