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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Ghirardini, Gherardo: Gli scavi del Palazzo di Teodorico a Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0420

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831

GLI SCAVI DEL PALAZZO DI TEODORICO A RAVENNA

832

tìsonomia classica il musaico del secondo livello del
portico meridionale {A,), coi ludi gladiatorii, le cacce,
gli aurighi circensi. Sebbene il musaico del triclinio
sia leggermente al di sopra del livelllo del mare
(dai 15 ai 22 cm.), e quello del portico leggerissi-
mamente al di sotto (5 cm.), codesti piccoli divari,
spiegabili per le accidentalità del terreno e il vario
grado di cedimento di esso non si oppongono, a mio
parere, a giudicare ambedue contemporanei, tali ap-
parendo per la materia, la tecnica, lo stile figurativo.
Ma mentre il musaico del triclinio rimase in uso
finché durò l'edificio e finché l'azione del tempo e le
lesioni degli uomini non contribuirono alla parziale
sua distruzione, il musaico figurato del portico dopo
il suo, forse più rapido, deperimento fu ricoperto da
quel nuovo pavimento tessellato con decorazione geo-
metrica del superiore livello che io ho congetturato
appartenga al periodo bizantino: un pavimento che
cogli altri consimili scoperti nelle stanze attigue
(C, D, G) del corpo sud del palazzo è tutto ciò che
di meglio conservato d'opera musiva uscì fuori dai
nostri scavi.

Tutti codesti musaici a disegni geometrici si ricol-
legano, del resto, essi pure con quelli del periodo
teodoriciano ; tanto è vero che le tre esedre dello
stesso triclinio sono ornate con forme analoghe ad
alcuni di quei disegni. E sono essi pure, i musaici
geometrici, da considerare come evoluzioni dell'arte
musiva romana, salvo che, posti di fronte agli esem-
plari geometrici de' buoni tempi imperiali, di cui ven-
nero all'aperto notevoli saggi negl'inferiori strati del
corpo sud del palazzo, dimostrano evidentemente ri-
spetto a quelli, deciso peggioramento di tecnica,
minore semplicità e sobrietà di forme, maggiore com-
plessità, ricercatezza, ridonanza, vorrei quasi dire,
barocca, per quanto sempre ammirevole, di motivi.
Sono gl'identici motivi che troviamo usati nei pavi-
menti originari delle chiese bizantine ravennati, quali
S. Vitale e S. Apollinare in Classe, come ho desunto
da attente comparazioni dei resti di quei pavimenti
con gli esemplari da noi scoperti.

VI.

Conclusioni.

Non posso astenermi, nel conchiudere questa ra-
pida esposizione dei frutti principali dei nostri scavi,
dall'accennare a due monumenti che possono offrire
qualche lume intorno all' importanza e al carattere
dell'opera di Teodorico.

L'uno è una iscrizione recata dallo Scaligero e
disgraziatamente perduta : un' iscrizione che ad alcuni
dotti della storia ravennate è parsa sospetta o addi-
rittura falsa, ma che il Bormann non ha esitato ad
accogliere per genuina nella serie ravennate (J).

Rex Theodericus [avente DM \ et bello glo-
riosus et otto \ fabrieis suis amoena coniungens \
sterili palude ciccata hos hortos \ sitavi pomorum
fecunditate ditavit.

Quando se ne ammetta l'autenticità, che non v' è
ragione di contestare, questa iscrizione è un solenne
documento che illustra il nostro scavo nel modo più
eloquente. Teodorico dette opera a prosciugare, a boni-
ficare la sterile pianura scelta a sede delle sue fab-
briche, aggiungendo amenità al loro fasto. La impresa
di prosciugamento era richiesta dalla natura del suolo
acquitrinoso ravennate, specialmente lunghesso il mare.
Quivi già a'primi tempi dell'impero erano sorti, come
risulta dai nostri scavi, edifici ragguardevoli, proba-
bilmente imperiali, che non avrebbero trovato posto
confacente nell'area densa di abitato in cui si rac-
chiudeva l'originario oppido di Ravenna. E poco dopo
si erano già dovuti alzare i livelli de' fabbricati per
difenderli dalle filtrazioni dell'acqua; finché Teodorico,
allargandone il disegno, sollevandone ancora più il
piano, aggiungendo nuove fognature alle antiche, in-
traprese e condusse a termine, pur senza dedicarla,
come reca l'Anonimo Valesiano (2), la nuova magnifica
costruzione, che volle circondata da portici (3), par-
chi ombrosi, ed orti fragranti di fiori e di frutteti.

O C.I.L., XI, 10.

(2) In Rerum Italie, script., cit. pp. 18, § 22. « palatium
usque ad perfectum perfecit quem non dedicavit ». Accenna
nello stesso luogo l'Anonimo ai palazzi e agli altri edifici teo-
loriciani di Verona e di Pavia.

(3) Ai portici accenna espressamente l'An. Val. 1. c. « por-
 
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