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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0018

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27

li, SARCOFAGO KTRUSCO DI TORRE SAN SEVERO ECC.

28

V.

Gli emblemi del coperchio.

I frontoni hanno nel mozzo a rilievo una gran
te.sta barbata o cornuta di prospetto, fra duo geni
nudi semisdraiati (') stringenti due orribili serpi con
le mani (cfr. fig. 1 e 7, C D), e meritano di essere
particolarmente esaminati avanti di passare alle rap-
presentazioni della cassa.

La protome umana con corte corna ed orecchie di
giovenco si ripete identica sui due timpani del co-

ma è certo ad ogni modo che in arte il tipo di questo
dio fluviale vi penetrò e vi attecchì a partire dal pe-
riodo di maggior contatto con le colonie greche del-
l'Italia inferiore (sec. V). Già apparisce la prima
volta sporadicamente nella tomba arcaica cornetana
detta dei Tori, sulla fascia superiore con rappresenta-
zione erotica della parete che mostra l'agguato di
Achille a Troilo('), ed è quindi da riguardarsi come
un riflesso diretto dell' arte greca, insieme con la
sottostante scena epica. Maggiore diffusione, special-
mente la sola testa di Acheloo, ha in Btruria su og-
getti del IV-1II sec. a. Cr., forse in dipendenza, come

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Via. 12. — Schema del coperchio displuviato del sarcofago di Torre tìan Severo.

perchio, e richiama a prima vista un tipo di perso-
nificazione fluviale assai diffuso nell'antichità, vale a
dire quello di Acheloo (2). D'origine orientale, tale
immagine trovò larga diffusione in Etruria, special-
mente nell'ultimo periodo.

Non si sa però se dal mondo greco, presumibil-
mente per il tramite delle città italiote della costa
ionica (:!), si-estendesse all'Etruria il culto d'Acheloo ;

(') Un particolare notevole di tali demoni è che tutti e
quattro sono calzati.

(3) Vedansi le notizie relative all'Acheloo in Paulys-Wis-
sowa, R. E., I, pag. 213-16; e in Roschcr, Lex. myth., 1-1,
pag. 6-9.

(3) Per il culto di Acheloo in Metaponto cfr. il recente
studio di Arturo Sambon, Didrammo del 466 a. C. in onore
di Acheloo ecc., in Rassegna numismatica, anno XII (1915),
n. 1-2, pag. 3 sgg.

Debbo però osservare al chiaro scienziato che quanto egli
riporta dal Milani nella nota 1 a pag, 8, circa le antefisse a
l'rotome di Acheloo, non è esatto. Le antefisse a cui si allude
sono quelle provenienti da un tempio di Talamone, erronea-
mente identificate col tipo dell'Acheloo. Esse in realtà esibi-
scono una maschera satiresca barbata, ma senza traccia di
eorna.

ho accennato, dai frequenti rapporti con le città del-
l' Italia meridionale ; e vi acquista un carattere di più
profonda assimilazione con gli elementi decorativi del
repertorio locale. Si riscontra infatti su svariate classi
di monumenti, però sempre di destinazione funeraria.
Ne abbiamo esempi nelle oreficerie, fra i quali me-
ritano specialmente d'essere menzionati: a) i sei
pendagli della famosa collana vulcente Rougemont
de Lowemberg edita dal Lenormant (2) ; b) il pen-
daglio a tutto tondo della collana Barberini del
sec. Ili a. C, proveniente da Preneste ed ora con
tutta la collezione barberiniana nel Museo di Villa
Giulia a Roma (fig. 13) (:!); c) la grossa bulla puro

(') Il Ducati recentemente (Atene e Roma, anno XVII-
1914 - n. 185-6, pag. 130 sgg.) ha fatto un utile esame gene-
rale della Pittura funeraria degli Etruschi, esprimendo giu-
dizi e confronti assai appropriati nei riguardi della cronologia.
Cfr. pag. 136-7 per la tomba dei Tori, ed ivi la bibliografia.

(2) Ann. Imt, 1834, pag 244; Mon. fnst., II, tav. VII.

(3) A. Della Seta, La coli. Barberi/li di antichità prote-
stine, in Boll, d'arte, anno III (1909), pag. 178, fig. 14 ; cfr
pag. 196.
 
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