701 coma 702
op. eii, p. 410); la rupe, su cui siede, indica l'acro- colo quinto (Overbeck, Grieoh. KunstmythoL, tav. XV),
poli di Atene. Del resto anche ad Eleusi esercitavasi non possa risalire a qualche originale famoso. Sap-
il culto di Apollo Patroos associato ad Athena; col piamo che Prassitele aveva scolpito un Triptolemos,
tempo questo culto fu aggregato alla religione dei quello che vedevasi negli Orti Serviliani (Plin., Nat.
misteri (Paus., I, 37, 6). Anche Aphrodite aveva colà Hist., XXXVI, 23; cfr. Rizzo, op. cit., pp. 116, 117);
un tempio (Paus. I, 37, 7). ed è molto verosimile che su di esso siensi ispirati
Il Purtwangler, che esaminò l'originale nel Museo direttamente l'autore del bassorilievo di Eleusi, in
di Pietroburgo, assicurava essere questa un'opera d'arte modo più libero quelli dello skyphos e della hydria.
attica [Mehtenoerke, p. 505, nota 1), ed uguale im- Anche nel Dionysos, quantunque non si possa ci-
pressione riceviamo al vedere le belle fotografìe che tare un esempio statuario che calzi perfettamente, lo
pubblico, fornitemi dal prof. Pridik, conservatore del- Svoronos riconobbe un rapporto con la figura del ri-
l'Eremitaggio, al quale esprimo sentite grazie. Esse lievo prassitelico del Museo di Atene (Athener Nalio-
ci fanno comprendere lo stile di queste figure, assai nalmuseum, p. 156), se ne escludi le vesti che in questo
meglio che non i disegni manierati, sui quali si poteva rispondono piuttosto al tipo del Dionysos Sardanapalo.
finora studiare. E possiamo pure aggiungere con piena Di questa dipendenza dall'arte prassitelica si ha
coscienza, che la serenità maestosa, la grazia del- una prova anche più luminosa nella figura di Kore,
l'espressione e delle movenze, la flessuosità dei corpi Tenuto conto del punto di vista diverso, la sua posa
e la speciale inclinazione del capo di queste figure e l'abito specialmente hanno una corrispondenza gene-
danno all' insieme una certa aria di arte prassitelica. rica con la Kore di Vienna (ved. Springer, Handbucli
Colui che ne modellò le matrici avea dinanzi alla der Kunstgeschichte, I, p. 319, fig. 537), con qualche
mente degli originali come l'Eros di Centocelle e il figura della base di Mantinea e del sarcofago delle
Satiro che versa da bere, nel rendere quei visini deli- Afflitte. Maggiore affinità si riscontra con la Kore
cati e giovanili, anche nelle grandi dee come Demeter dello skyphos citato e di alcuni bassorilievi di Eleusi
e Rhea; e credo che gli abbia fatto gioco l'associa- (Overbeck, Kunstmythol., tav. XIV, 2, 4). Il dubbio
zione di una figura stante con un'altra seduta, potendo verge intorno al numero delle faci, se cioè l'originale,
così egli variare in tanti modi la inclinazione delle da cui derivano tutte queste figure, ne avesse una o
teste, secondo il posto che l'una figura occupa rispetto due. I monumenti conosciuti non possono, come pare,
all'altra. Questa ricchezza di risorse nel variare un derimere ancora questo dubbio, la cui soluzione ha
medesimo motivo sullo stesso monumento, non è nuova per il nostro studio una importanza secondaria. Sap-
alla scuola prassitelica, e ne abbiamo un esempio nel piamo con quale libertà le opere della scultura e
sarcofago delle Afflitte. della pittura venissero imitate dai ceramografi. A noi
Ma pare che questa influenza si manifesti in una premeva dimostrare che certi tipi, come quelli di
maniera anche più diretta nelle figure di Triptolemos, Triptolemos, di Dionysos e di Kore, e l'intonazione
di Dionysos e di Kore. Lo Skias notava opportuna- di tutto il rilievo del vaso cumano, derivano dall'arte
mente, a proposito dello skyphos di Eleusi (Monum, di Prassitele. Epperò la hydria di Clima piglia posto
Piot, Vili, 1900-1901, p. 33), che ivi, come sul vaso fra i primi vasi attici del genere a vernice nera dorati,
cumano, Triptolemos non sta seduto sopra un carro, vale a dire nei primissimi tempi della ripresa del
ma su di un trono fiancheggiato da due serpenti, e commercio attico a Clima (340 av. Or., all' incirca),
richiamava il riscontro con un bassorilievo di Eleusi
(Athen. Miti., XX, 1895, tav. VI) rappresentante Kore, Al tempo della importazione dei grandi vasi a ver-
Triptolemos e Demeter. Considerando che i tre monu- nice nera crebbe e si perfezionò la locale produzione
menti messi a confronto sono del secolo quarto, e che dei vasi piccoli, e il repertorio delle forme aumentò,
uno di essi, il bassorilievo, presenta evidenti caratteri Troviamo la lekane, il boccalino elegante come quello
di arte prassitelica, vien fatto di domandarci se questo della tav. CV, 5, lo stamnos (tav. CIV, 5), la pelike
particolare della mancanza di ruote al trono di Tripto- (tav. CV, 5), la olletta a zuppiera (tav. CVI, 3), ecc.
