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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ducati, Pericle: La sedia Corsini
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0209

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409

LA SEDIA CORSINI

410

Ma questa forma di sedile ci appare rappresen-
tata anche su monumenti che appartengono all'arte
nordica, e di Felsina, e di Este, e delle Alpi.

Menziono tra le stelo funebri felsinee ('):

a) stele del predio Tamburini, lato A, zona 2».
Monum. ani. dei Lincei, XX. 1911, pag. 689, n. 2,
fig. 83.

Età: 450-420.

È la forma a pareti verticali, arcaica, cerne nei
nn. 5 e 6.

b) stele del predio Arnoaldi, zona mediana. Mo-
numenti ecc.. pag. 629, n. 64, tìg. 63.

Età: 420-390.

c) stele del predio Arnoaldi, zona mediana Mo-
numenti ecc., pag. 651, n. 89, fig. 67.

Età: 390-360.

Dubbio mi pare che lo stesso tipo di sedile sia
rappresentato nella zona ultima del lato A della stele
della Certosa in Monumenti citati, n. 169, t. V (età:
420-390).

Pel territorio euganoo abbiamo nella situla Ben-
venuti di Este ('-), nella prima zona a sinistra, questa
forma di sedile; più in su, nei territori alpini essa
ci appare nella situla di Watsch in quella di

Un esemplare di sedia cliiusina frammentato in bronzo è nel
Museo Britannico, non riconosciuto dal Walters, British Mu-
seum, Catalogue of lironzes, n. 6U0; si veda invece una pic-
cola riproduzione nel Catalogo delle fotografìe della Casa
Mansell. Una sedia chiusioa in terracotta con forami è nel
Et, Museo di Antichità di Torino.

(') Escludo che tale forma di sedile sia esibita dallo spec-
chio di Castelvelro ora nel Medagliere di Modena (Ann. dei-
finti., 1842, tav. H; Montelius, op. cit., I, pp. 449-450, a);
si veda invece Grenier, Bologne villanovienne et étrusque,
pag. 399. Nella sedia rappresentata su questo specchio il dor-
sale non è curveggiante o semi cilindrico, poiché termina, ri-
piegandosi all'infuori, in una testa di cigno.

(2) Benvenuti, La situla Benvenuti, 1886, tav. \; Notizie
degli Scavi, 1882, tav VI; Gazate archéol., 1888, tav. 12;
Montelius, op. cit., I, tav 54, 1; Hornes, op. cit., pag. 652;
Déchelette, Manuel d'archéol. préhist. cellique et tjallo-ro-
maine, II, 2ème partie, fig. 294; si cfr. Ghirardini, in Mon. d.
Lincei, II, 1892, pag. 175, e X, 1901, pp. 8 e 71; Nachod, Die
Rennwagen bei dea Italikern und ihren Narhbarn, Leipzig,
1909, n. 4; Grenier, op. cit., pag. 408 e segg., fig. 126.

(3) Quattro volte nella zona seconda; Von Hochstetter,
Denkschriften der K. K Akad. der IVissensrhaflen in IVien,
math.-natura-. Klaite, XLVII, tav. Ij Mitici!, der Anthrop.
Gesell., fVien. 1883, t.iv. 20; Mach, Kunsthiatorisrher Atlas,
I, 1889, tav. LUI e LIVj BOrnes, op. cit., tav. XXXV, 2;
Forrer, Reallexikon der Altertumer, tav. 212, 1; Déchelette,

Kuffarn ('), schematizzata, è vero, ma pur sempre
riconoscibile.

Riassumendo, sulla base dei monumenti, si può
atfermare, a mio avviso, con sicurezza che il tipo
della sedia Corsini è di carattere etrusco arcaico. Esso
si manifesta in un centro prettamente etrusco, quale
è Cerveteri, in un centro etrusco-umbro, quale ò
Chiusi (2), ed in un centro latino, cioè Preneste che,
come è noto, nell'età arcaica ha quegli identici aspetti
di civiltà che ci appariscono nelle sedi etnische.

Gli strati archeologici da cui provengono questi
esemplari della Italia media possono, con tutta sicu-
rezza, essere definiti, in prevalenza, come arcaici. La
sedia Barberini (n. 5), se palesa una ornamentazione
tuttora geometrica primitiva (3) con le zone alterna-
tivamente a schemi figurativi umani, ad anitrelle, a
borchie, appartiene a quel ricchissimo corredo sepol-
crale che ha riscontro in quello Regolini-Galassi di
Cerveteri, in quello Bernardini pure prenestino. Nelle
borchie di questo trono, che vediamo riprodotte in
parecchi esemplari fittili chiusini di imitazione metal-
lica (nn. 11-23), riconosce il Ponlsen (*) un ricordo
di quella tecnica dei lavori in metallo, per cui è
l'epiteto omerico di àQyvQÓrjXoi.

I due esemplari bronzei di Dolciano (nn. 6 e 7),
lavorati pure essi a sbalzo e palesanti un maggiore
sviluppo artistico nella ornamentazione orientalizzante
a belve e a mostri (5), rientrano nell'àmbito della
suddetta lussureggiante civiltà, impregnata di tanti
elementi greco-orientali, delle tre tombe prenestine e

op. cit, II, 2, fig. 296. Si cfr. Ghirardini, op. cit., II, 1892,
pag 189, e X, 1901, pag. 152; Nachod, op. cit, n. 7 ; Grenier,
op. cit, pp. 380 e 406.

(') Una volta a s.; Mitteil. der Anthrop. Gesell., Wien,
1891, tav. 9; Hòrnes, op. cit., tav. XXXIII; Forrer, op. cit.,
tav. 211, 1. Si cfr. Ghirardini, op. cit, II, 1892, pag. 189;
Nachod. op. cit., n. 8; Grenier, op. cit, pp. 381 e 406.

(2) Si veda Von Duhn, Bullettino di. Paletnologia, XVI,
1890, pag. 126 e seg. ; si cfr. Hiilsen, art. Clusium in Pauly e
Wissowa, Real-Encyclopàdie, IV, pag. 115.

(3) Si veda Poulsen, op. cit, pag. 137. È la decorazione
peculiare dei fittili villanoviani del bolognese dell'ultima fase
Arnoaldi (si cfr. Montelius, op. cit., I, tav. 84 e segg.). Per la
decorazione a file di figure umane si veda anche l'insigne vaso
a pittura geometrica da necropoli visentina edito da E Galli,
in Mon. d. Lincei, XXI, 1913, pag. 496 e segg. con tavola.

(') Op. cit., pag. 180 e seg.

(f) Per la sagoma, quasi cilindrica senza restringimento
al mezzo, il n. 6 si avvicina al n. 5; nel n. 7 è notevole la
bassezza del sedile su cui si innesta l'alto ed ovoidale dorsale.
 
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