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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0239

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Siracusa procedettero, cioè senza metodo e senza le
necessarie illustrazioni ed aggruppamenti. Ne seguì
che lo Stevens, quando nel 1878 cominciò i suoi scavi,
si tenne a bello studio lontano dalla zona che quegli
aveva sfruttata, capitando nei terreni di Giovanni e
Stanislao Palumbo, che gli scoprirono una fitta zona
di tombe sannitiche. E così la miglior parte del se-
polcreto ellenico di Cuma, che lo Stevens, assai meglio
del conte di Siracusa, avrebbe saputo sfruttare a
vantaggio della scienza, rimane irreparabilmente di-
strutta. Le 43 sepolture, che i taccuini mi hanno per-
messo di ricostituire parzialmente, erano sottoposte
ai terreni Maioraoo, d'Isanto e Scala. Qualche altro
lume mi venne dallo scavo brevissimo del dott. Gra-
nata (a. 1908), sviluppatosi in una zona molto limi-
tata del fondo Correale, dove potei studiare la stra-
tificazione delle tombe e conoscere, con quale intensità
fossero queste accumulate dal piano di campagna fin
sotto al pelo dell'acqua latente. Quello scavo mi fece
pure conoscere l'età approssimativa di certo vasellame
minuto, tarda propaggine di un genere corinzio a fa-
scette brune, che trovai associato a ceramica greca
della seconda metà del secolo VI (tav. LXVIII).

Ma se da un verso è limitato il numero dei se-
polcri dimani di questo periodo, che possiamo prendere
come base per istudiare l'associazione della suppel-
lettile ceramica in ispecial modo, dall'altro è abbon-
dante il materiale di fabbrica e d'importazione greca,
che, per le nostre conoscenze generali e per l'espe-
rienza oramai avanzata in necropoli affini, possiamo
con certezza riferire ai secoli sesto e quinto av. Cr.
Orbene, in una monografia come questa, non è tanto
l'associazione degli oggetti quanto la minuta ed estesa
nozione di ogni categoria di questi, quello che occorre
perchè si possa giudicare intorno allo sviluppo delle
industrie locali e dei commerci marittimi, intorno alla
misura e qualità di questi ultimi, che sono l'indice
dell' importanza di un'antica città marittima. Per un
periodo, come quello di cui ci occupiamo, il conoscere
l'aggruppamento degli oggetti nelle tombe ha certo
la sua importanza; ma esso non è proprio indispen-
sabile come per il periodo delle origini, rispetto al
quale raramente possiamo attingere alle nostre cogni-
zioni generali sul mondo antico, che ora andiamo
gradatamente acquistando mediante gli scavi sistema-
tici nella nostra penisola. A noi preme conoscere, di
Monumenti Antichi — Vol. XXII.

che genere sia la suppellettile funebre di questa ca-
tegoria di sepolcri cumani ; e tale desiderio potrebbe
essere sufficientemente appagato dalla sola Raccolta
Cumana, che possiede una serie numerosa di vasi
attici. Noi quindi passeremo in rassegna le diverse
categorie di vasi, terrecotte, bronzi, ori, vetri cumani
dei secoli sesto e quinto, avvertendo che ad una so-
bria descrizione dei singoli oggetti seguirà, quando il
caso richieda, ima illustrazione, la quale si rende
necessaria per quelli di pregio singolare che, o sono
addirittura inediti, o son conosciuti per via di una
insufficiente pubblicazione.

Ma prima di andare oltre, mi preme di mettermi
al riparo da un appunto che mi si potrebbe muovere.
Codesta seconda parte del mio lavoro, pigliando le
mosse dai principii del secolo sesto, non si deve in-
tendere che debba rigorosamente tenersi entro i limiti
di questo secolo, senza neppur menomamente inva-
dere gli ultimi decennii del secolo precedente. Un
taglio cronologico netto era richiesto da ragioni for-
mali ; ma non si potrebbe pretendere, che ad esso cor-
risponda un taglio ugualmente netto nella produzione
industriale. Quando si dice principii del secolo
sesto, non si possono non includere gli ultimi anni
del settimo, sia perchè in questo, come in ogni altro
caso, la scienza non può arrivare ad una determina-
zione cronologica così precisa, sia perchè i prodotti di
una industria hanno sempre una certa durata di fab-
bricazione e di uso.

Tenni bensì conto delle varie fasi di sviluppo di
certe fabbricazioni, assegnando al secolo sesto quegli
oggetti, la cui produzione, incominciata alla fine del
precedente secolo, ebbe il massimo sviluppo nel sesto,
e viceversa trattenendo entro i limiti del settimo quei
prodotti industriali, le cui propaggini arrivano ai prin-
cipii del secolo seguente. E ciò verrà chiarito ogni
qualvolta nella seguente rassegna si presenterà l'oc-
casione. Al genere corinzio minuscolo a figure di ani-
mali mostruosi, o a semplici fascette brune o paonazze,
si suole assegnare la seconda metà del secolo settimo
quale culmine della sua produzione ; ma è pure risa-
puto che la produzione di questi vasi fu continuata
per lungo lasso di tempo, nel corso del secolo sesto,
nel quale figurano associati a lekythoi attiche con
palmette e figure nere. E viceversa i piccoli vasi di
creta a corpo di ariete o di Sirena o di cervo ecc.,

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