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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0285

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561

LA CAVERNA DI LATRONICO ECC.

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tutta probabilità da identificare con quei Oewv vaovg
che i Greci conobbero e distinsero dalle rudi moli
nuragiche attribuendone l'erezione a Iolao, ipostasi
mitica di Sardopator, quando giunse nell'isola con
gli Eraclidi Thespiadi. Parallelamente, la tradizione
letteraria, con Solino, con Isidoro, con Prisciano, ci
serbava il ricordo di quelle meravigliose acque, cui
i Sardi primitivi chiedevano la guarigione dei morbi,
ed anche una specie di giudizio divino che rivelasse
gli autori dei furti (').

Spetta al Pigorini aver dimostrato con stringente
analisi del materiale ceramico, che i donavi alle fonti
salutari della Panighina erano stati lasciati da popo-
lazioni di stirpe terramaricola. Non pare quindi arbi-
trario attribuire alle genti che diffusero nella Penisola
apenninica la civiltà enea, le stesse pratiche cultuali,
in talune caverne all'uopo adatte.

Non può invero affatto dubitarsi che nelle caverne
prese in esame si hanno non già singoli oggetti, ma
associazione di oggetti propri della civiltà terrama-
ricola. A prescindere dalla ceramica a cordoni pizzi-
cati largamente diffusa in cotesti depositi (che del
resto appartiene anche alle terramare), basti ricordare
la vera ceramica terramaricola con l'ansa lunata pre-
sente nelle suddette caverne, meno le due estreme a
S. Canziano e a Latròiiico; le anse a nastro insellate
e revolute dei depositi più meridionali foggiatesi pro-
babilmente sotto l'influenza di quelle, come forse sotto

10 stesso influsso si foggiarono quelle di Latrònico a
rocchetto con gli orli fortemente arricciati; i vasetti
minuscoli votivi ; la serie degli oggetti d'osso o corno de-
corati a cerchietti concentrici incisi, tra cui le rotelle
degli aghi crinali ; i bronzi e specialmente l'ascia a
margini rialzati e ad alette.

Anche la caverna di Ozieri in Sardegna, sull'alto
del Colle di S. Michele, è certo un antro sacro di cui

11 Taramelli riconobbe il carattere votivo e funerario
mentre dovette escluderne affatto l'abitabilità. Erette
sulla bocca del pozzo che le serve d'accesso, stavano,
a indicarne da lunge la presenza e il sacro carattere,
due rozze colonne granitoidi, come le consuete pedras
(Mas della Sardegna. Ma essa non può aggiungersi

(') Pettazzoni, loc. cit., pag. 27 sg. ; id., B.P. I., XXXV,
1909. — Taramelli, II tempio nuragico ecc., ce. 345,46; 396,
97, 98, 99; 430.

Monumenti Antichi — Vol. XXIV.

all'elenco precitato, perchè sembra avesse un signifi-
cato alquanto speciale. In essa il culto ad una divi-
nità catactonica, generatosi forse come a Creta nei
celebri antri, potè fondersi con quello ai mani di un
qualche insigne personaggio il cui cadavere era stato
gettato dall'alto, come dall'alto si gettavano e con-
tinuamente si accumulavano i vasi che per la loro
finezza avevano carattere votivo (1).

Potrebbe rilevarsi che differente è la materia che
forma la stipe, nei casi sopra ricordati : la ceramica,
in quelle alle fonti salutari aponensi, il bronzo alla
« grotta delle mosche » in San Canziano. Ma si deve
avvertire che noi non conosciamo affatto nè il rito,
nè gli scopi precisi del culto. Ed è logico ritenere
che ben diverse dovessero essere le pratiche rituali
di una famiglia o di una piccola tribù, da quelle di
un visitatore isolato. Così sappiamo che quando i
Pellirosse giungevano alle rive di uno dei laghi del
Nord-America, facevano delle offerte allo spirito che
vi risiede. Tanner vide un indiano gettar nell'acqua
prima la sua pipa, poi il tabacco e gli altri orna-
menti del corpo, infine quanto aveva con sè (2).

Possiamo similmente pensare che anche quegli og-
getti che il tempo ci ha tramandato guasti, e che
sono di ornamento personale, quali grani di collana
abbondanti alla Pertosa, o pettini, così copiosi a Fra-
sassi, non sian già oggetti perduti o gittati perchè
fuori d' uso. ma che vi venissero invece a posta la-
sciati : solo assai più tardi la tradizione doveva fis-
sare, come le norme dei riti, così le forme degli
ex-voto.

Caverne sacre son famose nelle età storiche, nè
starò a ricordarle.

Ma non so tacere che nell'estate del 1916, ese-
guendo alcuni scavi nel territorio falisco, ebbi la for-
tuna di imbattermi in una cavernetta, sul fosso detto

Acqua Santa, aperta nel mantello tufaceo.

Era assolutamente intatta. Vi apparve anche il
materiale preistorico in due strati separati da strati
sterili. Il più basso spettava all'età della pietra, il
medio serbava le tracce della visitazione durante l'età

f1) Taramelli, Grotta sepolcrale e votiva di S. Michele ai
Cappuccini, comune di Ozieri (Sassari), in Not. d. se, 1915. —
Porro, La grotta di S. Michele in Ozieri, H. P. I., XLI, 1915.

(2) Arch. per Vantrop. e Vetnol., 1903, voi. 33°, pag. 192.

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