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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Taramelli, Antonio: Gonnesa: indagini nella cittadella nuragica di Serrucci
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0341

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GONNESA tìCC.

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immagini divine e perdettero ogni rapporto col culto
funerario.

Anche nel nostro recinto C la disposizione rego-
lare delle nicchie e dei pilastrini con tanta cura
infitti nel suolo, anche considerata in sè, fa pensare
ad mi concetto religioso e culturale qui esplicato o
ad altari od a elementi ed imagini di culto. Il re-
cinto saccheggiato forse prima di essere distrutto,
non dette che pochi resti di stoviglie completamente

più vergini dell' interno dell' isola le credenze super-
stiziose ed i riti relativi alla fabbricazione del pane,
miti e riti che risalgono certo alla età precristiana
e forse preromana.

Non sarà fuori del caso ricordare che anche presso
i Romani, in culti di carattere antichissimo, come
quelli delle divinità campestri e domestiche, siano
rimasti i ricordi di cerimonie relative agli oggetti
adibiti alla fabbricazione del pane. Ovidio ci ricorda

primitiva, alcuni con qualche resto di incisioni a
semplici linee incise sulla pasta lucida, qualche fu-
saiola e moltissime macine in trachite, in parte intiere,
in parte dimezzate. Tanto nel recinto che fuori della
porta, nello stretto spazio che rimaneva tra questo
recinto ed uno prossimo che era collegato con esso
per mezzo di un tronco di muro, si ebbe una grande
quantità di queste macine, forse una sessantina, per

10 più con la faccia inferiore ovale molto lisciata e
superiormente a convessità semielittica; pochissime
con traccio di cresta saliente per rendere più facile

11 loro maneggio. Il fatto che molte di esse sono
perfettamente intatte, senza rotture, farebbe pensare
che nel recinto C si avesse la fabbrica di dette ma-
cine, o forse anche, trattandosi di utensili intima-
mente collegati alla fabbricazione del pane, si avesse
la consacrazione e l'offerta di esse alla divinità prima
di essere usate. Nella grande scarsezza di conoscenze
religiose relative alla primitiva Sardegna, noi possiamo
ricordare quanto intime e profonde sieno oggi nei paesi

Monumenti Antichi — Voi.. XXIV.

che nel giorno della festa di Vesta, celebrata nel
mese di giugno dai fornai, le mole venivano coronate
di fiori e le asine dei molini erano ornate di collane
di pane e di ghirlande di viole (1). Questo tenue
indizio che dà una base di fatti per supporre un
culto analogo anche nella Sardegna nuragica deve
essere tenuto presente da chi volesse ricercare gli
elementi comuni tra il pensiero religioso protosardo
e quello di altre genti primitive dell' Italia.

Accennai poco sopra che al recinto C si attacca
con un tronco di muro trasversale di m. 1,50 di
lunghezza un'altra capanna circolare, C ; essa fu rin-
venuta distrutta per due terzi. Lo spazio stretto in-
terposto fra le due capanne, una specie di cui de sac,
o di angiporto, fu trovato selciato con un grosso la-
strone che copriva parte di un pozzetto poco profondo,

(') Ovidio, Pasti, VI, 310, ecce coronatis panis dependet
asellis, Et velant scabras florida serta molas; ivi, V, 469,
At simul auritis violae demuntur asellis.

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