513 coma 514
Altri vasi di argilla, più o meno epurata, sono vola LXXXI, n. 2 La sua forma, rarissima nella
forme alterate dell'antico vasellame calcidese del se- ceramica attica, assume l'aspetto di una piccola sfera
colo ottavo, come ad esempio l'aryballos della fig. 273 ; alquanto compressa sul giro orizzontale del ventre,
il vaso con beccuccio cilindrico della fig. 266 e ta- dove sono dipinti sei efebi nudi orjUyy&oi-Tf?. Una
vola LXVIII, 2 (cfr. tav. XL, n. 1); la brocchetta a fasciolina risparmiata separa il campo del ventre da
corpo cilindrico della tav. LXX, 2 (R. Cum., n. 84873; quello delle spalle, sulle quali si vedono espressi un
cfr. tav. XLIX, 1); la coppina con due anse ad orec- leone, che con la parte anteriore del corpo abbassata,
chietta e labbro ondulato, della tav. LXIX, 3 (R. Cum., le zampe distese e la bocca aperta, sta per spiccare
n. 85216, alt. mm. 45) e quella della fig. 266 (cfr. un salto, e un toro cozzante. L'orifizio stretto, con
tav. XL, 4); ed altri infine ripetono forme di vasi labbro formante come una vaschetta, ricorda molto da
attici del secolo VI, come a dire l'anforetta della vicino quello degli aryballoi corinzii, da cui questo
figura 271 e il deinos delle tavv. LXVII, i (Acq. Orsi) tipo di vaso attico deriva; ed il labbro è rafforzato
e LXVIII, 1. da due piccoli appoggi laterali che fanno da anse. La
Questa considerevole quantità di vasellame che ho vernice è lucida e resistente ; le linee interne delle
passato in rassegna, tenuto conto delle sue qualità ti- figure sono di un nero denso che forma rilievo sul
pologiche e della sua decorazione, o dipende dalla fondo ; la conservazione ottima. I vasi di questa forma
ceramica tarda corinzia, sotto il qual nome ho com- sono ben pochi, e di tecnica molto accurata, con rap-
preso anche i vasi, nei quali si continuano le forme presentazioni figurate non comuni; essi sono i se-
antichissime della ceramica calcidese, o trova il suo guenti :
addentellato nella ceramica geometrica tarda della Aryballos della collezione Peytel di Parigi: l'in-
Campania e dell' Etruria. L'aggruppamento di alcuni terno di una clinica greca (Monvm. Piot, XIII, 1906,
di essi vasi con gli skyphoi corinzi tardi (ved. Sep. XX, tav. XIV, n. 1).
scavo Granata) e con le lekythoi e le kylikes del va- Altro del Museo di Boston : efebi (Klein, Lieb-
sellame attico a figure nere, della fine del secolo VI, lingsinschr., p. 110, n. 15, figura 30; Monum.
induce a circoscrivere entro i limiti di questo secolo Piot, XIII, 1906, tav. XIV, n. 2).
la intera classe di vasi che abbiam preso in esame (]). Altro, già nel Museo Civico di Bologna: Ercole
Essa rappresenta tutta una produzione locale, eccet- ed Amazzoni (Pellegrini, Vasi delle collez. Palagi
tuati alcuni pezzi, pei quali si può ammettere con e university p. 56, figg. 46-48).
qualche fondamento la importazione (tav. LXIX, 4; Altro del Museo di Taranto, a fondo bianco, ine-
LXX, 3). dito : efebo adulto in conversazione, figura seduta,
cavaliere (Klein, Lieblingsinschr., p. 102, n. 5).
Altro nel Museo di Berlino: ambasceria di Ulisse
P) Vasi di stile attico, a figure rosse. ad Achille (Arch. Zeitung, 1881, tav. Vili, 1; Bau-
meister, Denkmàler, p. 1996, fig. 2144; Genick,
Nessuno dei vasi da me conosciuti può risalire al Griech. Keramik, tav. XXXVII, 3).
ciclo di Epiktetos ; i più antichi, e sono pochi, non Sull'aryballos cumano sono dipinti sei efebi ben-
oltrepassano il periodo dei maestri di kylikes dei prin- dati e nudi, intenti a ripulirsi il corpo con la stri-
cipì del secolo quinto. È rimasto sempre dimenticato, gilè. Il disegno offriva una certa. difficoltà, dovendo
benché descritto dallo Heydemann (n. 177, alt. cm. 8), presentare la stessa figura in sei variazioni, per tre
un piccolo aryballos, le cui figure dipinte sul giro delle quali (prima, seconda e quarta) il ceramografo
del ventre e sulle spalle, sono riprodotte alla ta- se la cavò senza uscire dalle ordinarie norme della
(*) Per la cronologia delle lekythoi con palmette nere, e
delle altre affini, si esamini il contenuto del Sep. XVI di Me-
gara Hyblaea (Mon. Ant. Line, I, col. 803); ved. Orsi, in
Róm. Mitt., XIII, 1898, p. 321.
Monumenti Antichi — Vol. XXII.
(') Non è citato dal Pottier nell'articolo sui due aryballoi
della collezione Peytel e del Museo di Boston. Pottier, Une
clinique giacque au V siècle (Monum. Piot, XIII, 1905, pa-
gine 149 sgg., tav. XIV).
