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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Galli, Edoardo: Il sarcofago etrusco di torre San Severo: con quattro scene del ciclo Trojano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0028

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47 fL SARCOFAGO ETRUSCO

ziona alcuna come presente al funebre rito. Ma dati
tali precedenti, a cui per di più si aggiunge lo stamnos
sopra ricordato, deve ammettersi come verisimile l'opi-
nione del Savignoni (') che nel quadro originario
fosse rappresentata anche Briseide (2) insieme con gli
eroi, i prigionieri e le divinità (Minerva e la Vitto
ria) partecipanti alle esequie di Patroclo. L'artista
etrusco estese dunque — con ogni probabilità — an-
che alla figura femminile che vedeva sul suo modello
lo stesso facile processo formale di adattamento se-
condo le credenze del paese, traducendola nella nostra
rappresentazione con segni particolari alla regina del-
l'Ade e in genere agli esseri demoniaci.

La mano sinistra di Plutone (Agamennone) è na-
scosta dalla schiena curvata di Achille intento a scan-
nare il Troiano; ma è visibile in alto uno scudo cir-
colare di natura metallica con orrido viso di Gorgone
nel centro, che potrebbe essere sostenuto — del resto
non molto agevolmente — dalla mano che rimane
celata. Senonchè tale arma non si accorda col costume
del personaggio al quale potrebbe riferirsi, che nul-
l'altro ha di militare. Anche l'Agamennone della
tomba Francois, che pure ha in mano la lancia, non
regge lo scudo, che si vede invece deposto a terra
alquanto lontano da Ini. Il Savignoni ha voluto spie-
gare anche questo particolare come una reminiscenza
delle armi che furono deposte sul rogo di Patroclo (cfr.
lo stamnos falisco, la cista Révil e l'anfora di Canosa)
espresso nell'originale modello greco ed abolito con
tutto il resto dal pittore indigeno, che ne avrebbe con-
servato il segno e il ricordo in quell'unico pezzo del-
l'armatura (3). Ma dato che sulla nostra rappresen-
tazione è già espresso il sepolcro di forma architet-
tonica dell'eroe, evidentemente invece del rogo o del
tumulo, e che lo scudo è posto in alto, per estendere
l'ipotesi del chiaro professore anche in questo caso,
bisogna proprio supporre che l'artefice della scena non
riuscisse a sbarazzarsi di un particolare reso superfluo,
e che per giustificarlo in qualche modo lo attribuisse
per l'appunto ad un personaggio (Agamennone) che
forse nell'originale aveva lo scudo. Tutte le altre figure

(') op. eie. pag. 140-1.

(*) o Ilìde amante di Patroclo; o tutte e due come nella
Losche di Delfi dipinta da Polignoto : cfr. Pausatila, X, 25, 4.
(3) op. cit., pag. 183.

TORRE SAN SEVERO ECC. 4g

— si badi — non solo di questo ma anche dei re-
stanti lati del sarcofago, se si fa eccezione per il lato
breve D dove vedesi un clipeo inclinato in terra,
sono prive di scudo; e perciò il particolare acquista
subito notevole importanza, contribuendo a chiarire
l'identificazione del personaggio barbato, che si vede
seduto al secondo piano sullo stamnos falisco e che
imbraccia appunto uno scudo circolare, in Agamen-
none — come io avevo cercato di dimostrare con altri
argomenti — piuttosto che in Aiace — come suppose

10 stesso Savignoni.

A questo gruppo fa riscontro a destra della tomba
l'altro dei prigionieri menati al supplizio, che qui

— come nella pittura vulcente — furono ridotti a due
soli, come due sono anche i guerrieri greci che li hanno
in custodia. Entrambi questi ultimi hanno la barba,

11 primo è volto di tre quarti, il secondo ha invece
il viso di profilo; ma più che nei tratti del viso, che
pure mostrano qualche notevole varietà accresciuta
anche dalla diversa posizione delle figure, essi si dif-
ferenziano per la corazza e per l'elmo. Hanno gli schi-
nieri come Achille, ma quello che precede è coperto
da lorica e da elmo a calotta frigia con paranuca e
piccole orecchie, mentre l'altro ha la corazza anato-

, mica (d-cÓQccì;) e l'elmo adorno di due larghe creste
laterali. Inoltre il primo è armato di lancia e tiene
la spada nuda abbassata nella mano destra, mentre
al secondo, di cui non si scorgono le mani perchè
nascoste dietro i prigionieri, la spada pende dal balteo
sul fianco sinistro. Essi pertanto non possono essere
considerati come guerrieri generici del campo grece,
perchè le stesse differenze che vi si notano valgono
a individuarli ('). E poiché corrispondono sostanzial-
mente ai due che sulla pittura di Vulci sono indicati
per Aiace Telamonio il primo, e per Aiace d'Oileo
il secondo, non vedo nessun ostacolo ad identificarli
allo stesso modo.

Per spiegare poi il gesto del primo Aiace che tiene
la spada nuda abbassata, bisogna rammentare due dei
monumenti che riproducono lo stesso soggetto, cioè la
cista Révil, su cui — oltre Achille — si vede un se-

(') Anche sull'urna di Volterra i due eroi che menano ad
Achille i prigionieri troiani sono differenziati dal diverso tipo
di corazza che indossano. Per di più al primo guerriero fu
attribuita la lancia, ma fu omessa la spada che doveva tenere
con la mano destra distesa in avanti.
 
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