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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0288

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563

COMA

564

E allora non è necessario di ammettere una precedenza
di Cuma rispetto alle altre zone di civiltà dell' Italia
per ciò che riguarda l'uso della cista a cordoni, ma
una contemporaneità che rientra nel fenomeno gene-
rico, più volte osservato, della prevalenza colà dell'ele-
mento indigeno dell' Italia e dei suoi prodotti indu-
striali: prevalenza che si manifesta verso la fine del
secolo Vili con la fibula a bastoncelli (cfr. col. 424),
coi vasi d'impasto locale (col. 431) e che si continuò

tavola LXXIX, che la riproduce in proporzioni uguali
al vero, e raddoppiate. Lo scavatore Procolo Lubrano,
che la raccolse con le sue proprie mani, attesta che
la collana fu trovata in uno di quei sepolcri di grandi
lastre di tufo, detti tomboni o anche tombe
etnische, e che era associata a qualche vaso con
figure nere, nel fondo Correale.

Consta di un laccio, formato da un fascio di ca-
tenine a maglie sottili e torte, alle cui estremità sono

con altri indizii molto eloquenti, come dimostrerò
ancora.

4. Le oreficerie. — Gli oggetti d'oro dei secoli
sesto e quinto sono di una estrema rarità nella ne-
cropoli di Cuma, e non è da escludere che assai prima
dei moderni scavatori sieno stati ricercati dagli an-
tichi stessi. Nè il conte di Siracusa nè E. Stevens
ebbero mai la occasione di raccogliere, sia pure nel
terreno, oggetti d'oreficeria riferibili a quei due se-
coli. E fu grande ventura, se nello scavo dell'avvocato
E. Osta tornasse alla luce una preziosissima collana,
che non ha 1* eguale per la sua novità e per il carat-
tere prettamente ionico-etrusco. Questo ragguardevole
monumento trovasi ora in una collezione privata al-
l' Estero, e chi sa quando potrà essere rimesso in onore
in qualche pubblica raccolta. Il Museo di Napoli pos-
siede i negativi di varie fotografie fatte eseguire,
quando la collana era ancora presso lo scavatore; e
con la stampa di due di essi ho potuto formare la

saldate due capsule cilindriche con aggetto alla base,
entrambe attraversate da un foro. I due cilindri erano
introdotti agli estremi di un tubetto arcuato, e fer-
mati con una molletta a bottoncino. Nel tubetto e
nelle sue appendici è riposto il gran pregio di questo
gioiello

La metà anteriore è tutta cosparsa di sottile pul-
viscolo d'oro, e, mediante due cornici di cordoncini, è
divisa in due riquadri, attraversati longitudinalmente
da una serie di palline. Sul tubetto, come su di una
base, sono adagiate due figure muliebri, nel noto at-
teggiamento di chi giace sulla kline. Il corpo poggia
sull'anca sinistra, e il gomito sinistro fa da puntello
su di un guanciale ; la gamba destra è piegata in su
ed è vista di profilo, mentre la sinistra, che sta sotto,
è vista di pieno prospetto ed è accentuata la linea dello
stinco. La testa ed il petto sono rappresentati di
fronte, il braccio sinistro di profilo, e l'altro rimane
nascosto dietro alla coscia. Le due figure indossano
 
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