33
Altri vasi di argilla, più o meno epurata, sono vola LXXXI, n. 2 La sua forma, rarissima nella
forme alterate dell'antico vasellame calcidese del se- ceramica attica, assume l'aspetto di una piccola sfera
colo ottavo, come ad esempio l'aryballos della fig. 273 ; alquanto compressa sul giro orizzontale del ventre,
il vaso con beccuccio cilindrico della fig. 266 e ta- dove sono dipinti sei efebi nudi orjUyy&oi-Tf?. Una
vola LXVIII, 2 (cfr. tav. XL, n. 1); la brocchetta a fasciolina risparmiata separa il campo del ventre da
corpo cilindrico della tav. LXX, 2 (R. Cum., n. 84873; quello delle spalle, sulle quali si vedono espressi un
cfr. tav. XLIX, 1); la coppina con due anse ad orec- leone, che con la parte anteriore del corpo abbassata,
chietta e labbro ondulato, della tav. LXIX, 3 (R. Cum., le zampe distese e la bocca aperta, sta per spiccare
n. 85216, alt. mm. 45) e quella della fig. 266 (cfr. un salto, e un toro cozzante. L'orifizio stretto, con
tav. XL, 4); ed altri infine ripetono forme di vasi labbro formante come una vaschetta, ricorda molto da
attici del secolo VI, come a dire l'anforetta della vicino quello degli aryballoi corinzii, da cui questo
figura 271 e il deinos delle tavv. LXVII, i (Acq. Orsi) tipo di vaso attico deriva; ed il labbro è rafforzato
e LXVIII, 1. da due piccoli appoggi laterali che fanno da anse. La
Questa considerevole quantità di vasellame che ho vernice è lucida e resistente ; le linee interne delle
passato in rassegna, tenuto conto delle sue qualità ti- figure sono di un nero denso che forma rilievo sul
pologiche e della sua decorazione, o dipende dalla fondo ; la conservazione ottima. I vasi di questa forma
ceramica tarda corinzia, sotto il qual nome ho com- sono ben pochi, e di tecnica molto accurata, con rap-
preso anche i vasi, nei quali si continuano le forme presentazioni figurate non comuni; essi sono i se-
antichissime della ceramica calcidese, o trova il suo guenti :
addentellato nella ceramica geometrica tarda della Aryballos della collezione Peytel di Parigi: l'in-
Campania e dell' Etruria. L'aggruppamento di alcuni terno di una clinica greca (Monvm. Piot, XIII, 1906,
di essi vasi con gli skyphoi corinzi tardi (ved. Sep. XX, tav. XIV, n. 1).
scavo Granata) e con le lekythoi e le kylikes del va- Altro del Museo di Boston : efebi (Klein, Lieb-
sellame attico a figure nere, della fine del secolo VI, lingsinschr., p. 110, n. 15, figura 30; Monum.
induce a circoscrivere entro i limiti di questo secolo Piot, XIII, 1906, tav. XIV, n. 2).
la intera classe di vasi che abbiam preso in esame (]). Altro, già nel Museo Civico di Bologna: Ercole
Essa rappresenta tutta una produzione locale, eccet- ed Amazzoni (Pellegrini, Vasi delle collez. Palagi
tuati alcuni pezzi, pei quali si può ammettere con e university p. 56, figg. 46-48).
qualche fondamento la importazione (tav. LXIX, 4; Altro del Museo di Taranto, a fondo bianco, ine-
LXX, 3). dito : efebo adulto in conversazione, figura seduta,
cavaliere (Klein, Lieblingsinschr., p. 102, n. 5).
Altro nel Museo di Berlino: ambasceria di Ulisse
P) Vasi di stile attico, a figure rosse. ad Achille (Arch. Zeitung, 1881, tav. Vili, 1; Bau-
meister, Denkmàler, p. 1996, fig. 2144; Genick,
Nessuno dei vasi da me conosciuti può risalire al Griech. Keramik, tav. XXXVII, 3).
ciclo di Epiktetos ; i più antichi, e sono pochi, non Sull'aryballos cumano sono dipinti sei efebi ben-
oltrepassano il periodo dei maestri di kylikes dei prin- dati e nudi, intenti a ripulirsi il corpo con la stri-
cipì del secolo quinto. È rimasto sempre dimenticato, gilè. Il disegno offriva una certa. difficoltà, dovendo
benché descritto dallo Heydemann (n. 177, alt. cm. 8), presentare la stessa figura in sei variazioni, per tre
un piccolo aryballos, le cui figure dipinte sul giro delle quali (prima, seconda e quarta) il ceramografo
del ventre e sulle spalle, sono riprodotte alla ta- se la cavò senza uscire dalle ordinarie norme della
(*) Per la cronologia delle lekythoi con palmette nere, e
delle altre affini, si esamini il contenuto del Sep. XVI di Me-
gara Hyblaea (Mon. Ant. Line, I, col. 803); ved. Orsi, in
Róm. Mitt., XIII, 1898, p. 321.
Monumenti Antichi — Vol. XXII.
(') Non è citato dal Pottier nell'articolo sui due aryballoi
della collezione Peytel e del Museo di Boston. Pottier, Une
clinique giacque au V siècle (Monum. Piot, XIII, 1905, pa-
gine 149 sgg., tav. XIV).
33