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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0277

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soggetti non mi occupo) abbia conservato i tipi fon-
damentali della megalogratìa della scuola di Polignoto,
modificandoli a misura dello stile della grande arte,
contemporanea, da cui ritraeva sempre nuovi elementi
nel corso del secolo quinto. E. per conseguenza, più
fedeli allo stile polignoteo (dico stile, e non compo-
sizione) saranno i vasi che più si accostano all' età
del grande maestro, cioè a dire la tazza di Monaco,
il cratere di Ruvo e quello di Bologna; verso la metà
del secolo quinto cadono i due crateri di New-York,
opera di un ceramografo ardito; più tardi appare il
deinos Porman, che precede l'aryballos cumano.

Quale sarà dunque il limite cronologico più basso,
fino a cui potremo spingerci per questo? Studiando
il profilo dei volti, notammo i rapporti fra il vaso
cumano e i vasi che si aggruppano attorno alla pis-
side di Nausicaa e all'epinetron di Eretria, i quali,
secondo le ricerche dello Hartwig e dell' Hauser, risul-
tano essere compresi entro il decennio 440-430 av. Cr.
Non si può scendere più giù per l'aryballos cumano (*) ;
il ceramografo, che pur aveva uua grande perizia,
mostra di non conoscere il progresso della grande arte
nell' ultimo trentennio del secolo quinto. I fregi del
tempio della Nike Apteros, del così detto Theseion, e
molto meno quelli del tempio di Phigalia, così ricchi
di motivi nuovi di combattenti, egli non li conosce;
e si limita invece a parafrasare ancora i vecchi motivi
polignotei, con una prospettiva falsata dalle esigenze
dello spazio. Molto più largamente la grandiosa dis-
posizione dei gruppi imitano alcuni vasi polignotei
del tipo del cratere di Camarina. Nella disposizione
prevalente, in gruppi di due figure, molto si sente
l'influenza della distribuzione inmetope; enei ripe-
tersi degli stessi motivi, si scopre una certa povertà
d'invenzione. Molto sarà avvantaggiata l'arte poste-
riore, anzi addirittura rinnovata dalle nuove creazioni
della grande arte, i cui effetti vedonsi sul vaso di
Melos, sul cratere, in frammenti, del Museo di Napoli
con rappresentazione di una Gigantomachia, ed altri.

È così convenzionale la disposizione delle figure
sul vaso cumano, che non entra nel mio campo il di-

(*) Diversamente opinava nel 1888 il Collignon {Cèramìqw,
grecque, p. 245), secondo il quale quel senso di patetico, che
traspare dalle figure dello aryballos cumano, deve metterci
sull'avviso, che sono già stati oltrepassati i limiti del secolo
quarto.

scutere intorno alla prospettiva nei vasi polignotei, rap-
presentati dal cratere di Camarina, non ostante che pa-
recchi siano dello stesso giro di anni determinato pel
vaso cumano. In questo la prospettiva può dirsi che
non ci sia, allo stesso modo che nemmeno può parlarsi
di essa nella Amazzonomachia di un vaso pugliese,
dove i combattenti sono disposti in due serie (Bull,
arch. nap., N. S., II, tav. 4). Tanto nello aryballos
cumano, quanto in quello Sabouroff, non è da cercarsi
una prospettiva vera e propria, pei ristretti limiti del
campo rappresentativo ; ma piuttosto una rappresen-
tazione simmetrica, alla quale appunto si atterranno
molte volte i ceramografi dei vasi del secolo'quarto (')•

2. Le terrecotte.

A) Di argilla ad ingdbbiatura chiara.

Le terrecotte di argilla finissima con ingubbia-
tura giallo-verdastra di varie gradazioni, e di forme
e ornati speciali, rappresentano la continuità dei pro-
dotti calcidesi, la cui fabbricazione si protrasse fino
ai principii del secolo sesto; gli ornati sono di color
bruno, e le figure dall' ariete, della lepre, del cane,
della cerva, del riccio, si distinguono per avere il
corpo picchiettato. Alcuni di questi vasi configurati
rappresentano un busto muliebre con capelli cadenti
a lunghi riccioli sulle spalle, altri un uccello a testa
umana (Sirena). Credo che queste due ultime specie
menzionate abbiano avuto una fabbricazione di più
lunga durata che non le altre, perchè la Sirena ha le
penne delle ale graffite, e taluni esemplari si disco-
stano dalla semplicità dei modelli più antichi. La
collezione Stevens possiede i seguenti esemplari :

Tav. LXXI, n. 7 (R. St.). Balsamario a busto
muliebre con bocchino sul capo; i capelli scendono
a lunghi riccioli sulle spalle, e sono disposti a strati
orizzontali dietro la nuca. Capelli, occhi, pupille e
sopracciglia sono dipinti a color nero ; sul labbro del

(') Molta affinità intercede fra questi due aryballoi, sia
nella forma sia nello stile e nella distribuzione delle figure.
Il Furtwiingler ammise che Farvi), cumano è opera dello stesso
autore dello aryballos Sabouroff, ma alquanto più tarda ri-
spetto a questo (Sammlung Sabourojf, testo alla tav. LY ; ed
Eìnleitung ai vasi, pp. 4 sgg.).
 
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