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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 22.1913

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Gàbrici, Ettore: Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.11259#0366

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719 cuma 720

colo quarto l'industria ceramica fu molto limitata nella ceramica greca, è la situla o pseudoanfora, che
nella Grecia, e che il commercio di esportazione venne modifica la forma ovvia di situla della ceramica indi-
quasi a mancare nelle colonie greche d'Occidente. Ciò gena dell'Italia, rinvenuta a Suessula, a Capua (Pa-
non pertanto la hydria Castellani col Dionysos eleu- troni in Studi e materiali, I, tav. Vili, n. 2) ed
Simo, Demeter e Kore, proveniente da Capua, dimo- altrove. Ciò conferma sempre più, che la industria
stra che di simili vasi arrivavano pure in Campania ceramica cumana cercò talune forme nella Campania
{Vendita Castellani, n. 84, tav. II; Frohner, Col- stessa, e si manifestò unicamente sotto l'influenza
lection Tyskiewicz, tavv. 9 e 10; Monum. Instit., diretta della ceramica attica. I soggetti sono pretta-
XII, tav. XXXV). D'altronde nessuno può negare, mente campani o attici; prevalgono le rappresenta-
che il disegno sui primi vasi di fabbrica cumana, come zioni di ossequio alla tomba, e l'heroon stesso, nel
ad esempio, l'anfora di Telefo ed Oreste, somiglia quale si può riconoscere un'influenza pugliese, per
in certi particolari (trattamento dei capelli, pieghe ben due volte, fra i non molti esempii che possiamo
delle vesti ecc.) a quello delle figure di molti vasi citare, afferma nel contenuto della figurazione la di-
pugliesi, fra i quali posso citare a preferenza l'an- pendenza da originali attici. Nell'anfora della ta-
fora di Herakles ed Hebe (Gerhard Apulische Vasen- vola XCV, n. 4 il guerriero in piedi con la figlioletta
bilder, t&v. XV), e le anfore di Patroclo, di Medea, dei in braccio, che sta per consegnare alla madre seduta,
Persiani (Furtw. Reichhold, tavv. 88, 89, 90). Ma la quale porge le mani, forma il soggetto di una
non bisogna esser miopi e lasciarsi attirare da somi- stele attica (Conze, Attische Grabreliefs, tav. LXV).
glianze vicine, perdendo di vista corrispondenze più re- E la madre con l'uccello nella destra, verso cui si
mote, quelle coi vasi attici della metà del secolo stende la bambina per afferrarlo (fig. 239), è uno dei
quarto, i quali furono i prototipi così dei vasi pu- soggetti comuni sulle medesime stele attiche ('). Iltu-
gliesi citati, come dei primissimi vasi campani. Le affi- tulus delle donne campane tav. XCV, n. 2 e XCVI, n. 5,
nità esistono fra questi vasi italioti, ma per causa che credo una persistenza della moda etnisca, atte-
di una dipendenza da originali comuni. stata da monumenti della pittura e della toreutica
Per abbondare in esempii, che non sono mai so- (anfora ionica di Vulci in Monum. Instit., VIII, ta-
verchi in una questione così controversa, ricorderò vola II; Furtw. - Reichh., tav. 21) (2). il guerriero
che molti vasi di stile attico tardo presentano le me- con la tipica corazza a tre grandi piastre e con lun-
desime figure di donna con la parte superiore nuda ghe penne all'elmo, dimostrano a chiare note, che i
e dipinta di color bianco, le caratteristiche corone ra- ceramografi dimani ricavarono in gran parte il con-
diate bianche e molti altri particolari proprii dei tenuto e la forma delle loro rappresentazioni dalla
vasi di fabbrica cumana. Ved. Collignon-Couve Calai. società in cui vivevano. Nella pittura di un'anfora,
des vases d'Athènes, nn. 1888 e 1922, tav. LI (due dove sono in lotta dei guerrieri con Amazzoni, quelli
crateri a calice), n. 1968 (pinax di Eleusi, meglio vestono alla foggia campana ( Vendita Woodi/at, ta-
pubblicato in Ephem. Arch., 1901, tav. 1); Nicole, vola VII, n. 101).

Catalogne des vases peinls, tav. XIX. E dagli ori- Altri soggetti sono di carattere mitologico o fu-

ginali greci, importati nella Campania, i ceramografi nebre in rapporto col culto dionisiaco ; ed in questo

dimani ricavarono non solo lo stile, ma anche le ultimo caso ci soccorre più che mai il confronto coi

forme. Difatti l'anfora ad anse torte fu in gran voga vasi attici (scene di simposio). Pel vaso di Oreste e

verso la metà del secolo quarto, e abbiamo studiato Telefo, che tanta affinità stilistica rivela di fronte ai

le tre anfore di Suessula e quella di Clima, che sono vasi policromi attici, contemporanei alle pitture di
da considerare come prototipi dell'anfora di fabbrica
cumana. Per la hydria e per la lekane bastano gli '

esempii dei vasi citati. Il cratere a campana è pure ,« ^

U Questa seconda osservazione fu fatta da Vanacore in

comunissimo nella ceramica attica di questo periodo; Atti della R. Accad. di Arch. di Napoli, XXIV, 1906, p. 195.
basta ricordare i primi esemplari saticulani, che si rian- (s) BisshìS in Athen. Miti., XXXVII, 1912, p. 70 sg.,

nnrlinn n miallr, T'unì/m ~ u 1 -, , ■ tav' nn- 5' 6 ' de Ridder in Reme des études grecques,

noaano a quello. L unico vaso, che non ha precedenti xxvi, 1913, p. 428 so-.
 
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