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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0348

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combattenti con l'asta si trovano nei medesimi atteg-
giamenti sull'anfora di Melos. L'affinità fra l'anfora
cumana e le due anfore Spinelli con Amazzonomachia
è poi dimostrata, oltre che dalle stesse decorazioni,
anche dalla movenza del combattente a piedi, che tiene
la clamide avvolta intorno al braccio sinistro e scaglia
con la destra un sasso, dal particolare pittorico del
tronco di albero collocato, per la prospettiva, nel bel
mezzo della rappresentazione, dalle cinghie bianche
avvolgenti i calzari dei guerrieri. Ma alcune partico-
larità di disegno avvicinano l'anfora cumana ai vasi
di Kertsch, ed anche il fatto che la rappresentazione
figurata invade il campo della decorazione di girali e
palmette; per la qual cosa essa è molto più tarda
dell'anfora di Melos, e la credo anche posteriore alle
anfore Spinelli.

A questi si riducono i vasi di stile attico rinve-
nuti nelle tombe a cassa greco-sannitiche. Gioverà
intanto notare, che essi sono tutti di proporzioni pic-
cole e di stile tardo o addirittura decadente; le loro
forme sono la lekane in massima parte, la pelike, lo
aryballos, lo skyphos e l'anfora ad anse ritorte, cioè
a dire forme di vasi che furono usate nelle fabbriche
attiche del secolo quarto e copiate anche nelle fab-
briche della Cirenaica e della Russia meridionale.

B) Vasi di tombe del primo gruppo.

Avendo noi preso a base della nostra classifica-
zione le tombe tipiche, le quali presentano i carat-
teri più spiccati di ciascuna delle tre fasi dell' indu-
stria e del commercio cumano, è evidente che in mezzo
ad esse non abbiano potuto prender posto quelle tombe,
i cui corredi corrispondono all' inizio o al termine di
ciascuna delle tre fasi. Ciò si deve ammettere a pre-
ferenza per quel periodo di tempo, in cui l'industria
greco-sannitica, dopo il lungo periodo di rivolgimenti
sociali, e direi di barbarie, che seguì alla invasione
del 420 a. Cr., cominciò a manifestarsi. E siccome
gì' inizi sono sempre modesti, dobbiamo ritenere che
la produzione ceramica cumana sia stata molto scarsa
al principio. Fra le tombe scoperte dallo Stevens nes-
suna offre materia per lo studio della più antica cera-
mica greco-sannitica, e dobbiamo quindi ricercare fra
i vasi cumani, che sporadicamente conosciamo, quali

sieno quelli che, per il loro stile, considerato alla
stregua delle cognizioni generali da noi possedute sulla
storia della industria ceramica nella Grecia propria
e nella Magna Grecia durante il secolo quarto, pos-
sano ritenersi come i più antichi prodotti del genere.

Fin dall' inizio la ceramica greco-sannitica si di-
stingue per il largo uso della policromia, più nei par-
ticolari dell'ambiente in cui si svolge la rappresen-
tazione figurata, che nelle figure stesse. Il disegno di
queste si accosta per alcuni particolari a quello di
certi vasi di Kertsch I capelli delle figure sul
vaso dov'è rappresentato il mito di Telefo e Oreste
(Fiorelli, Notista dei vasi dipinti, tav. XIV ; v. più
oltre), e su qualche altro vaso, che ora menzionerò,
sono trattati come quelli delle figure sulla pelike di
Kertsch (Furtw. - Reich., tav. 69). Il profilo del volto
muliebre che sta a sinistra nella citata anfora e le
pieghe degli abiti dimostrano un certo parallelismo fra
i due vasi. Su per giù hanno gli stessi caratteri l'an-
fora di Medea del Louvre (profilo di Medea uguale
a quello di Elettra sulla hydria di Telefo e Oreste)
e un'altra anfora della Raccolta Cumana, con scena di
commiato (Heydemann, n. 27 ; tav. XCV, n. 4). A questi
vasi puoi aggiungere una bella lekane della Raccolta
Cumana (Heydemann, n 47; tav. XCI, n. 4), che per la
forma e per lo stile delle figure sedute si riannoda a
simili prodotti attici di tardo stile midiaco. Pochi sono
adunque i primi prodotti conosciuti della fabbrica di
Clima, dei quali faccio seguire l'elenco :

R. Cum., Heydemann, n. 141 ; alt. m. 0,45. Hydria
con rappresentazione del mito di Telefo e Oreste fan-
ciullo (Fiorelli, Notizia dei vasi dipinti, tav. XIV ;
Arch. Zeitung, 1857, tav. 106; Baumeister, Denkmà-
ter, III, fig. 1807; Pollak, Zwei Vasen aus der
Werkstatt Hierons, tav. VII, 2).

Louvre, dalla Collez. Campana (Catal. Camp. CI. I,
p. 152, n. 32) ; alt. m. 0,49. Anfora ad anse torte :
Medea che trucida uno dei tìgli ; dettagli di color
rosso ; profilo di Medea simile a quello di Elettra sul
vaso precedente (tav. XCVI, n. 3). Edita già dal De
Witte, Études sur les vases peints, p. 115 ; dipoi

(') Questa denominazione di « vasi di Kertsch » trovasi
troppo vagamente usata per designare categorie di vasi diffe-
renti per la tecnica e per lo stile. Si consulti in proposito
Ducati in Rendiconti R. Accad. Lincei 1913, p. 525 sgg.
 
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