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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0265

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oal LA CAVERNA DI

Questa distinzione è ben giusta in quanto nel
primo gruppo sopra citato — se si prescinda dal
materiale della necropoli sarda di Anglielu-Ruju e
dal materiale siciliano, che debbono considerarsi a
parte — residuano cocci in numero così esiguo e con
una decorazione tanto primitiva e rudimentale che
non è affatto possibile parlare di stile. Non sarebbe
pertanto facile a mio avviso giudicare sulla deriva-
zione di quei tentativi, come non sarebbe facile spiegar
l'origine di qualche rarissimo eccezionale segno graffito
o a punti che compare in mezzo alla uniforme ce-
ramica inornata dei terramaricoli. È d'altronde da
tener presente l'osservazione del Déchelette, il dotto
ora gloriosamente caduto, a proposito della confusione
fra tecnica e stile che sono cose diverse (1).

Per contro, l'abbondante materiale di Anghelu-
Ruju coevo a quello delle grotte del capo S. Elia
presso Cagliari, di cui ora in parte conosciamo anche
la forma dei vasi, ci rivela alcune peculiarità lievi,
ma non trascurabili, nella tecnica e nello stile, che
distinguono questo dallo stile di Pertosa-Latronico.

Meglio che sulle figure pubblicate, dall'ispezione
diretta, che pel materiale delle grotte di Capo S. Elia
può farsi nel Museo preistorico di Roma (vero e bene-
merito osservatorio centrale che rende possibili i
raffronti), risulta quanto aveva osservato il Taramelli
riguardo la tecnica. E cioè che « in qualche caso la
« stecca si direbbe piuttosto un pettine con molte
« punte, o un pennello di virgulto. Talune incisioni
« sembrano ottenute con un torcioletto di corde fatte
« con grossa fibra sulla pasta ancor molle » (2).

Quanto allo stile « i motivi ornamentali più
« comuni ad Anghelu-Ruju, come nelle grotte di
« Capo S. Elia » (mi piace ripetere le precise osserva-
zioni del Colini) - sono linee rette o spezzate o incro-
« ciantisi a reticolato, fasce, denti di lupo riempiti
« con puntini o con tratti orizzontali o paralleli a
« uno dei lati, ordinati in serie semplici o doppie,
« coi vertici contrapposti, quadretti, rombi, ecc. La
« disposùione dì questi elementi, per lo più a ione
« che ricorrono in giro, coprivano probabilmente
u V intera superficie del vaso o le parti visibili del

(!) Déchelette, Manuel, I, pag. 547.

(*) Taramelli, Alghero, in Alonum. Ant., XIX, col. 522.

LATRÒNICO ECC. *

« vaso : come nella ceramica ilei gruppo del bic-
« chiere a campana, talora si alternarono le zone
« liscie con le ornate ». Un motivo frequente è co-
stituito da zone a denti di lupo coi vertici contrap-
posti fra i quali son tirate linee spezzate semplici o
in parecchi ordini. Non mancano decorazioni a fune.

Questa decorazione, in parecchie zone sovrapposte,
a Pertosa-Latrònico non si presenta.

Si ha dunque ad Anghelu-Ruju una tecnica e uno
stile alquanto speciale che se presenta, certo, punti
di contatto coi casi ricordati, ha però — avvertiva il
Colini — « i riscontri più completi nei prodotti fìttili
« usciti dai monumenti megalitici della Francia meri-
« dionale e della Penisola Iberica e precisamente in
« quella classe di ceramiche delle quali il bicchiere
« a campana è la manifestazione principale » (').

Dalle sapienti indagini dell'Orsi risulta, quanto
anche notava il Colini, che in Sicilia il punteggio
eseguito a mano libera {da distinguersi, avvertiva
l'Orsi, per evitar confusioni, dal poiatille) rac-
chiuso entro linee graffite, è assai scarsamente rap-
presentato (2).

A prescindere da qualche coccio in cui il pun-
teggio non è racchiuso dentro linee, le bande o fasce
punteggiate si hanno in uno scodellone della cera-
mica di Piano Notare (Gela), che ne rappresenta la
forma più arcaica, in due vasi della necropoli di
Thapsos (in uno dei quali, un fiasco, è limitato
all'ansa, mentre il ventre è decorato con uccelli) e
su un calicetto di Molinello. Queste due necropoli
spettano al secondo periodo siculo. Mancano la spi-
nile e il meandro punteggiati.

Pertanto dalle osservazioni degli autori, che ho
brevemente riassunto, risulta che nella decorazione a
puntini associata al graffito, si possono distinguere
alcuni gruppi di diverso stile, tra i quali merita qui
speciale attenzione per la sua perfezione e sviluppo
quello che dai depositi enei dell'Italia Meridionale,
tipo Pertosa-Latrònico, si stende agli strati della
Marca alta.

t1) Colini, Necropoli a grotte artificiali scoperta dal
prof. Taramelli nel territorio di Alghero, B. P. /., XXXI, 1905,
pp. 190, 191.

(2) Orsi, Sep. protone, etc, pag. 129. — Anche Jatta
aveva avvertito la necessità di questa distinzione : B. P. I-,
XXX, 1905, pag. 163.
 
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