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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 23.1914

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Calza, G.: La preminenza dell' "insula" nella edilizia romana
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https://doi.org/10.11588/diglit.11258#0303

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NELI,' EDILIZIA ROMANA

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ilice, questa viene supplita da travi longitudinali di
legno sorretti da mensole di travertino o di legno
fig. 13. Nelle abitazioni più signorili la travatura del
solaio viene nascosta da un soffitto piano a camera a
canna affrescato come le pareti.

È ovvio aggiungere, che l'acqua non pare giun-
gesse ai singoli piani. Però, che entrasse nella casa
lo provano l'esistenza di fistule lungo la via della casa
di Diana e la presenza di una fontana nel cortile di
essa tav. IV. Onde non parrebbe essere stato troppo dif-
fìcile rimediare alla proibizione che si legge in Fron-
tino (de aq. 103), circa ius du,cendae aquae inprivatis
observanda sunt, ne quis sine litteris Caesaris ...
ducat, confermata dalla supplica di Marziale (IX, 18)
a Domiziano affinchè la sua sicca dornus abbia un
po' d'acqua (').

Mancano negli appartamenti traccie di ambienti
riscaldati e destinati a bagni (2) : così anche traccie
di gole per lo smaltimento del fumo di cui, del
resto, neppur linguisticamente ci rimane memoria.

La sicurezza dell'abitazione era garantita dalla
chiusura dell' ingresso al caseggiato, comprese le scale
sboccanti sulla strada fig. 15, e dalla chiusura ai
singoli appartamenti.

Nessuna conferma se l'insula avesse, come \adomus,
uno ianitor, come parrebbe da un passo di Dione
(LIV, 4). Però è da notare che sotto la prima branca
delle scale è sempre ricavato uno stanzino che po-
trebbe bene aver servito al portiere.

Infine il carattere meritorio degli appartamenti
e la equivalenza e il disimpegno tra i vari ambienti
han reso facile e diffuso il subaffitto, il cenacularium
exercere, contemplato e regolato dal Digesto (IX, 3,5).

Se ne vedono traccie nelle case ostiensi, nelle
chiusure di porte e divisioni di ambienti.

Descrizione delle abitazioni ostiensi.

L'abitato di Ostia si compone di più specie di
abitazioni ed è questo il primo elemento che la carat-
terizza distinguendola da Pompei e assomigliandola

(') Del resto nel Digesto (I, 15,4) si legge: ut aquam
unusquisque inquilinus in cenaculo habeat. Tale disposizione
dev'essere tarda: in Ostia, ad ogni modo, non ce n'è conferma
archeologica.

(*) Questo si spiega anche per la grande quantità di terme
in ogni città romana e in Ostia stessa.

a Roma. L'abitazione privata signorile riveste o il
tipo greco a peristilio (caserma dei Vigili) o il tipo
ad atrio (casa d'Apuleio). Anche allo stato attuale
degli scavi si può ritenere, però, che tali tipi non siano
stati usati per case d'affitto, genericamente parlando,
e non abbiano quindi costituito se non una piccola
parto dell'abitato di Ostia.

L'abitazione ostiense più comune, la casa cioè della
borghesia e del popolo, si presenta, fino ad oggi, sotto
due varietà, anzi con due sotto-tipi del tipo descritto
e illustrato. Il primo è caratterizzato dall'unione di
moltissimi appartamentini in un unico caseggiato,
isolato da strade, e avente come elemento architetto-
nico principale l'assoluto dominio delle facciate. La
facciata determina tanto la forma e la costituzione
dell'intero caseggiato, quanto la distribuzione dei
singoli appartamenti, assumendo il primo maggioro
lunghezza che profondità, e i secondi, o allineandosi
sopra una sola linea o concentrando gli ambienti tra
loro mediante lo sviluppo su due facciate. I caseggiati
raggiungono altezze considerevoli, a giudicare dalle
testimonianze rimaste e dalla robustezza dei muri.

Tutti gli ambienti, direttamente o indirettamente,
ricevono luce dall'esterno. Appartengono a questo primo
tipo i caseggiati di via della Fontana, di via del Tem-
pio, e il gruppo di casette in via di Diana tavv. I e II.

Il secondo tipo è caratterizzato, oltre che dall'im-
piego della facciata, anche dall' impiego di un cortile.
Questo cortile non determina però nessuna nuova ca-
ratteristica saliente, in confronto al primo tipo. Il cor-
tile dà al caseggiato e ai singoli appartamenti lo stesso
contributo di una facciata su strada. Vanno ascritte
a questo tipo la casa dei Dipinti, la casa in via dei
Vigili e la casa di Diana tavv. Ili, IV e fig. 14.

La casa di Diana, per la sua quasi completa
escavazione, mostra chiaro questo tipo con una im-
pressionante rassomiglianza con le nostre moderne
abitazioni. L'uso del cortile può far pensare che, in
qualche caso, esso determinasse una diversa disposi-
zione di qualche appartamento, dando ad esso una
distribuzione interna anziché esterna.

Sebbene, però, queste case a cortile ripetano in
generale gli elementi già apparsi nelle case a facciata,
possono anch'esse raggrupparsi sotto un vero e proprio
tipo. Il cortile nella casa ostiense determina jin tipo,
allo stesso modo che l'atrio l'ha determinato per la
 
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