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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0258

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503

CUMA

504

davanti ai cavalli, Hermes. B) Due guerrieri armati
di tutto punto, uno con àncora per episema, salutati
da una donna con bimation che le copre pure il capo,
e da due figure maschili, ciascuna con lancia in mano.

Heydemann, n. 216 (alt. m. 0,29). A) Dionysos su
asino (?) itifallico, gradiente fra due Sileni danzanti.
B) Scena di combattimento con intervento di Athena
e di un'altra divinità barbata (Gigantomachia ?).

Heydemann, n. 246 (alt. m. 0,32; tav. LX, 2).
Dipinto a v. nera; sul ripiano del labbro foglioline
lanceolate in catena; sui ripiani delle anse palmetta fra
spirali; sull'orlo interno del collo riservato, cinque navi
a vela spiegata, a prora di cinghiale, con rematori e
timoniere. L'ornato delle navi in serie rimonta alla
ceramica attica dei più antichi maestri (Es. deinos
di Exechias : Buschor, Qr. Vasenmal., fig. 93).

Un simile cratere, rinvenuto a Cuma in uno scavo
clandestino, di disegno andante con la rappresenta-
zione di Aiace che regge il cadavere di Achille, tro-
vasi riprodotto in un catalogo di vendita a Parigi
(Vendita Sambon-Canessa, maggio, 1910, n. 156).

Appartengono alle anfore panatenaiche senza la
caratteristica scritta, e perciò pseudo-anfore, le due
seguenti :

Tav. LXII, n. 5 (descritta alla Sep. CIV. B) Gara
di quadrighe nello Hippodromos.

Fiorelli, Notista dei vasi dipinti, tav. XVI ; Hey-
demann, n. 174 (alt. m. 0,38). B) Pentathlon.

L'anfora panatenaica della tav. LXIV, n. 2, edita
dal Piorelli in parte (Notizia, tav. XVIII) e de-
scritta dallo Heydemann (n. 174), fu giudicata recen-
temente dal Brauchitsch (Panathenàischen Preisam-
phoren, p. 33, tav. n. 36, da fotografia originale) per
ragioni stilistiche, dell' anno 500 all' incirca. Questi
ha il preconcetto, che durante il secolo V sia cessata
la fabbricazione di anfore panatenaiche; e tale precon-
cetto deve avere certamente influito a forzare l'età
dell'anfora di Cuma, sospingendola verso la fine del
secolo sesto. Non è questo il luogo di dimostrare
perchè certe anfore panatenaiche, da lui ricacciate entro
il secolo sesto, sieno da altri ritenute di pieno secolo
quinto ('). Se si ammette che la tecnica delle figure nere
invade buona parte di questo secolo, con più ragione

(*) Leggansi su questo riguardo le osservazioni di N. Gar-
diner in Journ. fieli. Stud. XXXII, 1912, p. 179, tav. IV.

si deve ammettere la fabbricazione delle anfore pan-
atenaiche, le quali, per consuetudine sacra, manten-
nero inalterato lo schema decorativo fino ad età inol-
trata. Le ragioni stilistiche addotte dal Brauchitsch,
dato che esse sieno fondate, non possono quindi infir-
mare l'opinione di chi tende ad abbassare la data di
questa e di altre anfore. Credo che il Pellegrini ( Vasi
greci delle necrop. felsinee, p. XXIX, nota 39) non
sia lontano dal vero, circoscrivendo l'anfora cumana
entro i limiti del secolo V. I particolari anatomici,
la curvatura del torso del discobolo, il profilo dei
volti, le pieghe delle vesti c' inducono a tenerci lon-
tani dal fare dei ceramografi del primo terzo del
secolo quinto. La parte superiore della figura di Athena
fu edita pure in Vasen von der Akropolis su Athen,
p. 106 del testo, n. 988 a, b.

Diverse anfore sono del tipo dell'anfora col ratto
di Antiope (v. Heydemann, n. 219, alt. m. 0,51) o del-
l'altro a fondo chiaro con rappresentazioni bacchiche
o guerresche. Cito qualche esempio.

Tav. LXIV, n. 1 (Heydemann, n. 231 ; alt. m. 0,40).
A) Dioniso con lungo tralcio e kantharos, sta fra una
Menade ed un Sileno.

Tav. LXIV, n. 3 (Heydemann, n. 221 ; alt. m. 0,39).
A) Hephaistos, con bipenne e cornucopia, cavalca un
toro ; di lato gli è caduto per terra un Sileno, ebbro ;
un altro itifallico lo segue. B) Dioniso barbato, a
cavallo di un asino itifallico, fra due Sileni.

Altre simili anfore della Raccolta Cumana furono
pubblicate dal Piorelli (Notizia dei vasi dipinti,
tav. I, II = Heydemann, n. 221, alt. m. 0,39 ; Piorelli,
op. cit., tavv. X, XI = Heydemann, n. 199; altezza
m. 0,34).

Un frammento di una di tali anfore si conserva nella
Raccolta Cumana (Heydemann, n. 183; alt. m. 0,24,
largh. m. 0,38) ed è da me pubblicato alla fig. 189.
Esso appartiene ad una categoria di anfore, il cui ventre
era decorato di una o di poche figure. Il guerriero
di questo frammento si ricollega, benché non possa
contendersi l'antichità di quelli, ai guerrieri delle
simili anfore o di vasi d'altra forma con le firme di
Amasis ed Exechias ('). Partendo da quelli, che sono

(*) Wiener Vorlegebl, 1888, VI, 3 ; VII, 1 c, d ; 1889, tav. Ili,
2, 3. Va ricordata una simile anfora del Museo di Napoli, an-
cora inedita, a pareti sottili, dipinta nello stile dei primi mae-
stri attici, con figure attorno al collo e due guerrieri sulle facce
 
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