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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ducati, Pericle: La sedia Corsini
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0221

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*°° LA SEDIA

la libazione ed il simpulo per attingervi; la donna
sostiene il canestro ('), forse coi pani o con la mola
salsa ed impugna il nappo per spandere il vino sulla
testa della vittima (2) e per libare ; seguono le due
figure palliate, cioè i sacerdoti veri e propri.

*

* *

Accanto alla cerimonia sacra di funebre allusione
sono i giuochi: ingenua è la loro esibizione (tav. V-VII).
Due figure palliate, sedute, assistono al variato spet-
tacolo e, accostati l'uno all'altro, sono gli accenni a
quattro schemi di giuochi: il pugilato, la lotta già nel
suo pieno sviluppo, la lotta nel suo inizio, la corsa a
cavallo. Nell'individuo che ha un'asta nella sinistra
e tiene la destra aperta non vedo, come fu soste-
nuto (3), una allusione al giuoco del giavellotto; invero
dal suo atteggiamento è chiaro che egli prende viva
parte a ciò che si svolge a lui dinnanzi; egli non
può essere se nou un soprastante ai giuochi che,
con le insegue del suo uffizio, un'asta, e rammen-
tiamo che due aste infisse nel terreno stanno a limi-
tare il campo dei giuochi a sinistra, sta per inter-
venire nel simplegma dei due lottatori, del quale più
innanzi farò cenno più ampio.

Prima di tutto può sorgere questione se i due per-
sonaggi seduti rappresentino il pubblico, oppure se vi
dobbiamo identificare dei giudici delle gare. Tre, di
solito, sono i giudici negli agoni ginnici dei monu-
menti ellenici; valga l'esempio della corsa di qua-
drighe in onore del morto Pelia sul cratere corinzio
da Cerveteri a Berlino (4); così in un monumento
etrusco arcaico, in un cippo di Chiusi (5), tre sono pure

(') È la canefora che ricorre anche nelle scene proces-
sionali greche; ricordo la tazza londinese a figure nere con
processione panatenaica (Journ. of Hill. Stud., Atlas, tav. VII;
Norman Gardiner, Greek aihletic Sports and Festivals, 1910,
fig. 33, pag. 231 e segg.).

(2) Pel rito di consacrare la vittima con lo spargere la
mola .salsa ed una coppa di vino sulla sua testa, si veda Ci-
cerone, De divinatone, II, 16, 37.

(3) Si veda Helbig (op. cit., pag. 314), il quale poi vide
nei due pugili .... due corridori e nel simplegma male riu-
scito sull'ara .... un uomo che sta in bilico sulla testa con
le gambe per aria.

(4) Furtwangler, Beschreiò. der Vasensammlung, n. 1655 ;
Furtwangler, Hauser, Reichhold, Griechische Vasenmalerei,
tavv. 121-122.

(5) Micali, Monumenti per servire alla storia degli an-
tichi popoli italiani, tav. Ili, 1 e Monum. inediti a illu-

Monumenti Antichi — Vol. XXIV.

CORSINI 434

i giudici delle gare rappresentate. Il numero di tre
pare consacrato dall'uso; è vero che nella zona infe-
riore del lato principale di una stele felsinea (J) si
può riconoscere un giudice, che sarebbe perciò unico,
nella persona seduta al di là di tre trombettieri; ma
questo monumento felsineo ha una fisionomia sua par-
ticolare, che è lontana dagli aspetti di ciò che viene
esibito in Etruria sotto il vivo influsso ellenico. Per
di più, se è logico che vi sia un giudice solo o ve
ne siano tre, non si potrebbe invece comprendere il
numero di due giudici per le probabili divergenze nel
giudicare.

Mi pare adunque ovvio vedere in questi due per-
sonaggi seduti e intenti agli spettacoli, una allusione
all'elemento del pubblico. Ed invero il pubblico, su
dei palchi di legno, assiste con vivo interessamento
allo svolgersi del programma atletico in un dipinto
funerario etrusco, nella pittura della tomba cornetana
delle Bighe (2). Così su di un'anfora « tirrenica » del
Museo di Firenze ad una corsa di carri assiste il
pubblico su di un'altura ricoperta, convenzionalmente,
di scacchiera (3).

Anche per questo riguardo i vasi di lamina bronzea
figurati del settentrione offrono materia per confronti.
Ad analogo spettacolo di pugili, come nella sedia Cor-
sini, assistono personaggi nella situla Benvenuti, in
quella di Watsch (fig. 6), in un frammento di Matrey (4)
(fig. 7), nella situla di Kuffarn. Solo nel primo vaso gli

strazione della storia degli antichi popoli italiani, tav. XXIV",
1; Ann. deW Inst., 1864, tav. A; Martha, op. cit., fig. 235;
Reinach S., Répertoire de reliefs. Ili, pag. 15.

(*) Mon. d. Lincei, XX, 1911. tav. I, n. 10 (dal Giardino
Pubblico), pag. 688.

(2) Micali, Monumenti per servire ecc., tav. LXVIN; Mu-
seum Gregorianum, I, tav. 01; si cfr. Dennis, op. cit., I,
pag. 373 e Stryk, op. cit., pag. 62 e segg.; per la datazione
(seconda metà del sec. V) si veda Atene e Roma, 1914, pag. 148
e seg.

(3) Thiersch, Tyrrenische Amphoren, pag. 58, tav. 4;
Furtwangler, Hauser, Reichhold, op. cit., Serie III, testo,
fig. 3; Perrot e Chipiez, op. cit., fig. 79. Si veda anche l'an-
fora panatenaica arcaica al Museo Britannico (Salzmann, Né-
cropole de Camiros, tav. LVIII; E. Norman Gardiner, Greek
Athletic Sport and Festivals, fig. 39).

(4) Giovanelli, Le antichità rezio-etrusche scoperte presso
M'atrai, 1845, tav. I, fig. 6; Revue archéologique, 1883, li,
tav. XXIII, 3; Much, Atlas der Central-Commission, tav. LIV,
fig. 4, n. 127; Bertrand e Reinach, Lei Celtes dans les vallées
du Pò et du Danv.be, 1894, fig. 69; Hiirnes, op. cit., tav. XXXV,
6; Forrer, op. cit., tav. 212, 2.

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