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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0274

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535

COMA

536

I guerrieri greci sono tutti dipinti nella nudità
eroica ed armati di scudo e di spada, la cui vagina
pende dal balteo al fianco sinistro; alcuni combattono
con la lancia, e non fanno uso della spada che pure
hanno. Teseo e Monichos hanno il capo coperto di
galea corinzia; gli altri, di galea attica con larga
cresta; singolare è quella di Astyochos, ma non nuova,
perchè ha precedenti in figure di guerrieri su vasi
più antichi [cfr., ad esempio, il (IIs)Qi'Sog del deinos
di Londra; Furtwàngler-Reichhold, Griech. Vasenmal.,
tav. 58]. Per questo particolare della nudità, il nostro
vaso si stacca da tutti i vasi polignotei precedenti,
nei quali prevalgono invece i guerrieri con veste e
corazza: e qualcuno che è nudo, ha almeno le gambe
protette dagli schinieri. Anche il deinos di Londra,
che più di tutti rimane prossimo all'aryballos cumano,
ha un guerriero greco in veste di combattimento. Le
Amazzoni sono vestite indistintamente alla foggia greca
o barbarica, ma neppure una somiglia all'altra. Lao-
doke ed Arisstoma(che), le quali più si assomigliano,
indossano una tunica orlata a maniche larghe, che nel-
l'una è aperta davanti, nell'altra è chiusa, cinta al seno
da una fascia: le gambe sono coperte dalle anaxy ri-
de s, il capo dalla cuffia di cuoio (àXwnrjxic). Antiane
ed Okyale indossano pur esse la tunica orlata, che nella
prima lascia le braccia scoperte, nell'altra ha le ma-
niche ; l'una ha gli schinieri, l'altra mostra le gambe
nude. Klymene, in chitone leggero e svolazzante, senza
maniche, e con embades, si differenzia da Kreosa,
che al di sopra del chitone ha la corazza, e dall'Amaz-
zone arciera, anonima, che ha una semplice cintura,
la quale, come a Klymene, delinea più nettamente le
belle forme.

L'aryballos cumano ha in comune con altri vasi
certe particolarità di disegno, talune delle quali furono
già osservate (l). Il profilo dei volti cade per lo più
sul fondo chiaro della spalla o del braccio o dello
scudo (vonRohden ap. Baumeister, Denkmàler, p. 1999),

(') L'aryballos cumano è molto conosciuto, ma fu esaminato
solo incidentalmente finora, con brevità di osservazioni; si con-
sulti: Rayet-Collignon, Céramique grecque, pp. 244 sg., fig. 91 ;
Baumeister, Denkmaeler, p. 1999; Furtwangler, Sabouroff, I,
testo alla tav. LV, ed Einleìtung ai vasi, pp. 4 sgg. ; Pellegrini,
Di alcuni vasi con rappres. di Amazzoni, pp. 26, 35; Ducati
in Oesterr. Jahresh., 1907, p. 253; Buschor, Griech. Vasenmal,
p. 192, fig. 139.

ed è reso con una sola linea che dalla fronte tira via
fino al collo ; le pinne nasali, che nei vasi polignotei
più antichi sono nettamente delineate (cratere di Ruvo,
Purtw.-Reichold, tavv. 27, 28; di Bologna, ibid.
tavv. 75,76 ; i due crateri di New-York, ibid. tavv. 116-
119; quello di Orvieto, ibid. tav. 108, ecc.), non sono
mai qui disegnate. Questo particolare è trascurato, per
altro, sopra molti e grandi vasi polignotei meno antichi
di quelli citati, che lo studioso ben intenderà, sol che
io nomini il cratere di Gamarina (Monum. ant. Lincei,
XIV, tav. I ; Rizzo), ed in molti vasi di stile midiaco.
Più ancora sono evidenti, per questo rispetto, le so-
miglianze dello aryballos cumano con diversi piccoli
vasi, i quali si aggruppano intorno allo epinetron
di Eretria (Ephem. arch., 1897, tavv. 9, 10), alla
pisside di Nausikaa ( Wiener Jahreshefte, Vili, tav. I)
ed alle coppe di Xenotiraos (Ant. Denkm., I, tav. 59),
dove in alcune figure si osserva anzi quella singolare
rientranza delle linee del labbro e del mento, che è
accentuata specialmente nella testa dell'Amazzone
Kreosa (cfr. Alkestis dello epinetron). Tale corrispon-
denza pel profilo del volto è ancor più evidente nella
kylix di Aison (Ant. Denkm., II, tav. I) : la testa
di Teithras dell'aryballos cumano, e quella di Teseo
nel gruppo di Skyron sulla citata kylix, presentano
tale identità, che non esiterei a riconoscervi la stessa
mano.

L'autore dell'aryballos cumano è molto accurato
nel disegno delle mani e dei piedi, specialmente quando
deve esprimer questi di scorcio. In figure così piccole,
queste parti secondarie sono alquanto trascurate anche
sopra alcuni dei migliori vasi citati, nei quali si badò
piuttosto all'effetto dello insieme. Quest'altra partico-
larità rivela dei legami fra il vaso cumano, la kylix
di Aison, l'aryballos Sabouroff e le coppe di Aristofane
(Furtw.-Reichhold, tavv. 127-129), le quali ultime
richiamarono l'attenzione dello Hauser (ibid. testo a
p. 41) sul ripetersi del disegno del piede destro di scorcio
per ben sette volte nello esemplare di Berlino. Ma
se tale somiglianza con il vaso cumano è innegabile,
non in tutti i vasi menzionati essa raggiunge lo stesso
grado ; nelle coppe di Aristofane le dita sono spro-
porzionatamente lunghe e flessuose come, in genere,
tutte le linee di quel disegno manierato e monotono,
dal quale le figure del vaso cumano si tengono ancora
lontane. La correttezza di disegno nei piedi delle
 
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