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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ghirardini, Gherardo: Gli scavi del Palazzo di Teodorico a Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0413

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GLI SCAVI DEL PALAZZO DI TEODOR1CO A RAVENNA

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ribaldi: brani di cui la più parte, a disegno geome-
trico, apparteneva al primo livello del portico A, e
della sala Z>, donde infatti noi estraemmo altri resti
dello stesso pavimento. Soltanto pochi pezzi più piccoli
ricuperati dai Monghini e passati quasi inavvertiti,
spettavano al pavimento del secondo livello del portico
stesso, con qualche traccia di scene figurate.

E i brani dei musaici geometrici ebbero l'onore
della pubblicazione; furono editi (*) e citati più volte
come saggi dell'arte musiva teodoriciana.

La nostra esplorazione ci ha ridonato non solo
una serie più copiosa e più ricca dello stesso genere
di musaici, ma le reliquie dell'edificio cui apparte-
nevano, ed altre serie di musaici e di resti architet-
tonici che giacevano più in giù e testimoniavano di
un monumento trasformantesi in successivi stadi dalle
sue origini in poi, così da presentare grande diffi-
coltà a chi si proponga determinare quale stadio
possa, con probabilità, riferirsi all'età ostrogota.

Il primo risultato dello scavo, che io credo potersi,
senza ombra di dubbio, porre in sodo ed annunciare
fin da ora come sicuro, è che le più profonde costru-
zioni giacenti sotto l'orto Monghini appartengono ai
buoni tempi romani.

Anzitutto la stessa sovrapposizione avvenuta di
pavimenti nuovi in strati sempre più alti è prova
irrefragabile che un notevole lasso di tempo dovette
intercedere fra i singoli piani ed uno abbastanza lungo

(') Ricci C, Ravenna (Bergamo, 1900), fig. 51 (musaici
scoperti dall'Ouvaroff). Rivoira, Architettura musulmana (Mi-
lano, 1914), pag. 271 e seg., figg. 241, 242 (gli stessi musaici
divisi in due parti), fig. 240 (musaico esistente in casa Mon-
ghini). Che dal secondo strato di musaici del portico A, pro-
vengano alcuni dei pezzi esistenti a casa Monghini ho verifi-
cato de visu facendone i debiti confronti coi pezzi da noi rac-
colti in quello strato. Così un frammento reca una testa rivolta
a destra e sopra l'iscrizione NOTVS ; la cornice ha intrecci e
scacchi simili appunto agli altri avanzi scoperti. Un altro fram-
mento conserva zampe di animali; un terzo una porzione del
recinto ellittico creduto di circo o anfiteatro, con due figure
d'uomini armati di scudo sotto due protomi di animali.

Soltanto il Colasanti (L'arte bisantina in Italia, Bestetti,
Milano), ha pubblicato alcuni saggi dei musaici scoperti nei
nuovi scavi, dai disegni forniti dall'Azzaroni: tav. 98, parte
del musaico della sala D: confronta la nostra tav. Ili e la
fig. 9; tav. 99, parte del musaico del portico A,: cfr. le nostre
figure 4 e 5; tav. 100, frammento del musaico dell'estremo
scompartimento orientale dello stesso portico A,: cfr. la nostra
fig. 6. Tutti i quali musaici sono sempre del primo o superiore
livello e dell'età più tarda delle costruzioni.

Monumenti Antichi — Voi.. XXIV.

fra il più profondo e il più alto. Posto che que-
st' ultimo raggiunga l'età bizantina — e non può esser
certo più recente —, bisogna bene ammettere che i
piani sottoposti, e segnatamente l'inferiore, giungano
a tempi più antichi; onde non è ardito a priori spin-
gere la determinazione cronologica fino all'età romana
imperiale. Ma v'ha di più.

I pavimenti dell'infimo livello giacevano così nel
corpo nord come nel corpo sud del quadriportico alla
profondità media approssimativa di mezzo metro 6otto
l'attuale livello del mare; e profonde fino ad un
metro e mezzo circa discendevano le fondazioni delle
parti più antiche dell'edificio e le cloache apparte-
nenti a questo primo periodo (l).

Questo fatto offre un ragguardevole elemento di
giudizio per rimandare ad età classica l'origine delle
fabbriche; perchè l'altimetria de' monumenti archi-
tettonici conservati a Ravenna ci offre dati tali da
farci credere che soltanto quelli dei primi tempi im-
periali potessero discendere • col loro piano a un così
basso strato.

I monumenti del sec. V e del primo quarto del VI,
quali il mausoleo di Galla Placidia, il battistero
Neoniano, le chiese di S. Giovanni Evangelista, di
S. Agata, di S. Apollinare Nuovo, il battistero degli
Ariani, il sepolcro di Teodorico, si elevano su piani
originari alquanto vari, ma sempre al disopra del
livello del mare (2).

Senonchè noi conosciamo, per recenti scoperte,
anche i piani di edifici più antichi. Esistono ancora
e furono qualche anno fa assoggettati ad una dili-

(x) Mi astengo qui da indicazioni di cifre più particolari,
richiamandomi per le profondità de' pavimenti ai dati che ho
fornito sopra descrivendoli. Il prof. Azzaroni ha compilato per
mio incarico con scrupolosa diligenza, un prospetto delle pro-
fondità di tutti i pavimenti rinvenuti ed un altro dimostrante
le profondità delle fondazioni e dei piani di posa dei singoli
muri delle fabhriche. Non ho giudicato opportuno pubblicare
fin da ora questi dati, che saranno esposti insieme col mate-
riale grafico destinato a illustrare compiutamente nel rispetto
tecnico gli avanzi esplorati.

(2) Sono questi piani anzi, per la maggior parte, di pa-
recchi cent, sopra il comune marino. Per esempio il mausoleo
di Galla 73; la chiesa di S. Giovanni 71; di S. Agata 80;
di S. Apollinare 65. Innalzandosi il piano originario del bat-
tistero Neoniano sul livello del mare solo 15 cent., il Ricci
pensava a costruzione anteriore al secolo IV, « perchè » osser-
vava egli u in nessun altro monumento ravennate si riscontra
una eguale profondità »; Guida di Rav., cit., pag. 42.

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