lemos, che modifica il tipo consacrato dall'arte del se- Le ciotole e le kylikes campane fanno parte di questa
op. eii, p. 410); la rupe, su cui siede, indica l'acro- colo quinto (Overbeck, Grieoh. KunstmythoL, tav. XV),
poli di Atene. Del resto anche ad Eleusi esercitavasi non possa risalire a qualche originale famoso. Sap-
il culto di Apollo Patroos associato ad Athena; col piamo che Prassitele aveva scolpito un Triptolemos,
tempo questo culto fu aggregato alla religione dei quello che vedevasi negli Orti Serviliani (Plin., Nat.
misteri (Paus., I, 37, 6). Anche Aphrodite aveva colà Hist., XXXVI, 23; cfr. Rizzo, op. cit., pp. 116, 117);
un tempio (Paus. I, 37, 7). ed è molto verosimile che su di esso siensi ispirati
Il Purtwangler, che esaminò l'originale nel Museo direttamente l'autore del bassorilievo di Eleusi, in
di Pietroburgo, assicurava essere questa un'opera d'arte modo più libero quelli dello skyphos e della hydria.
attica [Mehtenoerke, p. 505, nota 1), ed uguale im- Anche nel Dionysos, quantunque non si possa ci-
pressione riceviamo al vedere le belle fotografìe che tare un esempio statuario che calzi perfettamente, lo
pubblico, fornitemi dal prof. Pridik, conservatore del- Svoronos riconobbe un rapporto con la figura del ri-
l'Eremitaggio, al quale esprimo sentite grazie. Esse lievo prassitelico del Museo di Atene (Athener Nalio-
ci fanno comprendere lo stile di queste figure, assai nalmuseum, p. 156), se ne escludi le vesti che in questo
meglio che non i disegni manierati, sui quali si poteva rispondono piuttosto al tipo del Dionysos Sardanapalo.
finora studiare. E possiamo pure aggiungere con piena Di questa dipendenza dall'arte prassitelica si ha
coscienza, che la serenità maestosa, la grazia del- una prova anche più luminosa nella figura di Kore,
l'espressione e delle movenze, la flessuosità dei corpi Tenuto conto del punto di vista diverso, la sua posa
e la speciale inclinazione del capo di queste figure e l'abito specialmente hanno una corrispondenza gene-
danno all' insieme una certa aria di arte prassitelica. rica con la Kore di Vienna (ved. Springer, Handbucli
Colui che ne modellò le matrici avea dinanzi alla der Kunstgeschichte, I, p. 319, fig. 537), con qualche
mente degli originali come l'Eros di Centocelle e il figura della base di Mantinea e del sarcofago delle
Satiro che versa da bere, nel rendere quei visini deli- Afflitte. Maggiore affinità si riscontra con la Kore
cati e giovanili, anche nelle grandi dee come Demeter dello skyphos citato e di alcuni bassorilievi di Eleusi
e Rhea; e credo che gli abbia fatto gioco l'associa- (Overbeck, Kunstmythol., tav. XIV, 2, 4). Il dubbio
zione di una figura stante con un'altra seduta, potendo verge intorno al numero delle faci, se cioè l'originale,
così egli variare in tanti modi la inclinazione delle da cui derivano tutte queste figure, ne avesse una o
teste, secondo il posto che l'una figura occupa rispetto due. I monumenti conosciuti non possono, come pare,
all'altra. Questa ricchezza di risorse nel variare un derimere ancora questo dubbio, la cui soluzione ha
medesimo motivo sullo stesso monumento, non è nuova per il nostro studio una importanza secondaria. Sap-
alla scuola prassitelica, e ne abbiamo un esempio nel piamo con quale libertà le opere della scultura e
sarcofago delle Afflitte. della pittura venissero imitate dai ceramografi. A noi
Ma pare che questa influenza si manifesti in una premeva dimostrare che certi tipi, come quelli di
maniera anche più diretta nelle figure di Triptolemos, Triptolemos, di Dionysos e di Kore, e l'intonazione
di Dionysos e di Kore. Lo Skias notava opportuna- di tutto il rilievo del vaso cumano, derivano dall'arte
mente, a proposito dello skyphos di Eleusi (Monum, di Prassitele. Epperò la hydria di Clima piglia posto
Piot, Vili, 1900-1901, p. 33), che ivi, come sul vaso fra i primi vasi attici del genere a vernice nera dorati,
cumano, Triptolemos non sta seduto sopra un carro, vale a dire nei primissimi tempi della ripresa del
ma su di un trono fiancheggiato da due serpenti, e commercio attico a Clima (340 av. Or., all' incirca),
richiamava il riscontro con un bassorilievo di Eleusi
(Athen. Miti., XX, 1895, tav. VI) rappresentante Kore, Al tempo della importazione dei grandi vasi a ver-
Triptolemos e Demeter. Considerando che i tre monu- nice nera crebbe e si perfezionò la locale produzione
menti messi a confronto sono del secolo quarto, e che dei vasi piccoli, e il repertorio delle forme aumentò,
uno di essi, il bassorilievo, presenta evidenti caratteri Troviamo la lekane, il boccalino elegante come quello
di arte prassitelica, vien fatto di domandarci se questo della tav. CV, 5, lo stamnos (tav. CIV, 5), la pelike
particolare della mancanza di ruote al trono di Tripto- (tav. CV, 5), la olletta a zuppiera (tav. CVI, 3), ecc.
lemos, che modifica il tipo consacrato dall'arte del se- Le ciotole e le kylikes campane fanno parte di questa