Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

DOI Artikel:
Ducati, Pericle: La sedia Corsini
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0211

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
413

La sedia corsini

414

delli del passato, alle quali si mantengono ligie e
servili.

Ornamentazione della sedia. — Le due zone
figurate della spalliera sono limitate, superiormente
e lateralmente, da una orlatura con ramo di edera,
inferiormente da una orlatura con spirali ad onda.
Queste due cornici, appaiate, scendono sino al piano
del sedile. La zona superiore attorno alla base ha un
ramo di edera vivacemente espresso con steli ripie
gati e corimbi tra due Oliature con spirali ad onda ;
sotto la zona con scena di un sacrifizio e di giuochi
è una grossa orlatura con ornato a palmette o a foglie
di edera alternate e dirette all'ingiù.

Rami di edera, spirali ad onda, ornato a palmette
e a foglie: ecco il repertorio ornamentale della sedia
Corsini.

1 rami di edera e le spirali ad onda richiamano
subito ciò che si osserva in molti monumenti del
mondo etrusco.

Pei rami di edera, tralasciando le idrie ceretane (l)
ed i vasi ionici in genere (2), possiamo citare, nel re-
pertorio artistico veramente etrusco, una colonna orvie-
tana della Glittoteca Ny-Carlsberg. datata nel se-
colo V (3), qualche specchio figurato, tra cui alcuni
relativamente arcaici (4), e, specialmente, le stele fel-
sinee, in cui pare che l'edera abbia goduto di tanto
favore, giacché essa costituisce, non solo un non raro

adornamento dello spessore delle stele, della cornice
ed anche dei listelli divisori, ma, sotto forma o di ar-
busti o di foglie, entra spesso, e come ornamento di
piccole zone con o senza palmette, e come riempi-
tivo nei campi figurati (1).

Per le spirali ad onda riconosco in esse la rap-
presentazione stilizzata della superficie marina, la
quale va man mano perdendo nei monumenti seriori
tale significato per cristallizzarsi in un motivo pura-
mente ornamentale, senza più alcun nesso col suo
primitivo carattere marino ed assumendo, talora, in-
vece il carattere fitomorfo di semplice viticcio (2). Due
insigni monumenti etruschi circa della metà del se-
colo VI, cioè le pitture delle due tombe conietaue
delle Leonesse (3) e della Caccia e della Pesca (4) ci
esibiscono la rappresentazione del mare a superficie
ondulata a sporgenze e a rientranze semicircolari con,
al di sopra, le figure di delfini obliquamente disposte,
nè immerse nè parzialmente immerse nell'elemento
acquatico (5).

In monumenti seriori la trasformazione delle onde
in vere spirali ci appare come pienamente avvenuta,
In funzione tuttora di rappresentazione della superficie
marina vediamo queste spirali nel celebre acroterio
fittile ceretano del Museo di Berlino col gruppo di
Eos e di Cefalo, di arte ionico etnisca (e): ma la sti-
lizzazione qui è assai spinta. Si aggiunga il non meno
celebre lampadario bronzeo di Cortona (7), opera in

(') Endt, Beitràge zur jonisclien Vasenmalereì, fìgg. 1-4:
Pottier, Vases ardiques du Louvre, E G98, E 699 (tav. 53),
E 696.

(2) Si veda, per esempio, l'anfora jonica del Louvre (Pot-
tier, op. cit., E 704, tav. 53), l'anfora pontica edita da Endt,
op. cit., fig. 22, e l'anfora da Cerveteri di Carattere attico-jonico
in Bulleiin de correspondance hellénique. 1893, pag. 439,
fig. 4.

(3) Amdt, La Glyptothìque Ny-Carlsberg, tav. 181; un
cippo, adorno in alto di una consimile zona, è nel Museo di
Firenze (2a sala del 1° piano, n. 738).

(4) Si cfr. i due arbusti di edera nello specchio arcaico del
Cabinet des médailles a Parigi (Gerhard, Etruskische Spiegel,
IV, tav. CCXCII; Ròmuche Mitteilvngen, XXVII, 1912, tav.
IX; si cfr. Matthies, Die praenestinischen Spiegel, 1912,
pag. 30). Si cfr. altri specchi arcaici; per esempio, Rdm. Mit-
teil. cit, pag. 253, fig. 1, pag. 259, fig. 2 (= Gerhard, op. cit.,
IV, tav. CCCLXIII, lj. Gerhard, op. cit., I, tav. CU; IV,
tav. CDXV, 1 ecc. Più recente, ma pur sempre di carattere
arcaico, è il notissimo specchio del Museo Gregoriano con
Eos e Cefalo (Gerhard, op. cit, II, tav. CLXXX; Martha, op.
cit., fig. 372).

(') Rimando a quanto fu da me osservato in Mon. ani. d.
Lincei, XX. 1911, pag. 507 e segg.

(2) Si veda a tal proposito quanto scrissi in Mon. citati,
pag. 502 e segg.

(3) Antike Denkmàler, II, tav. 42; Durm, op. cit, pag. 157
e Von Stryk, Studien ùber die etrushischen Kammergraeber,
Dorpat, 1910, pag. 46 e segg.

(4) Mon. deWInst., XII, tavv. XIII e XIV; Von Stryk,
op. cit., pag. 43 e segg. ; si veda, per questa tomba, per la sud-
detta e per altre analoghe, Atene e Roma, 1914, pag. 138 e
segg.

(5) Si cfr. lo specchio proveniente dalla tomba cornetaaa
del Triclinio (Gerhard, op. cit., IV, tav. CDXXI e Rdm. Miti,
1912, fig. 4 a pag. 265).

(6) Archàologiohe Zeitung, 1882, tav. XV, pag. 351 e
segg. (Furtwàngler); Martha, op. cit, fig. 220; si cfr. Furtwan-
gler, Meisterwerke der griech. Plastik. pag. 250 e segg.;
Rizzo, in Bullettino d. Commissione arch. comunale, Roma,
1911, pag. 27.

(?) Mon. deW Inst., III, tavv. XLI-XLII; Martha, fig. 368;
Brunii e Bruckmann, Denkmàler griechischer und rómischer
Skulplur, n. 666 (testo di Amdt).
 
Annotationen